La storia di una monaca, diretto da Fred Zinneman
Sabato 5 ottobre 2024, nel pomeriggio di Rete 4, alle ore 15:30, va in onda il film biografico e drammatico La storia di una monaca, una pellicola del 1959 diretto dal regista Fred Zinnemann, conosciuto per il cult Mezzogiorno di fuoco. La sceneggiatura è liberamente tratta dal romanzo Storia di una suora, scritto da Kathryn Hulme, che racconta la storia della suora Marie Louise Habets, realmente esistita e appartenente all’ordine delle Suore di Carità di Gesù e Maria. Il film ha una durata monstre di 2 ore e 32 minuti.
Nel cast del film La storia di una monaca spiccano Audrey Hepburn, indimenticabile in Colazione da Tiffany, Vacanze Romane, Guerra e Pace e molti altri successi che l’hanno resa un’icona di stile intramontabile. È affiancata Peter Finch, australiano, vincitore del premio Oscar come miglior attore protagonista nel 1977 per Quinto potere. Nel cast anche due stelle del cinema italiane: Ave Ninchi, attrice che ha lavorato con i più grandi, come Anna Magnani, Totò e Aldo Fabrizi, così come Gabriella Andreini, anche protagonista della serie Le inchieste del commissario Maigret.
La trama del film La storia di una monaca: l’infermiera della Resistenza
Ne La storia di una monaca, Gabrielle van der Mal è una giovane che vive in Belgio negli anni Trenta. La ragazza è bella, ricca e in procinto di sposarsi ma decide di lasciare tutto per abbracciare la vita monacale, nonostante il parere contrario della sua famiglia, in particolare del padre chirurgo: la sua intenzione è quella di diventare un’infermiera e poi trasferirsi in Congo per curare gli infermi.
Inizia così la scuola di medicina religiosa ad Anversa ma ben presto entra in conflitto con la madre superiora perché la sua forte attitudine alla medicina e la voglia di primeggiare vengono scambiate per mancanza di umiltà e maturità. Quando il corso termina e Gabrielle, che ormai ha preso il nome di Lucia, si classifica prima della sua classe, viene mandata per punizione a lavorare in un ospedale psichiatrico e non in Congo come desiderava.
Dopo tre anni, Lucia viene finalmente inviata in Africa ma destinata ad un ospedale che cura civili europei, quindi lontana dal mondo degli ultimi che lei sognava di aiutare. Qui, però, la giovane riesce a farsi amare da tutti, anche perché introduce delle innovazioni molto importanti e utili. Quando si ammala di tubercolosi, però, viene rimandata in Europa, visto che la regola monastica prevede un lungo periodo di vita monastica e ascetica dopo il lungo contatto con gli eretici africani.
Intanto scoppia la Seconda Guerra Mondiale e Suor Lucia presta servizio presso un ospedale civile, prendendo il posto di un’infermiera laica che è stata arrestata per aver collaborato con la Resistenza. Anche in questa situazione il suo animo entra in conflitto fra il rispettare le regole che le vengono imposte e schierarsi con chi davvero ha bisogno davvero, tanto che alla fine decide di collaborare anche lei con la Resistenza. Quando il padre di Suor Lucia viene ucciso dai soldati tedeschi mentre aiutava i civili feriti, Suor Lucia non ha dubbi e decide di lasciare la vita religiosa e tornare laica: la sua vocazione, infatti, non è servire la chiesa ma mettere la sua esperienza a disposizione dei malati e di chi ha bisogno di aiuto.