Nelle sua rapide ma attente occhiate ai programmi televisivi terrestri, il vostro vecchio maestro Jedi si è imbattuto in Tetris, condotto da Luca Telese su La7. Nell’accingersi a parlarne, si è pure imbattuto nella recensione del Massimo Critico Televisivo, il cui parere incredibilmente favorevole in proposito ha confermato una solida convinzione di un vecchio saggio che fortunatamente – per la maggior parte del suo tempo – si occupa e si interessa di molto altro. L’idea di Yoda è che il critico televisivo di mestiere da un lato finisce per identificarsi del tutto con il circo mediatico che dovrebbe giudicare con un certo distacco, mentre dall’altro acquisisce significative patologie al fegato a forza di essere obbligato a metabolizzare centinaia di ore settimanali di solenni porcherie: ecco così spiegati i frequenti e spesso ingiustificati attacchi di bile a cui in particolare il Massimo Critico Televisivo va soggetto.
Poiché il MCT ha sempre stigmatizzato il “cotto e mangiato”, le risse gratuite e lo schema del reality, non si capisce come possa parlar bene di un programma che si basa esattamente su tutto ciò. Il fatto che non si occupi né di realtà né di fiction, ma di quanto appare – ripetiamolo, “appare” – in televisione, significa che stiamo parlando di un programma che si occupa di irrealtà totalmente virtuale: chi ne dà un giudizio positivo è stato evidentemente ed inevitabilmente risucchiato nel vortice di nani, ballerine e opinionisti a perdere sempre presenti sulla pedana del circo mediatico.
Tornando al programma, va detto che l’idea è semplice: basta prendere gli ospiti che maggiormente si distinguono nei palinsesti per le loro doti polemiche o per i loro stratagemmi dialettici, e chiuderli tutti insieme in uno studio per tre ore. Basta agitare prima delll’uso (è questo è il compito del conduttore) presentando servizi legati all’attualità, e poi far finta di moderare gettando in realtà la benzina sul fuoco appena il dibattito si ammoscia. Per la verità ci vuole una certa spudoratezza a chiamarlo dibattito, in quanto si tratta di reduci da altri dibattiti, chiamati a Tetris per interpretare quella “macchietta” che oramai sono diventati: Sgarbi sempre pronto ad incendiarsi per un nonnulla, la Borromeo con il suo birignao post-sessantottino, il viceministro Castelli con il suo finto aplomb anglosassone e l’insulto sibilato a mezza bocca, il comunista catodico Piero Sansonetti, in transonorevole Vladimir Luxuria. Eccetera.
Tutta gente che evidentemente si diverte un sacco a stare in tv, visto che riescono a passare da un programma all’altro anche in meno di 24 ore: tra i citati, c’è chi un una settimana è stato a Omnibus, Porta a Porta, Ballarò, Tetris, Annozero e forse in qualche altro contenitore che ci è sfuggito. Eppure dovrebbero essere persone impegnate al governo, in parlamento o nelle loro importanti professioni.
L’unico personaggio veramente indovinato perché interpreta sinceramente se stesso (e soprattutto non si prende troppo sul serio) è Paolo Guzzanti, nel ruolo dell’ “Editore di riferimento” in collegamento dallo stanzino delle scope. I servizi confezionati per alimentare la discussione sono in realtà un rapido pretesto per accendere la miccia. Infatti ad un osservatore attento non può sfuggire che ciò che preme non è sviscerare un problema, ma riuscire a far litigare gli ospiti. E infatti se scrivete su You Tube “Lite Sgarbi–Guzzanti” scoprirete che lo spezzone di Tetris è cliccatissimo e assai commentato, con uno score totale superiore ai 50.000 click complessivi. Il primo commento che trovate poi è il seguente : “una perla della tv contemporanea”.
Guardatelo: se questa è la perla, vi lascio immaginare la collana…E mi tocca ripeterlo: se la tv è lo specchio della società, e Tetris è lo specchio della TV, voi italici terrestri non siete messi per nulla bene…