Quando qualche giorno prima di Pasqua ho ricevuto sulla posta elettronica del Banco Alimentare a Catania una mail dal responsabile Google del sud Europa nella quale si anticipava la decisione di donare una somma di danaro al Banco al fine di sostenere il nostro lavoro che ritenevano particolarmente ben organizzato e molto efficace nella lotta alla povertà alimentare, mi sembrò lì per lì una fake news”.
Così inizia il racconto che Pietro Maugeri, Presidente del Banco Alimentare della Sicilia Orientale, fa di una vicenda accaduta in tempo di Coronavirus iniziata in modo imprevisto e conclusasi felicemente adesso.
Ecco come si sono dopo svolti gli eventi per bocca di Pietro Maugeri. “Successivamente alla mail giunta abbiamo intrapreso numerose telefonate con i responsabili di Google e così abbiamo appreso che prima di prendere la decisione i responsabili americani avevano fatto una serie di controlli e verifiche da cui avevano dedotto che il Banco è molto apprezzato sia sulla varietà dell’aiuto che fornisce alla popolazione, (quantità, tipologia e gradimento dei servizi ai destinatari), sia sulla qualità della comunicazione”.
L’inizio di questa bella storia parte da molto più lontano. Esattamente da quando Google ha deciso questa donazione perché a causa dell’emergenza Coronavirus ha dovuto annullare il Google camp in Sicilia, un evento mondiale, che si tiene tradizionalmente nel mese di luglio a Sciacca tra incontri ad alto livello e visite alle bellezze archeologiche. La cancellazione dell’appuntamento di quest’anno previsto dal 25 al 30 luglio ha indotto Google, a donare 100.000 euro al Banco Alimentare della Sicilia.
La fine è stata pochi giorni fa con l’arrivo a Sciacca di due tir di alimenti per le associazioni, gli enti, le parrocchie che sono normalmente assistite dal Banco Alimentare che in questi mesi hanno dato un sostegno decisivo alle numerose emergenze emerse dal territorio.
Il compito della consegna è stata affidata al Banco Alimentare della Sicilia Occidentale che ha il deposito principale a Cinisi, in provincia di Palermo. Santo Giordano, il presidente, e Costantino Garraffa che fa parte del Consiglio direttivo, ne hanno curato l’organizzazione e la distribuzione.
“Quelli appena trascorsi – dice Giordano – sono stati e lo sono ancora mesi di grande lavoro e grande impegno per dare risposta alle tantissime richieste di alimenti giunti da tutte le parti. Sono stati altresì mesi di grande testimonianza grazie a coloro che hanno donato derrate di tutti i tipi che poi abbiamo provveduto a distribuire alle strutture convenzionate con noi. Ma la donazione di 100.000 euro da parte di Google ci ha colpito particolarmente, perché esprime un importante riconoscimento della nostra opera che ci giunge così da lontano e attraverso il giudizio che quelle persone si sono fatti senza mai averci incontrato”.
Questa storia potrebbe essere archiviata come una delle tante belle storie accadute in questi mesi così difficili, ma Pietro Maugeri ci tiene ad inserirla nel contesto più ampio della storia del Banco e delle vicende belle e meno belle accadute. “Siamo grati a Google – riprende – oltre che per il valore della somma, soprattutto perché ha dimostrato nei fatti quello che noi da sempre sosteniamo e ci sforziamo di spiegare: il valore del principio di Sussidiarietà”. Gli chiediamo allora di spiegare meglio.
“Sostenere l’associazionismo, i corpi intermedi, coloro che sul campo fanno assistenza e dimostrano quell’efficacia e efficienza che le istituzioni pubbliche non riescono a raggiungere è per noi fondamentale. Anche in questi momenti difficili il settore pubblico ha fatto e fa fatica, sia perché impastoiato nella burocrazia, sia perché ideologicamente figlio del centralismo”.
L’argomento è quanto mai delicato e complesso e gli chiediamo di approfondirlo: “Parole come decentramento, autonomia e sussidiarietà sono scomparsi dal dibattito pubblico, ma soprattutto dai criteri dell’agire delle Pubbliche amministrazioni. Ciascuna di esse privilegia il rapporto diretto con l’assistito. C’è nell’aria una grande voglia di ritorno al centralismo. La punta di questo iceberg è la dialettica, per non dire scontro, che si è innescato fin dai primi giorni tra Governo centrale e Regioni. Noi da sempre abbiamo un rapporto diretto con i beneficiari che è mediato dalle centinaia di associazioni, enti, Caritas parrocchiali, ecc. che ritirano la merce nei nostri depositi e la consegnano direttamente a chi ha bisogno, aggiungendo spesso anche un sorriso e una ulteriore mano d’aiuto.
Le istituzioni, pretendendo di avere un rapporto diretto con i beneficiari saltano questa mediazione e la quantità di danaro investito si perde in mille rivoli. Tutti gli economisti hanno dimostrato che un euro dato a noi rende di più di dieci euro spesi da loro. Ma sembra che questo argomento non interessi più di tanto. Purtroppo neppure l’emergenza e la necessità di fare in fretta hanno cambiato questo modo di gestire l’assistenza.
Sia chiaro, non è un problema di coordinamento ma di impostazione di metodo che facciamo fatica a far comprendere a tutti. Questa è una battaglia di lungo periodo che continueremo a fare, anche se nel frattempo dobbiamo proseguire l’assistenza che ogni giorno facciamo ai poveri”.