Vi pareva che il vostro vecchio maestro Jedi si sarebbe perso la prima puntata dell’anno di Annozero? Riempita la pipa di buon tabacco di Aldebaran, si è accomodato su un bel tappeto di muschio nella sua confortevole caverna, e ha sintonizzato il suo ricevitore interstellare su RaiDue.

Non apprezzando affatto la faziosità sbandierata come diversità, Yoda non può non sottolineare che Santoro sia di una rara e furbesca abilità. A parte la caduta di stile di paragonarsi nientemeno che a “S.Lorenzo che all’imperatore dice no”, il conduttore ha esordito con un pistolotto vibrante di sdegno nei confronti di chi lo ha accusato di faziosità precostituita: “Noi non abbiamo un imperatore, abbiamo un presidente del consiglio democraticamente eletto, ma abbiamo il diritto ad ascoltare il nostro cuore, la nostra coscienza e soprattutto ad essere diversi. Che secondo me non vuol dire essere contro. È che coltivando la nostra diversità siamo convinti che la democrazia sarà più forte”. Ha anche citato il Cardinale Bagnasco (“il bene e il male non può essere deciso con i numeri”), e vedremo se continuerà a tenere il punto se gli ascolti dovessero andare bene, come supponiamo…

Con lungimirante sapienza televisiva (e non solo), si è guardato bene dal presentare all’inizio montaggi troppo rimaneggiati, e ha lasciato scorrere a lungo le immagini che hanno mostrato l’imprevisto punto debole del Premier, (dal punto di vista della comunicazione). Ora nervoso, ora debordante, ora eccessivo nell’autoelogiarsi, in alcuni punti oggettivamente poco credibile, il Berlusconi apparso negli spezzoni è servito da facile miccia per accendere le polveri della discussione sulla libertà di stampa. Sempre efficace la scelta degli ospiti: se si mettono insieme Concita De Gregorio e Belpietro potete star sicuri che scorrerà più sangue che a un combattimento di galli. In mezzo un insolitamente tranquillo Santoro, che sapeva di avere in tasca una imbarazzata intervista di Feltri, schiacciato per di più sotto un assist finale di una firma storica del Giornale, Filippo Facci, vibrante di disprezzo per i metodi giornalistici dell’inventore di Libero.

 

Se ci aggiungiamo la strada spianata da Mentana, che ha sostenuto la tesi che la cosa più grave nell’italico giornalismo di oggi è l’autocensura, Santoro ha potuto sparare (senza eccedere nella potenza di fuoco) l’intervista alla D’Addario. Evitando accuratamente di violare la privacy o di scendere in particolari scabrosi, ma mirando unicamente a dimostrare che il Premier era assai intimo di Tarantini. Ben centrato lo sfogo a favore della dignità delle donne della De Gregorio, che però essendo incapace di trattenersi nell’interrompere gli altri finisce per passare sempre dalla parte del torto. Davvero sgradevoli invece i sorrisetti di superiorità di Travaglio e della nuova stellina giornalistica Innocenzi (tipico birignao di una sinistra snob), sempre più insopportabile Vauro perché sempre meno satirico e sempre più volgare. Oggettivamente commovente la protesta degli informatici licenziati che protestavano sbandierando le foto dei figli: complessivamente la puntata ha segnato un punto a favore di chi ritiene Annozero una trasmissione di controinformazione necessaria alla democrazia.

 

Chi l’avrebbe mai detto? Eppure, se persino Santoro comincia ad apparire come un eroe dell’indipendenza dell’informazione, fosse in quelli che oggi comandano nel vostro paese, Yoda si domanderebbe ancora una volta quali e quanti errori di comunicazione stanno commettendo. Perdere le staffe sempre più spesso (Ci si è messo pure Brunetta…), cadere troppo sovente in contraddizione, creare dei martiri, non solo non gioverà a nulla in termini di consenso, ma darà respiro all’opposizione e finirà per regalare ad Annozero più audience di quella che si merita…