Seratona di commenti elettorali. Vespa e Piroso (RaiUno e La7) e Matrix in seconda serata a Canale 5. Così il vostro povero vecchio maestro Yoda è stato precettato dagli amici de IlSussidiario.net per seguire il tutto. Certo che l’abbuffata è stata notevole, e man mano che la serata procedeva, facendo zapping tra un programma e l’altro, dato che la materia era sempre la stessa, Yoda, anche per non morire di noia, si è rifugiato nell’analisi delle diverse cifre stilistiche dei conduttori e delle tecniche dialettiche degli ospiti.
Partendo alle nove e un quarto, Vespa ha avuto buon gioco nel cominciare seguendo le informazioni sul 50% di amministrazioni comunali e provinciali passate di colpo dalla sinistra alla destra. Bisogna dire che il dato era talmente eclatante che si tentennava persino a sottolinearlo, così la senatrice Finocchiaro, molto elegante in un funereo mantello nero, ha tentato di parlare d’altro, suscitando le puntuali obiezioni di un gentilissimo ma determinato Bondi.
Dovunque il clima era molto strano, perché a causa delle “asticelle” fissate da Berlusconi e Franceschini, è sembrato che non ci fossero né vincitori né vinti.
E infatti Piroso ha iniziato citando un vecchio proverbio: se Atene piange, Sparta non ride. Dalla marea di ospiti, a volte presenti in due trasmissioni grazie alla differenza d’orario, si sono ascoltate una valanga di osservazioni di normale senso comune, ma anche di assoluto non senso: c’è chi, come Fassino, si è consolato affermando che comunque il PD rimane il più corposo partito di orientamento socialista d’Europa (dimenticando di dire che i partiti socialisti in Europa si sono praticamente dissolti…).
Altri – il povero Yoda non si ricorda più chi è stato, tanti erano gli ospiti – hanno serenamente ricalcato l’impareggiabile comunicato diramato dalla propaganda fascista, che dopo un grave smacco dichiarò alla radio che “le nostre truppe si sono assestate su nuove…e più arretrate posizioni”. Onore al merito a “Lothar” Velardi, che ha invitato tutti a non parlare di percentuali ma di voti, unico modo per rendere maggiormente conto di quanti milioni di persone hanno votato di qua o di là. Lucido come sempre Cacciari nell’attribuire lo smacco del PD alla mancanza di un vero progetto riformista e di un radicamento sul territorio nel quale invece si è dimostrata maestra la Lega. Interessante l’analisi di Castelli, che ha spiegato che il successo della Lega ha un peso specifico particolare perché ha saputo dimostrarsi partito di popolo pur essendo al governo. Quanto alla questione dell’antiberlusconismo, la vecchia volpe Casini ha saputo spiegare da par suo che secondo lui Berlusconi resiste semplicemente perchè non esiste una vera alternativa, e ha pure cercato di spiegare il significato di “valore” in politica di fronte all’essere semplicemente “contro”.
Divertente (non vengono in mente altri aggettivi) la citazione dei giornali stranieri che dopo aver attaccato Berlusconi assai duramente negli ultimi giorni, hanno scritto che la metà di quanto scritto su di lui avrebbe stroncato qualsiasi altro leader d’Europa Dopo la marea e la marmellata di analisi e anche di chiacchiere, un povero spettatore aspettava – come avviene nelle gare di salto con gli sci – che qualcuno andasse con le gambe all’aria per divertirsi un po’. Ma un po’ per la stanchezza e un po’ perché la campagna elettorale è finita, di scintille ce ne sono state ben poche. Una volta è successo quando Giovanni Valentini di Repubblica ha serenamente accusato Casini di essere pronto ad accordarsi con il migliore offerente (…alla faccia dei valori!); un’altra quando Cappato – ohi, ma questi radicali non mollano mai! – se l’è presa all’una e venti con il conduttore di Matrix accusandolo di essere parte del complotto che ne ha provocato l’esclusione dalla TV. Nonostante questa enorme abbuffata di commenti politici, il più convincente è stato il solito Mannheimer, che dati alla mano ha cercato di far riflettere tutti sulla pericolosità del disinteresse dalla politica dimostrato dai cittadini europei ed italiani.
Tecnicamente parlando, è probabile che data la tematica identica, a seguire le tre trasmissioni siano stati gli aficionados di ciascun programma: vedremo se l’Auditel lo conferma. Solo Yoda li ha dovuti seguire tutti e tre, e adesso per la verità non si sente troppo bene. E il primo che domani gli parla di politica rischia un fendente della sua famosa spada laser.