È un po’ che il vostro Yoda pensa ad altro, svolazzando per altre galassie. Il fatto è che quando butta l’occhio sul telereporter intergalattico per scorrere qualche giornale terrestre, gli sembra che gli anni luce trascorsi nel frattempo siano stati pari a qualche secondo. Riguardo alla Rai, guarda un po’, da giorni si parla solo di “nomine”. Ma che novità! È un periodico tormentone che ricorre ad ogni rinnovo del CdA: lo spoil system vale soprattutto per l’azienda di Servizio Pubblico, e addirittura il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, lamenta il fatto che vengano fatte troppo a rilento… . Già, sembra proprio che il Consiglio di Amministrazione e la Commissione esistano solo in funzione delle “nomine”.



Al di là di quello che dicono i giornali (un giorno però bisognerà parlare del perverso rapporto di diversi giornalisti che si occupano di Rai con la Rai medesima: mogli, fidanzate e amanti che ci lavorano, contratti di collaborazione, trasmissioni, ospitate…come faranno a essere sul serio “indipendenti”?), al di là delle cronache spesso pilotate, dicevamo, emerge lampante un semplice fatto: la Rai, o meglio quella poca carne che è rimasta attaccata ad un osso abbondantemente spolpato, è stata in gran parte regalata alla Lega. Antonio Marano, leghista doc, è uno dei vicedirettori generali con le deleghe più importanti: offerta, marketing, fiction, cinema e altro ancora. È uno che ne capisce certamente, ma se i suoi contenuti sono legati come sempre a tutto quello che ruota intorno alla Ventura, colei che aveva detto che «la vittoria di Luxuria all’Isola dei famosi è il coltello nel burro del perbenismo italiano (sic)» povero servizio pubblico! Forza Italia, con il previtiano doc Comanducci conferma la sua presa su servizi generali (quindi acquisti, appalti, immobili) mica uno scherzo. Mentre un’altra che certamente ci capisce, Lorenza Lei, si prende la delega sui contratti e sui compensi di collaboratori e star. Passata dalla sinistra moderata alla destra grazie agli appoggi vaticani conquistati lavorando a Rai Giubileo, è la dimostrazione del vecchio detto «che s’ha da fa pe’ campà».



Declassato l’ex vicedirettore generale unico Giancarlo Leone a vicedirettore generale per la transizione al digitale (ma che vorrà dire in termini pratici?) da sempre in quota UDC, ma da sempre nel cuore di Gianni Letta, e quindi magari a denti stretti il Cav. gli ha mollato un qualcosa – con annesso stipendione – che non si sa cosa significa ma intanto è pur sempre una vicedirezione generale. Ad annusare l’aria che tira nei corridoi dell’Alitalia prossima ventura, in azienda c’è un grandissimo scontento, oltre che molta preoccupazione: mentre i conti tendono precipitosamente al rosso per via del crollo degli investimenti pubblicitari, il TG1 per la prima volta viene sonoramente e costantemente sorpassato da Canale 5, RadioRai arretra notevolmente, il dato certo è che l’azienda è ora saldamente nelle mani di sole tre persone, mentre molti cominciano a dubitare che il Presidente e il DG ne mastichino veramente qualcosa di televisione.



Poiché non è finita…(resta ancora da accontentare AN, in termini di Rai è obbligatorio usare le vecchie differenziazioni politiche) vedremo come verranno spartire reti e consociate. Quindi suo malgrado, nonostante una nausea cosmica, il vostro Yoda dovrà tornare ad accendere ancora il telereporter intergalattico. A presto dunque, poveri, italici amici terrestri!