“Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca! No, no, non splendere su tanti guai, sole d’Italia, non splender mai!”. Potrebbe essere l’inno di Annozero, invece è la poesia di Fusinato (scritta nel 1849) che tutti a scuola un tempo dovevano imparare. Chissà se Santoro la conosce, il dato certo è che ogni giovedì ce ne offre una sua parafrasi con i moderni mezzi televisivi. Questa volta non sembra seguire questo principio, anzi pone seriamente ai giovani la domanda retorica se i comportamenti facinorosi messi in atto per le vie di Roma accrescano o diminuiscano il valore della loro protesta.



C’è da fidarsi? Data un’occhiata alla lista degli ospiti c’è da aspettarsi invece che il sangue scorrerà ben presto nell’arena. E l’attacco – come poteva essere diverso – parte con la questione dei deputati cosiddetti “traditori” e con l’oramai mitico Scilipoti, autore in giornata anche di una rocambolesca performance a RadioRai.



Per primo, nell’arena, Santoro fa scendere Casini. Che ribadisce quello che oramai è un ritornello ripetuto da molti: con tre voti in più si ha la maggioranza, ma non si può certo governare. Per di più dando uno spettacolo che D’Alema ha definito il più basso della storia del Parlamento…e ovviamente La Russa si accende ricordando che proprio D’Alema ha gestito il ribaltone più memorabile del Parlamento. E così il reality-show della politica può cominciare con le solite tiritere.

Ciascuno ripete i suoi slogan, e Di Pietro li sfodera tutti. Richiesta di elezioni inclusa. Che Casini ribadisce. E che La Russa ribadisce. Oh, allora su una cosa sono tutti d’accordo: elezioni subito. Dibattito finito, quindi? No la trasmissione continua con Scilipoti ripreso mentre dà in escandescenze a RadioRai, e poi con un servizio che si fa più serio perché adombra – intervistando diversi testimoni – che Scilipoti avesse enormi problemi economici il che può far supporre quanto gli avrebbe potuto far comodo una compravendita…Inoltre emergono a suo carico ipotesi di coinvolgimento con famiglie ‘ndranghetiste…e così Di Pietro se la cava ammettendo immediatamente che a suo tempo sbagliò a cooptarlo nell’Idv. Amen.



La Russa ha buon gioco nel chiedere come mai di tutte le nefandezze attribuite a Scilipoti non si parlava finché era deputato dell’Idv, mentre appena ha votato per Berlusconi s’è scoperto tutto…Uno a zero, palla al centro. Pubblicità.

 

Si riparte con la manifestazione di studenti, precari, cittadini. Il servizio dimostra che le forze dell’ordine sono state più volte aggredite e hanno reagito con moderazione, distribuendo ovviamente un po’ di manganellate e caricando al momento opportuno senza strafare.

 

Giulia Borromeo ripete a uno studente la domanda iniziale di Santoro: “Questa violenza non rischia di alienarvi la solidarietà dei cittadini”? Lo studente risponde che occorre “storicizzare” e comprendere i motivi di una protesta che non è stata mai ascoltata. A queste parole La Russa si infiamma, dà del vigliacco ripetutamente allo studente, in studio cresce la tensione, per la seconda volta in pochi giorni il ministro decide di andarsene da uno studio (se n’era andato dal Tg3 pochi giorni addietro), poi ci ripensa, rimane ma continua a insultare gli studenti.

 

Si urla sempre di più, sullo sfondo vengono proiettati automezzi incendiati, il reality raggiunge punte di tensione che nemmeno in America! Casini cerca di portare un po’ di ragionevolezza, e insiste per avere la risposta. Anche lo studente però, pur intervenendo con passione sulla drammatica situazione della sua generazione, recita anche lui i suoi slogan precostituiti sulla riforma dell’università.

 

Dopo un intervento di una giovane studentessa di fisica brava nell’eloquio ma purtroppo completamente obnubilata dall’ideologia, Santoro sottolinea assai opportunamente che il fatto nuovo è che gli studenti non se la sentono di prendere le distanze dalla violenza che tutti hanno visto. Ma il fatto drammatico che emerge è che siamo in presenza di un dialogo tra sordi, e in più persino Vauro perde le staffe cercando di interrompere La Russa. La lucidità ritorna in studio grazie alle fredde analisi di Rampini, che da New York ricorda che il portato più grave dell’ultima recessione è il sacrificio di un’intera generazione di giovani.

Cita il New York Times che giudica severamente il governo Berlusconi. Ma la piccola parentesi di pacatezza viene bruciata da Di Pietro che cerca di dimostrare – urlando a sua volta – che La Russa è un fascista perché non vuole ascoltare e da giovane manganellava gli avversari. L’urlo diventa la cifra della serata. Così Casini ha buon gioco, sorridendo, nel dire: “Avete capito perché facciamo il terzo polo? Perché siamo diversi”. Santoro in questi casi – gongolando intimamente, lo si capisce, – tira fuori la sua vis comica. Annunciando: “Per calmare la situazione, dopo la pubblicità ci sarà Travaglio”. Che ha buon gioco nell’ironizzare – per una volta abbastanza sottilmente – sul dna trasformista dei deputati “traditori”.

 

Si va verso la fine con il dialogo tra sordi praticamente continuo, il reality riuscito benissimo e nessun problema risolto. Complice pure Maria Tersa Meli del Corriere, incapace di fare domande politicamente serie. Da non credere. Come radiografia del paese e della sua classe politica e professionale…non c’è male. Anzi, c’è proprio da piangere. Annozero può finire.