Il vostro vecchio Maestro Jedi se lo aspettava, ma ieri ha preferito non profferir parola: in forza dei deboli ma chiari segnali che le sue pelose orecchie, a mò di sensibili antenne, stavano raccogliendo, era certo che l’audience di Porta Porta non sarebbe stata quella desiderata dal vostro Cavaliere.
Il freddo comunicato dei dati Auditel gli ha dato ragione, ed è stato in realtà doloroso come un ferro rovente: con tutto il can can che è stato fatto, causando ulteriori imbarazzi ai Presidenti di Rai e della Commissione di Vigilanza, e alimentando con nuove robuste fascine il fuoco crescente delle polemiche politiche, lo share di Porta a Porta ha raggiunto un tutt’altro che eccezionale 13,47%, con 3.219.000 telespettatori, lontano da una media del programma che si attesta sul 18%.
Chi si aspettava che tutto il pubblico avrebbe partecipato all’entusiasmo del Premier per la consegna delle prime case, è stato ampiamente deluso. Anzi, la seconda puntata della fiction L’Onore e il Rispetto su Canale 5 ha addirittura registrato uno share quasi doppio: il 22,61%, con una media di 5.770.000 telespettatori.
Colpisce inoltre il fatto che altri due programmi abbiano raggiunto più o meno lo stesso share di Porta a Porta. Si tratta dell’episodio Sangue in facoltà della serie L’Ispettore Coliandro, in onda su RaiDue, che ha ottenuto uno share del dell’11,82%, con 3.105.000 telespettatori. Mentre il film Dirty Dancing, programmato da Italia Uno per ricordare Patrick Swayze appena scomparso, ha raggiunto uno share del 12,8%, totalizzando 3.183.000 telespettatori.
Parafrasando un vecchio proverbio, verrebbe da dire “chi di share ferisce, di share perisce”. Tace Bruno Vespa, che ha sempre cercato di tappare la bocca a tutti sbandierando i suoi ascolti. Tace il Premier, che – assai scuro in volto – evita accuratamente di rilasciare dichiarazioni. E l’imbarazzo dei due è oggettivamente palpabile.
Mentre i soliti trombettieri, che si agitano ogni giorno nel teatrino televisivo del pastone politico come tante marionette, si scatenano negli abituali, prevedibili artifizi oratori, i più attenti e riflessivi si stanno domandando che cosa stia realmente accadendo.
Si può senz’altro affermare che il gradimento del Premier non può coincidere con lo share delle sue presenze televisive (anche se fino a poco tempo fa è stato assai spesso affermato il contrario…), ma resta un fatto oggettivo: ieri sera buona parte del pubblico televisivo, le cui caratteristiche psico-socio-demografiche sono piuttosto sovrapponibili a quelle degli elettori del PDL, non ha guardato RaiUno quando c’era Porta a Porta, ma Canale 5, RaiDue, Italia Uno e Sky (per la partita Juventus/Bordeaux o Marsiglia/Milan, scegliete voi).
Da quando la tv è diventata la piazza del paese e Porta a Porta la terza “Camera” istituzionale (ma chi ha tenacemente perseguito questo disegno?), risultati del genere dovrebbero insegnare che si sta sbagliando qualcosa.
Se per vincere la serata cominciano a non bastare più nemmeno le condizioni di estremo vantaggio, le inquadrature dalla parte del profilo più telegenico, le truccatrici personali eccetera, vuol dire che il pubblico comincia a essere stanco tanto delle autocelebrazioni che delle polemiche, e preferisce consolarsi con la fiction e con il calcio.
Yoda si guarda bene dal farsi arruolare nel partito di quelli capaci di trarre immediate conseguenze catastrofiche sul voto dopo una sola infelice serata televisiva. Ci vuole ben altro.
Ma se fosse al posto di chi oggi comanda, coglierebbe al volo un forte segnale di preoccupazione riguardo alla strada pericolosamente imboccata.
E lascerebbe per un po’ da parte i consulenti di immagine, trincerandosi in un dignitoso silenzio nell’attesa che i fatti parlino da soli.