Possiamo immaginarci quanto avrebbe pagato Santoro perché la fiducia si votasse di giovedì… invece è capitato di martedì, e quindi la fortuna di potere alzare la media della propria audience è toccata a Floris.

A sentire la presentazione degli ospiti si capisce che ogni talk show ha la sua compagnia di giro: Bondi, Bindi, Rotondi (Yoda confessa di non averne mai compreso lo spessore politico, mentre gli riconosce notevoli doti di battutista), poi l’affermato affabulatore della politica Vendola, un pallidissimo Bocchino, e gli immancabili Mieli e Pagnoncelli. Come di consueto – all’inizio – Crozza scherza ovviamente sulla compravendita di voti e su uno dei più chiacchierati, Scilipoti… il cui nome oggettivamente si presta ad ogni possibile gag. “Ma a Di Pietro chi glieli trova… Lele Mora?… Veltroni fine stratega che ha scovato Calearo… ma quanto durano i danni di Veltroni… In Italia meglio essere parenti di Alemanno che nipoti di Mubarak”.

Non male. Dopo Crozza parte subito un servizio montato come quelli di Santoro, con frasi salienti colte dentro e fuori dal Parlamento, frammenti di guerriglia urbana, Fini scuro in volto con la bocca piena di gomme da masticare. Fin qui nessuna differenza tra Ballarò e Annozero. Anche Bondi non cambia registro come quando appare da Santoro, sforna il suo solito armamentario di slogan pro-governo. Bocchino, interpellato sui voltafaccia fa il superiore, e afferma che FLI ha perso numericamente mentre secondo lui Berlusconi ha perso politicamente.

E accusa Berlusconi di ribaltone, dato che prima ha espulso loro dal partito e poi ha imbarcato un po’ di ex oppositori. Finalmente Bondi si accende come una miccia e si insulta con Bocchino, poi oggettivamente gasato dalla vittoria straborda e invita Bocchino ad andare a nascondersi… a Montecarlo, così in studio scoppia la rissa come in Parlamento e lo spettacolo, se così si può dire, scende ai soliti ributtanti livelli.

Il mieloso Mieli riporta la calma grazie al suo modo pacato di esporre, strappa l’applauso affermando che la “compra” dei deputati fa schifo, ma undici anni fa lo aveva fatto la sinistra e quindi uno per uno non fa male a nessuno, fa schifo ma bisogna abituarsi. In sostanza accusa i finiani di non avere mostrato sufficiente lucidità… insieme a tutti i commentatori, lui escluso, naturalmente. Vendola – molto opportunamente – afferma che quello che lo ha disgustato della giornata è stato soprattutto la volgarità per lo più messa in mostra dagli aggressori di Berlusconi. E in questo dimostra di essere una spanna sopra gli altri.

Bindi insiste sul dato politico: la vittoria algebrica sulla fiducia non cancella il fatto che in pochi mesi l’opposizione è cresciuta da 278 a 311 deputati mentre la maggioranza si è ridotta drasticamente… inoltre costretta a doversi far sostenere dai Scilipoti di turno. E che oggettivamente al primo intoppo, vedi il decreto sui rifiuti di Napoli sul quale Bindi annuncia battaglia: “Dovranno accettare i nostri emendamenti, altrimenti provino a votarselo da soli…”.
 

Ohibò, con un po’ più di argomentazioni, siamo però al solito reality cui gli ospiti accettano di partecipare, a volte come caratteristi o come macchiette, pur di apparire in tv. E questo è il nostro paese: quello in cui un talk show come Porta a Porta viene addirittura definito “la terza camera”… Non poteva mancare il servizio sui comprati o convinti. E le risposte degli intervistati figuravano oggettivamente imbarazzanti per qualunque spettatore di media intelligenza. Rotondi si domanda poi retoricamente che differenza c’è tra quelli di FLI che hanno mollato il PDL e quelli dell’IDV che hanno votato per il PDL… e Bocchino gli risponde che lui rispetta tutti, ma nutre qualche sospetto verso le conversioni che avvengono nelle ultime ventiquattro ore.

Sempre gradevole l’intermezzo statistico gestito con la solita professionale pacatezza da Nando Pagnoncelli, le cui analisi del sondaggio appena concluso fanno capire che la partita non si chiude certo con il voto di fiducia. Un servizio su un quindicennio di storia politica sembra dimostrare, a detta di Floris, che Berlusconi sia inaffondabile.

 

Che chiede maliziosamente a Vendola se la responsabilità non sia dell’opposizione. Vendola non cade nella provocazione immediatamente, ma offre una lettura sociologicamente plausibile sulla deriva machista, grossolana e sempre meno colta della destra di governo, mentre la sinistra – e questo è il suo cavallo di battaglia – non sembra aver saputo dar corpo a sogni e desideri diversi dall’essere semplicemente antiberlusconiani.

Lucida e fredda, la Bindi fa le sue analisi con il suo non sgradevole accento toscano e si sforza di chiarire che in realtà una proposta precisa il PD ce l’avrebbe. Ma dato che la trasmissione si era avviata su binari di reale approfondimento in grado di far capire meglio le diverse posizioni…ecco irrompere il virus santoriano: subito prima della pubblicità (ah, ma che bel contrasto!) vengono mostrate del tutto gratuitamente le immagini delle violenze scoppiate nel centro di Roma. E così non si capisce più se stiamo guardando Ballarò o Annozero. Dopo la pubblicità Mieli viene interpellato su come potrà essere la navigazione del governo tra i vari scogli di decreti come quello della spazzatura, dell’università o il mille proroghe. Secondo il presidente di RCS Libri il governo galleggerà fino a gennaio nell’attesa delle decisioni della Consulta sul legittimo impedimento e in seguito a quella probabilmente Berlusconi deciderà se cercare di rilanciare il governo o se spingere verso le elezioni. Ma rimprovera alla Bindi che non si può continuare come se la fiducia non fosse passata.

Ci accorgiamo di non essere ad Annozero dalla conduzione di Floris, che dalle domande che pone sembra essere più interessato questa volta a far emergere un po’ di verità dal dibattito, il che oggi come oggi, televisivamente parlando, non è poco! Gira e rigira sembra aver ragione alla fine il direttore del Tempo Sechi: “Non potendo battere Berlusconi in Parlamento, all’opposizione non resta che sperare nella magistratura. Con la sfiducia doveva esserci la botta, e invece non c’è stata!”. Alè, dice sempre alla fine Floris. Alè, ripete il vostro Yoda. Pensando con orrore al tema della prossima puntata di Annozero, che è solo domani…