Ve l’aveva o non ve l’aveva detto, il vostro vecchio maestro Jedi che ne ha viste tante, che l’assai equilibrata e civile puntata di Annozero con Formigoni e Bersani sarebbe stata una perla rara? Bastava leggere le anticipazioni dell’argomento e soprattutto i nomi dei due principali protagonisti della puntata di ieri sera – anzi, antagonisti (De Magistris e Ghedini) – per capire che si sarebbe tornati ai soliti combattimenti di galli.



Così è stata la puntata sul legittimo impedimento, spesso incomprensibile per la quantità di “mavalà” sparate dall’attuale avvocato di fiducia del Cavaliere e sovrapposte alle accuse di De Magistris. Diciamo “l’attuale”, perché Santoro ha fatto il suo scoop mostrando l’ “ex avvocato di fiducia” Taormina, che ha ammesso candidamente di aver costruito un sacco di leggi ad personam e di considerare incostituzionali tutte le proposte architettate da Alfano e dall’attuale avvocato nelle grazie del premier.



Chissà mai cosa sarebbe capace di combinare al Premier l’astioso azzeccagarbugli di fiducia di oggi una volta che decidesse anche lui di fare un voltafaccia così totale come quello di Taormina…! Del resto la storia è piena di figure – meglio dire figuri – che da servitori zelanti, anche per un nonnulla sono diventati acerrimi critici del loro idolo.

In realtà la puntata è risultata spesso incomprensibile a causa dell’insalata russa di spunti messi in discussione. Scomodato il decano dei giornalisti che ha sostituito Biagi nel suo ruolo di coscienza critica del potere, Santoro ha tenuto il povero Bocca congelato per lungo tempo sui maxischermi per fargli dire con molta e penosa fatica che gli italiani hanno sbagliato a votare Berlusconi come hanno sbagliato con Mussolini.



 

Poi ha attinto a piene mani dalle dichiarazioni di Ciancimino Jr. per riportare il discorso sulla possibile connessione tra la mafia, Dell’Utri e il giovane imprenditore Berlusconi alle prese con le sue prime e fortunate attività edilizie.

 

Su un tema del genere la tentazione a chi sparava le bordate più grosse è stata forte, così anche di questo non s’è capito granchè, se non un turbinìo di insinuazioni e di altrettanto granitiche certezze soltanto capaci di far dubitare delle une e delle altre.

 

Non sono mancati i soliti collegamenti antimafia, con la solita suffragetta radicale tutta compresa a far finta di improvvisare domande che erano certamente state lungamente provate e concordate. Bisogna proprio dire che la serietà del tema trattato spesso viene messa a dura prova dalla sceneggiata che la squadra di Santoro a volte costruisce con troppa disinvolta ricerca di facili effetti.

 

Ma questa è in fondo la chiave della trasmissione, e forse, una volta lette le anticipazioni e capito l’antifona, sarebbe meglio maturare la semplice decisione di non perdere tempo a vedere il solito combattimento di galli (per di più con sangue finto nell’arena). Perché poi basta andare su You Tube a fine serata e vedere se c’è qualche spezzone di qualcosa di realmente interessante. E infatti Taormina c’era…