Quanti sono in una grande città gli anziani – soprattutto se indigenti – che fanno fatica per andare a fare una visita specialistica o una analisi in ospedale? Tanti, tantissimi. Chi si prende cura di loro con continuità e professionalità? Pochi, talvolta nessuno.
Anche a Palermo c’è una associazione che da anni rende questo servizio dalle 8 del mattino fino alle 19. Si chiama “Taxi solidale”, e nasce come misura di accompagnamento all’interno dell’Associazione “Cuore Colorato” di Palermo. I volontari dopo le 19 diventano messaggeri della solidarietà alimentare, distribuendo pasti e bevande donati in gran parte dal Banco Alimentare. Di notte, il Taxi si trasforma in un postino per l’aiuto alimentare ai clochard, per tutti i fratelli che vivono per strada o da soli in appartamenti modesti.
Fin qui parrebbe soltanto una lodevole e apprezzabile iniziativa di solidarietà. Finché non c’è la possibilità di conoscere chi la anima, la dirige e soprattutto vi ha dato vita. Si chiama Fabrizio La Barbera e definirlo miracolato è poco. Nel 2020 ebbe un incidente molto grave. Entrò in coma e vi rimase a lungo. In ospedale iniziò il vero calvario, trascorso nell’assidua frequentazione di reparti di rianimazione, chirurgia plastica, chirurgia d’urgenza, chirurgia toracica. “A me – racconta – mancano alcuni mesi della mia vita di cui non ricordo nulla. Solo il volto e la voce di mia mamma quando mi risvegliai”.
Uscito dal nosocomio, arrivato in casa, fece la triste e dolorosa esperienza del rapporto con la burocrazia sanitaria e la rigorosità delle norme che la regolano. “Impalato in un letto – continua – mi accorsi che tra incartamenti e burocrazie, per ricevere i presìdi che servivano per la riabilitazione, passavano mesi e mesi. Fu così che decisi di dedicare tutto il mio impegno per alleviare le fatiche di quanti devono attraversare questo buio tunnel, soprattutto se poveri”.
Qui, tra pensieri e rabbia, nacque “Cuore Colorato”. Fabrizio è un operatore attivo del 118 e la nostra chiacchierata è interrotta ogni 3-5 minuti da telefonate di richieste di aiuto e soccorso. Risponde a tutte. Sembra l’operatore di un call center, ma si capisce che ha un’anima, anche nel dire semplicemente: “Pronto, chi sei?”.
Le telefonate non gli fanno perdere il filo. Infatti, racconta che come sempre accade a chi ha un cuore grande, da quei primi servizi l’attività dell’associazione si è spinta ben oltre.
Cuore Colorato si occupa oggi di assistere tutti coloro i quali faticano a procurarsi i presìdi sanitari adatti al mantenimento dignitoso dell’ammalato. Ma assiste anche gli anziani nella loro quotidianità, aiutandoli nelle faccende domestiche, procurando viveri o semplicemente offrendo la sua compagnia. “Pur godendo di un buon rapporto con le istituzioni pubbliche – ci spiega – i bisogni sono tanti e sempre in aumento. Siamo più di 50 volontari che ci alterniamo nell’arco delle 24 ore, e spesso dobbiamo contribuire con le nostre personali risorse economiche per far fronte alle richieste più immediate”.
Giunge l’ennesima telefonata, ma Fabrizio chiede una pausa. In una piazza di Palermo vi è un clochard per terra vicino ad un cassonetto dell’immondizia. Occorre prelevarlo e trasportarlo nel loro Centro per prestare le prime cure. È mezzo nudo, occorre portargli anche qualche indumento. Sul posto c’è solo una pattuglia dei Vigili urbani.
Inizia così a descrivere il loro impegno con i clochard. Ci spiega che è un mondo dentro il nostro mondo. Sono stati abbandonati dalla società, alias la famiglia innanzitutto, ma non è vero che non desiderano tornare indietro. “Non basta lasciare ai loro piedi un sacchetto di cibo ogni sera. Quando ho iniziato a portarne qualcuno a casa per rifocillarlo, lavarlo e farlo dormire in un letto è rinato. Ad alcuni abbiamo trovato lavoro. Sono tornati a vivere nella società che li aveva rifiutati”.
Fabrizio è un fiume in piena, parlerebbe per ore ed ha da raccontare storie per giorni. Prima di lasciarci gli chiedo da chi ha imparato ad allargare così tanto il suo cuore. “Devo tutto, soprattutto l’inizio della mia avventura, a fratel Biagio Conte. Da lui ho imparato che cosa sono la provvidenza e la carità. A non avere misure. Per questo ho potuto investire in quest’opera tutte le mie risorse economiche lasciatemi dai miei genitori”.
Mi lascia con un sorriso più grande di quello con cui mi ha accolto. “Ci vedremo venerdì prossimo 25 ottobre alla presentazione della Giornata della Colletta Alimentare. È un appuntamento cui io e i volontari dell’Associazione non manchiamo mai. Si comincia dal cibo ma è tutta la persona che bisogna accogliere, come anche gli amici del Banco Alimentare ci hanno insegnato”.
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