Finito il blocco dei talk-show a causa della par condicio elettorale, dalle lontane galassie il vostro vecchio maestro Jedi è tornato a sintonizzarsi sulle italiche reti. Dopo il ritorno di Vespa con la serata dei risultati, un già noiosetto Ballarò sempre troppo uguale a se stesso, non poteva mancare un Annozero di un qualche interesse, visto che tra gli ospiti c’era Emilio Fede. Che non ce l’ha fatta proprio a resistere a Grillo: e così il direttore del TG4, che fino a poco prima si era complimentato per la pacatezza della trasmissione e per la correttezza delle analisi sul voto, quando è stato mandato in onda uno spezzone con le solite intemerate del comico genovese, si è tolto il microfono e se ne è andato.



Santoro non ha fatto una piega e ha condotto verso la fine una puntata che, a parte questo prevedibile colpo di teatro (che abbia ricevuto una telefonata, mi ha subito spifferato uno dei soliti bene informati?), non ha registrato né scontri ne accesi dibattiti. La civiltà dei partecipanti, tra cui i giornalisti Lucia Annunziata, Enrico Mentana, Nicola Porro, Gianantonio Stella, e il costituzionalista Michele Ainis ha permesso di analizzare a fondo il fenomeno di una così rilevante astensione, così come la perdita di un milione di voti da parte del PDL e di due milioni da parte del PD, così come le performance della Lega, dell’IDV e la comparsa dei “grillini”.



Quasi tutti d’accordo sulla tesi di Lucia Annunziata, convinta che gli astensionisti sono moderati di centrodestra e centrosinistra che non condividono più il vecchio modo personalistico di fare politica. Particolarmente suggestivo l’ultimo intervento di Antonio Stella, che sciorinando i numeri delle centinaia di incontri fatti in provincia da Zaia e dalla Polverini ha sottolineato che in questi casi ha vinto più la politica dell’ascolto che quella degli slogan.

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Naturalmente non potevano mancare le discussioni sul ruolo della tv nell’orientare gli elettori, che hanno messo una evidenza la patente contraddizione di una Lega che ha vinto senza affatto “occupare” la tv, anzi. Ovviamente Santoro non si è trattenuto dal parlare dell’evento da lui organizzato Raiperunanotte, anzi ci ha aperto la puntata ribadendo che lo "sciopero bianco" proposto dalla trasmissione fatta al PalaDozza di Bologna è stato seguito da 6 milioni e 300mila persone, sommando internet e le tv che lo hanno trasmesso. «Avevano detto che non ci saremmo riusciti invece lo sciopero bianco degli abbonati è riuscito» ha detto Santoro.

Il conduttore ha dunque replicato a chi lo ha accusato di dare i numeri illustrando anche i dati degli esperti Rai secondo i quali «più di due milioni e mezzo di persone hanno seguito il programma sul satellite. Sono tantissimi – ha aggiunto – un botto, un terremoto e poi c’era anche internet. Che si valuta attraverso i contatti. Giovedì scorso c’erano più di 10 milioni di computer che hanno visitato il sito di Raiperunanotte e poi più di due milioni hanno cercato di seguire la diretta, c’erano più di 400mila computer connessi contemporaneamente». Ma non basta Santoro ha snocciolato anche le cifre di Twitter, «un social network di livello mondiale che quella sera seguiva due eventi, la riforma sanitaria di Obama e il nostro» e ha mostrato anche le immagini delle piazze collegate, della casa del popolo di Reggio Emilia, dei ricercatori del Mit di Boston collegati via computer.

Fortunatamente si è trattenuto dal citare la partecipazione di Luttazzi, che al PalaDozza ha tenuto un monologo di una volgarità e di una inciviltà senza precedenti, riguardo al quale sono state pubblicate persino diverse lettere di protesta su quotidiani di sinistra come La Repubblica e il Riformista. Forse Santoro si è accorto che le ossessioni sessuali del cosiddetto comico sarebbero risultate assai stonate con la civiltà del dibattito che si stava preannunciando. Innovazione interessante lo spostamento dell’editoriale di Travaglio ad inizio puntata, per usarlo come stimolo alla discussione. Non è servito a dar fuoco alle polveri perché gli ospiti erano già sufficientemente pronti e preparati. Ma quanto torneranno i Mavalà di Ghedini e i Che c’azzecca Di Pietro i fuochi d’artificio sono garantiti…
Yoda