Sto guardando X-Factor 2…e mi sono imposto di resistere sino alla fine, come può fare uno Jedi con qualche migliaio d’anni di paziente esperienza alle spalle. Ma mi verrebbe voglia di impugnare la mia spada laser e incenerire tutto il settimo piano di Viale Mazzini, solo per cominciare. Sarebbe la punizione minima per tanti tromboni capaci di intonare ad ogni piè sospinto e senza il minimo pudore la fanfara della qualità dei programmi trasmessi dall’azienda di Servizio Pubblico che dovrebbero saper gestire, investendo al meglio il denaro pagato dai cittadini con il canone.



Studio megagalattico, scenografie scintillanti, “giudici” totalmente fuori posto (eccetto Mara Maionchi…ma come ha potuto, una simile professionista, accettare di finire così male?) che litigano – o fanno finta di farlo – intorno a volenterosi, pallidi imitatori di cantanti famosi. Giudici che, si capisce, sbarcano il loro lunario, riuscendo anche a far parlare le riviste di gossip delle loro mediocrità come se fossero doti straordinarie.



Ammirevole l’elegante e sobrio, mai urlato eloquio della Ventura, sublime l’atteggiamento efebico da “maudit de noantri” di tale Morgan, più che altro preoccupato della sua permanente e soprattutto noto per essere stato compagno di Asia Argento (mentre ci sfugge la sua relazione con la musica).

Il meccanismo è quello del solito reality ad eliminazione, modello sputato di quello che succedeva una volta nel circo. Che faceva Nerone quando il popolo rumoreggiava per gli stenti e la corruzione? Una bella serie di giochi al Colosseo, dove qualche centinaio di gladiatori alla settimana si ammazzavano senza un plausibile motivo.



Così come avviene per gli sciagurati concorrenti, sui cui destini fanno evidentemente finta di accapigliarsi fino all’insulto gli eleganti e competenti giudici, ben coscienti che ad ogni accenno di rissa l’audience sale. Ma non è il caso di sprecare altre parole.

E’ assai più importante indicare i veri responsabili di simili cialtronaggini pagate con il canone. In seguito ad una controversa decisione riguardo la produzione della trasmissione culturale “Palcoscenico”, nel difendere l’operato del direttore della Rete Due Antonio Marano, la consigliera Giovanna Bianchi Clerici ha candidamente dichiarato che il direttore sta semplicemente eseguendo il mandato di alzare gli ascolti della Rete. Secondo la vulgata giornalistica i due sarebbero dove sono in nome e per conto della Lega. Se è così, allora, in ultima analisi, la responsabilità è tutta politica.

Vorrei quindi chiedere alla generalessa del Carroccio se secondo lei l’audience del servizio pubblico la si può alzare con qualsiasi espediente, diffondendo a profusione mediocri banalità (data la saggezza, per definizione uno Jedi deve moderare il lingaggio).

Vorrei chiederle se anche le furbe quanto inqualificabili performance di Santoro rientrano nel mandato di rialzare l’audience a qualunque costo. Mi viene un dubbio: non sarà invece una luciferina strategia?

Lasciar esagerare il mitico cane sciolto, così da giustificare al prossimo giro qualsiasi epurazione…così da mettere a disposizione dei famelici che aspettano da mesi nuove poltrone da occupare?

Oppure ha ragione Pansa quando scrive che “Santoro è la dimostrazione che in Rai non comanda più nessuno e tutti fanno quello che gli pare…”?

E se fossero vere entrambe le cose?

In ogni caso, va ribadita la responsabilità ultima dei mandanti politici che autorizzano – tramite i loro generali e comandanti – la creazione e la trasmissione di simili nefandi e nefasti programmi caratterizzati dalla costante, quotidiana promozione di un relativismo etico ed estetico senza precedenti.

Finisco qui, anche di guardare il programma (finalmente mi posso gustare un bel film sulla pay-tv!), proprio mentre la Maionchi commenta così la performance di un concorrente: “Hai sempre i tuoi soliti problemi di intonazione…ma insomma questa volta sei stato più intonato del solito…”. Davvero ineffabile commento per un programma musicale nel quale si dovrebbero vedere le migliori promesse!

Ma forse questo è il nuovo concetto di qualità: si è al massimo…quando si è meno stonati del solito. Insomma, quanto al reality, “nihil sub sole novi” (traduco per i comandanti padani: “nulla di nuovo sotto il sole”). Sulla gara canora il saggio latino avrebbe detto: “orbus rex in terra caecorum” (sempre per i comandanti padani: “nella terra dei ciechi l’orbo è re”).

E’ dunque questa la nuova filosofia della qualità televisiva difesa con lo spadone di Alberto da Giussano?