“Pronto, sono Papa Francesco”. Non è una novità che il pontefice chiami al telefono qualcuno, specialmente a inizio pontificato casi di questo tipo si verificarono molto di consueto, inaugurando una tradizione che colpì e suscitò anche scalpore inizialmente. Non sappiamo se questa abitudine si sia diradata, perché le cronache negli ultimi anni non ne hanno quasi più parlato, o se sia desiderio di chi riceve queste chiamate di tenerle per sé. Don Mauro Sapia, parroco di San Bartolomeo della Ginestra e di San Pietro a Riva Trigoso, poco distante da Sestri Levante, in Liguria, ha ricevuto circa un mese fa una telefonata del papa, e ne ha parlato solo adesso, dopo essersi consigliato con il suo vescovo. Lo ha fatto domenica scorsa dal pulpito della chiesa in occasione della festività della Madonna del Soccorso, la cui immagine è venerata in quel luogo e di cui aveva mandato una copia propria al papa: “Abbiamo deciso di comunicarlo ai fedeli in quella occasione” ci ha detto in una conversazione “perché stavano girando fastidiosi pettegolezzi e soprattutto perché il papa nella nostra conversazione aveva raccomandato di salutare e benedire i parrocchiani, soprattutto quelli malati”. Una telefonata di puro ringraziamento, ci ha detto don Mauro, “personalmente non avevo fatto alcuna richiesta se non quella di pregare per i nostri fedeli, ma gli avevo inviato questa immagine della Madonna e lui ha voluto ringraziare per il dono. Certo un papa che ti telefona per ringraziarti è qualcosa che colpisce”. Colpisce anche l’affetto di quest’uomo, Bergoglio, che desidera sentirsi vicino, in colloquio, con i suoi pastori, in modo fisico: “È sicuramente un uomo che vive tutta la sua umanità, che ha bisogno di rapporti umani con i suoi preti così come fa un vescovo e così come facciamo noi. Si è semplicemente comportato come un prete, ha fatto il prete. Vivendo in mezzo a tanta ufficialità, incontro istituzionali, che magari hanno la caratteristica di una certa freddezza, lui si è comportato come è suo stile, avere rapporti umani. La scelta di abitare a Santa Marta d’altro canto è un segno di un mondo di relazioni che per lui sono importanti”. È il modo perché la vita sia concreta, fatta di persone in carne e ossa, non un’astrazione: “Le relazioni sono importanti per tutti noi. Io questa telefonata l’ho vissuta esattamente come quando il papa esce dal Vaticano e si reca in una parrocchia di Roma, a incontrare sacerdoti e fedeli. È stata una telefonata molto umana, senza alcun imbarazzo, un segno di grande paternità”.
LA MADONNA DEL SOCCORSO
Al papa don Mauro ha mandato l’immagine della Madonna del Soccorso che è conservata nella chiesa che oggi è un santuario: “La Madonna del Soccorso è legata al mondo del mare, dove noi viviamo. C’è un miracolo che parla di una nave che stava andando a frangersi sugli scogli e la gente in spiaggia pregava per loro. Si dice che questi marinai a un certo punto hanno visto un volto apparire nel cielo, il volto di una donna, e si sono salvati. Scesi a terra sono andati nella chiesa parrocchiale per ringraziare e sull’altare hanno visto questo ritratto di Maria, era lo stesso identico volto che avevano visto apparire in cielo. Si tratta di un quadro portato da alcuni sacerdoti per una missione popolare, e adesso la chiesa è un santuario”. Una storia che assume una contemporaneità impressionante, visti i tanti morti in mare che si verificano tra chi cerca di raggiungere l’Europa: “Sì, la Madonna del Soccorso è un richiamo forte, va invocata visti i tanti morti nel mare. Il papa non a caso mi ha anche detto che bisogna imparare da Maria”.
(Paolo Vites)