Il vostro vecchioYoda non aveva nemmeno finito di sintonizzare il ricevitore interstellare per guardare Annozero, che in pochissimi secondi ha capito l’aria che tirava: quella vecchia volpe di Santoro, fiutato il clima di resa dei conti che sta tirando da un po’ di tempo dalle vostre parti, aveva deciso di alzare immediatamente il livello dello scontro, denunciando nell’editoriale di inizio quello che a suo parere era ormai un clima di vero e proprio mobbing verso il suo programma.
Ottenendo neanche 5 minuti dopo la fine del programma una diretta risposta con un comunicato del Direttore Generale della Rai via TG2: «È molto grave che Santoro nella sua spasmodica e anche un po’ ridicola ricerca della provocazione fine a se stessa rivolga al capo azienda frasi inaccettabili, bugiarde e mistificanti. Al di là dei personalismi, comunque, il tema con Santoro è da più di 20 anni pateticamente sempre lo stesso: lui si ritiene più uguale degli altri e svincolato dalle leggi anche quando ne chiede continue deroghe e quando chiede contratti ad personam. È evidente che la questione dovrà essere affrontata in tutta la sua gravità in Consiglio di Amministrazione della Rai al più presto».
Forse era quello che Michele voleva, probabilmente si sta già pregustando una lauta buonuscita, ben più interessante della previsione di lavorare subendo ogni settimana quelle che per lui sono vere e proprie mutilazioni della sua autonomia giornalistica ed editoriale. Lo scontro – e forse il martirio – se l’è cercato anche con il titolo del programma “Scacco al premier” (tutt’altro che dubitativo) e con la composizione del parterre. Per il Pdl nessuno, solo Castelli per la Lega. Dall’altro lato del ring, Bocchino, Di Pietro, Travaglio, Vauro, Formigli, Grillo (e lo stesso Santoro). A fare da arbitro, Aldo Cazzullo. Come dire “qui comando io e faccio quello che mi pare”, alla faccia quindi dei richiami dei vertici al rispetto del pluralismo.
Molto scontato lo schema della trasmissione, senza alcuna innovazione rispetto a quello della scorsa stagione. Eroico ma rilassato – anzi rassegnato – Castelli, conscio della schiacciante superiorità numerica del nemico. Rilassato al punto da dire alcune cose di buon senso tipo: “Ma per sapere se è vero il documento del ministro di S. Lucia (che indica in Tulliani il proprietario dell’ormai famosissimo appartamento di Montecarlo, ndr) basta fare una richiesta per via diplomatica”. Ma anche capace di un notevole autogol: “Un politico serio non dovrebbe avere a che fare con società off-shore”. “E come la mettiamo con Berlusconi, allora?” è stata l’immediata replica di Santoro, prontissimo a cogliere l’involontario assist!
Noiosetta la solita solfa Fini-Berlusconi-Tulliani che da due mesi, in parlamento e fuori, occupa le prime pagine dei giornali. Prevedibile – come da schema – l’irruzione sul grande schermo del collegamento di Ruotolo con i preoccupatissimi e incavolatissimi operai della Fincantieri di Castellamare di Stabia. Altrettanto prevedibile e puntuale l’arrivo della tiritera di Travaglio su Lodo Alfano e processo breve: perfide le inquadrature di Castelli che sembrava stesse ingoiando il classico rospo mentre era obbligato ad ascoltare.
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Nessuna novità nemmeno dalla reginetta del birignao radicalsocialista Beatrice Borromeo: fedeli ai suoi sperimentati trucchetti, ha dato dalla piccionaia la parola al più giovane assessore della giunta Polverini, una brunetta ex-An ora Pdl, capace di dire soprattutto frasi fatte a macchinetta (così la brutta figura per la gioventù del centrodestra era assicurata). Sempre uguale anche Di Pietro, che però ci ha regalato una non indifferente riflessione: “Se tutti dobbiamo parlare con qualcun altro per avere contradditorio…ma allora, Minzolini, con chi parla?”.
Avveniva così che gli interventi registrati di Beppe Grillo risultassero la parte migliore del programma. Anche perché il noto comico sceso in politica ha usato toni meno urlati del solito, scorrazzando da par suo sul terreno dell’antipolitica con affabulazioni di presa non indifferente, tipo: “Ma vi rendete conto che i nostri giovani andranno in pensione a settant’anni, mentre a questi politici qui gli danno la pensione dopo due anni e mezzo?”. E via così, fino al coup de teatre finale di un messaggio ricevuto e letto da Santoro nel quale tale David, sedicente parente del Ministro in questione di S. Lucia, affermava con sicurezza che il governo locale non avrebbe mai dichiarato nulla sul documento in discussione, e che si erano visti agenti segreti russi, libici e italiani aggirarsi per la sua isola travestiti da turisti…Roba da non credere! “Se non è vero è ben trovato”, diceva un vecchio giornalista della Reuters.
Meglio del solito il Vauro, che questa volta se l’è presa con i politici di tutto l’arco costituzionale (Capo dello Stato incluso) con vignette evidentemente preparate prima, e quindi più pensate e meglio riuscite.
Insomma, ieri sera Santoro ha dato fuoco alle polveri, con l’intenzione di far saltare tutta la santabarbara. Forse perché anche a lui sono arrivati gli echi della dura reprimenda del Cavaliere a Masi, colpevole di non essere riuscito a rimuovere o limitare né lui stesso, né la Dandini, né la Gabanelli, e nemmeno Floris e Fazio.
Il duro comunicato di Masi significa che la santabarbara ha già cominciato a prendere fuoco…meno male che il vostro vecchio Yoda se ne sta a milioni di chilometri di distanza!