Puntata insolitamente pacata di AnnoZero, al punto che il vostro vecchio Yoda ha rischiato più volte di addormentarsi. Il tema in realtà era assai importante, ma il problema, per il populista Santoro, è che le ovvie verità che erano in gioco gli hanno impedito di fare il suo abituale gioco al massacro, così adatto a far salire l’audience. Gli operai della Fiat di Pomigliano presenti in sala hanno testimoniato con ragione il dramma di una eventuale perdita di 18-20.000 posti di lavoro (molti di più se si considera l’indotto).
Il viceministro Castelli e il vicepresidente di Confindustria Bombassei hanno fatto comprendere con altrettanta ragione quanto sia stretto e obbligato il sentiero che porta ad una riduzione della capacità produttiva a livello mondiale del settore dell’auto, rendendo palese che da qualche parte i tagli vanno pur fatti se si vuol stare sul mercato con il ruolo che si sta riuscendo a ritagliare per la Fiat. Sui tagli, l’ex ministro del lavoro Bersani ha rimproverato il Governo per non essere ancora intervenuto sui piani di Marchionne come sta cercando di fare il Governo tedesco, ma lo ha fatto con la sua solita garbata bonomìa, televisivamente più adatta a Ballarò che ad Annozero: così è sembrata più che altro una questione di galateo istituzionale.
Va rilevato che Travaglio, per la seconda puntata di fila, è apparso non semplicemente antipaticamente aggressivo, ma puntigliosamente aggiornato sugli enormi conflitti di interesse che riguardano la grande industria italiana. Ben fatte ma noiosette le ricostruzioni dei protagonisti dei conflitti elencati in apertura da Travaglio, più adatte ad un pubblico di specialisti della Borsa: il vero problema, sempre dal punto di vista di un programma di denuncia, è che – facendo attenzione ai toni della trasmissione – appariva forte l’impressione che pur di mantenere un ruolo alla Fiat e non perdere troppi posti di lavoro gli ascoltatori erano portati a dedurre che pur di salvare capra e cavoli, si sarebbe più che disposti a mettere una pietra sopra alle vibranti e clamorose denunce del giornalista d’assalto. Probabilmente tutto sarebbe stato più efficace se trattato in due puntate differenti.
Che dire di Vauro? Forse farebbe meglio a prendersi una vacanza, anche perché, ammettiamolo, è oggettivamente duro far ridere sulle disgrazie, e lui non ci riesce proprio più.
Per stare in tema di ovvietà, è sempre più evidente che in programmi del genere, se non scorrono il sangue e non volano gli insulti, l’audience certamente ne risente…e così si accettano scommesse sulla puntata di ieri: secondo il naso di Yoda i numeri non saranno eccezionali. Il che ci dovrebbe far riflettere sul fatto che l’approccio alla tv di Santoro è sempre meno adatto a trattare seriamente problemi seri (il bisticcio di parole è proprio voluto!).