E figuriamoci se Santoro poteva fare a meno di una puntata sul caso Ruby. Proprio nel giorno in cui un’altra escort aveva indetto una conferenza stampa…dandogli però una delusione, davvero assai malcelata a inizio puntata, per il fatto di avere annullato poi precipitosamente la conferenza medesima.
Più raffinatamente diabolico del solito, Santoro ha saputo però far approdare la trasmissione dove voleva, nonostante una parte degli invitati fosse stata reclutata perché avvenisse la solita rissa. Un po’ perché la materia era davvero scivolosa, un po’ perché molto influenzato, l’avvocato d’attacco Ghedini – a parte la sua solita tattica di interrompere continuamente – s’è rivelato con le polveri bagnate, e così pure Di Pietro, altro gladiatore reclutato per menare fendenti, che è andato spesso fuori tema tradendo i suoi eccessivi pregiudizi.
Quando Santoro ha lanciato la trasmissione proponendo di ragionare con pacatezza, Yoda non gli ha creduto, soprattutto dopo aver visto chi erano gli ospiti. Si è dovuto ricredere via via, anche perché in questo caso con grande perizia ha lasciato parlare i documenti. Infatti lo spezzone dell’intervista (???) della Ventura a Lele Mora ha ben introdotto il carattere di un personaggio che ha avuto l’improntitudine di definire le cene in cui si organizzano incontri dall’assai prevedibile finale “semplici e normali attività di pr”. Assai giustamente la Di Girolamo, parlamentare di Forza Italia, oltre che a rivelarsi una assai modesta spalla per Ghedini, ha dovuto ammettere che lei Lele Mora non lo frequenterebbe mai e che certo non lo consiglierebbe come modello…
Ecco perché Santoro ha avuto vita facile ancora e di più del solito: innanzitutto l’argomento era pruriginoso al punto giusto, e inoltre era intrecciato con il tema più politico del possibile abuso di potere per via della famosa telefonata.
Lasciato libero Ghedini di tentare di accreditare quanto successo in questura come un fatto di quotidiana normalità, la ricostruzione del verbale con attori ne ha smontato l’efficacia, sia perché non poteva interrompere, sia perché quella tecnica televisiva assume un valore di automatico “ipse dixit” capace di far passare per vere anche le cose che lo sono meno…mentre in questo caso i dubbi erano davvero molti.
È stato sfruttando il pacato buon senso di Paolo Mieli, sedicente appassionato di dettagli, che Santoro ha potuto far passare la tesi che alla bontà d’animo nel soccorrere una ragazza bisognosa può credere, come ha detto Di Pietro, “solo chi c’ha scritto giocondo sulla fronte”. Non è contradditorio, ha sostenuto Mieli, che in questura abbiano rifiutato di affidare Ruby alla sua amica Michelle, per poi lasciarla alla Minetti che poi l’ha rimandata proprio a casa di Michelle? Non è poi strana questa curiosa mutazione genetica di questa nuova generazione di escort che usano un linguaggio scritto da altri, apparendo così eterodirette e pilotate…ma da chi? E non è strano che un presidente del consiglio frequenti abitualmente persone di così dubbia moralità e di caratura personale così infima, come risulta dalle interviste e dalle loro conversazioni?
E poi, ha ancora rilevato Mieli, “come si vede dalle interviste e dalle sue azioni, questa Ruby, sempre così piena di soldi e gioielli, con quell’aria di una che sa quello che vuole e come lo vuole, come può aver intenerito così tanto il Presidente per la sua bisognosa indigenza?”…forse, ha aggiunto Santoro con la vis comica che ogni tanto gli riesce assai bene, “quando partecipava alle feste in questione si travestiva da piccola fiammiferaia!”.
Era qui che voleva arrivare e da qui in poi per la sua tesi è stata tutta una discesa: aiutato da un davvero imbarazzato Fede tra continue amnesie e improvvisi chiarissimi ricordi, mentre la Di Girolamo si faceva ampiamente spiazzare da una giovane volontaria di Forza Italia, introdotta dalla Borromeo, che si è dichiarata scandalizzata di come la Minetti è stata portata a forza nel listino bloccato per le elezioni regionali senza aver fatto nemmeno un po’ di gavetta: e così la tesi di un degrado della gestione della politica si è potuta più facilmente accreditare.
Sempre in crescita Concita De Gregorio, che da un po’ di tempo si è messa a volare alto: ieri sera ha ricordato il grande coraggio civile di Abreu “che in Venezuela ci ha messo molti anni per elevare le classi dei rejetti invece di abbassarsi al loro livello, come chi ne paga le debolezze e il desiderio di far carriera…” .
La vera questione, ha potuto rilevare Santoro (e come si fa stavolta a non dargli ragione?), riguarda il fatto che un giro di persone dalla vita così ambigua e imbarazzante entri con così tanta frequenza in casa del Presidente del Consiglio. A riprova di ciò, strumentalmente, Concita De Gregorio si è domandata chi in studio avesse il cellulare di Berlusconi, nemmeno Mieli…mentre una come la brasiliana Michelle invece ce l’ha…
Il carico da undici la redazione l’ha piazzato mostrando un filmato in cui la minorenne Ruby si esibisce in pose oscene circondata da uomini e donne in tenuta sadomaso…altro che povera e indifesa ragazza bisognosa di aiuto! Così Mieli ha potuto concludere sdegnato che non è ammissibile che un Presidente del Consiglio possa entrare nemmeno per un attimo in contatto con persone provenienti da ambienti così degradati.
E qui c’è stato il grosso autogol finale di Ghedini, incredibilmente disattento o senza più argomenti: “Ma evidentemente Berlusconi non lo sapeva”…permettendo a Travaglio una clamorosa schiacciata sotto rete: “E quindi si conferma che in casa sua può entrare chiunque da qualunque mondo provenga”!
Avrebbe fatto molto meglio a finire così, Santoro, facendo a meno delle inutilmente fiacche – oltre che di pessimo gusto – vignette di Vauro. Perché a volte la realtà, se raccontata senza travisamenti o forzature, può essere molto meglio della fantasia. E quindi al vostro povero Yoda non resta che addormentarsi sognando che sia tutto inventato…