Franco Ferrarotti, padre della sociologia italiana compirà 99 anni ad aprile e in un’intervista rilasciata al quotidiano La Verità ha parlato dei pericoli delle nuove tecnologie, che hanno ridotto la politica e la democrazia ad una formula, svuotandole dei loro valori. E critica anche i suoi colleghi, colpevoli di aver sottovalutato il rischio dell’intelligenza artificiale per vendersi al mercato che ormai impone principi che non portano da nessuna parte. O forse solo verso le guerre. Perchè più che essere strumento di innovazione, la tecnologia, assunta come principio guida dalla politica, ha aumentato le disuguaglianze, ed il professore afferma: “Penso che la terza guerra mondiale sia già iniziata“.
E rimpiange gli anni della rivoluzione industriale in Italia dicendo: “In trent’anni dal 1950 all’80 ha fatto una rivoluzione industriale che in Inghilterra ha richiesto poco meno di due secoli. Io c’ero, anni fantastici“. Ma adesso, bisogna pagare i conti perchè non c’è la cultura industriale: “È un’Italia confusa, preda di mille contraddizioni che ha sempre avuto“.
Franco Ferrarotti: “In politica oggi conta più la notorietà che l’identità”
Il professore di sociologia Franco Ferrarotti ha rilanciato l’allarme sui pericoli della tecnologia, che ormai ha investito la politica e i protagonisti, riducendoli a “personaggi” con più notorietà che identità. Vengono invocate le riforme ma non si conoscono i processi di attuazione. Un disastro alimentato anche dai social, che per Ferrarotti costituiscono “La certificazione del nulla, della diceria“, e aggiunge ironicamente: “Quando la chiacchiera occupa tutta la scena non c’è alternativa. Anche il Vaticano si digitalizza; tutti a premere col dito. E a me viene in mente lo slogan delle prime femministe americane: col dito, col dito orgasmo garantito”.
Sul “pericolo fascismo“, il sociologo vede un fenomeno planetario, ma il vero pericolo è: “l’innovazione tecnologica impazzita“. La crescente disuguaglianza è dimostrata anche dai dati, soprattutto quelli demografici e dall’allarme denatalità, e Ferrarotti commenta: “la responsabilità di un figlio è per sempre, se le risorse dipendono da un contratto a termine è complicato conciliare le due cose“. Ma la soluzione non è il reddito di cittadinanza, piuttosto: “La redistribuzione del reddito“, che: “Va fatta con un’economia governata“.