Se non fosse per l’impegno preso con gli amici de Il Sussidiario, il vostro Yoda, invece di Annozero, si sarebbe guardato molto più volentieri “I soliti ignoti” del grande Monicelli appena scomparso. Pur conoscendolo quasi a memoria, avrebbe volentieri goduto di ogni sequenza pur già nota. Molto meno piacevole, invece, dover assistere ancora una volta, all’inizio di trasmissione, al sempre più prevedibile mix di problemi, guai, drammi umani, imboscate di governo e compagnia cantando.



I problemi della Fiat, in Italia e all’estero, le proteste degli studenti, i soliti inseguimenti di affannate croniste tutte comprese a stigmatizzare il fatto che la polizia abbia blindato gli accessi nei dintorni di Palazzo Chigi, eccetera. L’insalata russa dei guai viene servita con il contorno della maionese impazzita delle rivelazioni di Wikileaks… e così Santoro può dare il via alla sua solita danza. Novità della serata, la contrapposizione tra l’atteggiamento delle organizzazioni sindacali italiane, che contestano le proposte di Marchionne, e quello degli operai americani che hanno dovuto giocoforza diventare azionisti della Chrysler tramite i propri fondi pensione per non perdere anche quelli.



La materia è davvero difficile da comprendere, ma appena si comincia a capire qualcosa… ecco irrompere un’entusiasta Giulia Borromeo, entusiasta di doversi collegare da Pisa dall’Università occupata, intervistando studenti pronti a sparare i loro slogan a effetto, costruiti con argomenti che quasi mai hanno qualcosa a che fare con il merito della riforma Gelmini. Oramai il vostro vecchio Yoda si sta rendendo sempre più conto che nel suo complesso, tutta la tv di oggi ha la sua parte di responsabilità nel degrado del pensiero collettivo. Perché non c’è alternativa: o si concorda con un pensiero unico, di destra o di sinistra, o si annega nella devastante mediocrità dei reality e dei programmi con i bambini che giocano a fare gli adulti, oppure si sguazza nel fango di arene in cui i soliti noti vengono chiamati a scannarsi non per cercare di far capire qualcosa, ma per cercare di fare un po’ di audience.



Con un certo coraggio l’ex ministro Castelli cerca di mettersi dalla parte degli studenti di cui condivide le preoccupazioni, ma spiegando che i migliori atenei americani hanno stretti rapporti con le aziende private: ma è un dialogo tra sordi, anche perché gli studenti alla parola “privato” cominciano a rumoreggiare. Rutelli se la prende con i tagli “orizzontali”, ma nel complesso appare cerchiobottista e assai generico. Più interessanti gli interventi di Rampini, colto inviato di Repubblica, che spiega come funziona il sistema universitario americano.

Finalmente intervengono due studenti che riescono ad articolare un pensiero decente, forse perché appartengono alla Normale di Pisa e alla Scuola S.Anna. Ma Santoro riporta il dibattito al livello dell’arena chiedendo al sindacalista Landini, segretario generale della Fiom, di intervenire sui problemi degli studenti. Così si ritorna a parlare della Fiat e tra lo stipendio di Marchionne e la quota di mercato europea della Fiat non si capisce più niente o forse si capisce fin troppo. Si cominciano a seminare dubbi sul fatto che la Fiat di Marchionne vada meno bene delle altre industrie europee guidate da fisici e ingegneri… così i dubbi crescono, le certezze diminuiscono, la confusione aumenta e Santoro è contento.

 

Ancora più contento di poter lanciare frecciate a Castelli subodorando che sia lui il leghista colluso con la ‘ndrangheta di cui si parla da un paio di giorni. E così si capisce quale sarà il prossimo pozzo nero in cui ci porterà a sguazzare la prossima settimana. Quando è il suo momento, Travaglio fa un’impietosa radiografia del sistema Finmeccanica/Enav appoggiandosi all’impianto accusatorio delle Procure che stanno indagando. Aprendo anche uno squarcio sull’incredibile quantità di parenti dei manager assunti nei due gruppi. Per una volta, stando ai nudi fatti, risulta molto più caustico di quando mette insieme gossip di incerta provenienza.

 

Altrettanto dura radiografia della Chrysler/Fiat fatta nell’ultimo servizio di Formigli da Detroit, servizio che di fatto preannuncia i veri effetti della globalizzazione. Ma il tempo incalza, la trasmissione sta finendo, Rutelli ci rifila le sue banalità cerchiobottiste, e noi andiamo a dormire preoccupati di cadere dalla padella nella brace…