Sacconi, Tabacci, Renzi, Orfeo, Polverini, Giannini,… come il giovedì sera da Formigli, la tv ci sciorina la litanìa dei soliti presenzialisti ai talk show. E’ notevole la capacità di Floris nel presentare con brio, e come se fosse una novità, un teatrino di marionette di cui si conoscono ogni mossa e ogni parola. Così, durante la pubblicità si spera in Crozza. Che è abile, come al solito, ma alle pause canoniche gli applausi e le risate non arrivano o arrivano a stento. Sarà che oramai c’è ben poco da ridere…Poi comincia il solito servizio che incastra le lamentele dei pensionati, la fiducia in parlamento, i black block, condito dal consueto mix di musiche drammatiche e di tristi fisarmoniche. Poteva essere Annozero, o Piazzapulita o, per l’appunto, Ballarò.
Da 15 anni la tv non rinnova i palinsesti, mentre ora sempre più programmi si somigliano l’un l’altro. Se nonostante tutto fanno audience, non è che anche i telespettatori si sono addormentati e anestetizzati come l’intero paese?
Quando tocca a Sacconi, chiamato a dire la sua sui poveri pensionati del servizio, glissa e vola alto citando il Financial Times che ha scritto che l’Italia ha i fondamentali a posto. Con il suo solito brio Renzi cita lo stesso giornale che due giorni prima ha scritto che il governo italiano se ne deve andare. Poi però scade in un inutile battibecco con Sacconi su quale governo ha speso di più e ha fatto di meno.
La professoressa Fogli, giovane italiana che insegna in una università del Minnesota, ricorda le anomalie di un paese come l’Italia, che si trova al centosettantasettesimo posto nella classifica della crescita degli ultimi 10 anni, dopo lo Zimbabue, e in cui la disoccupazione giovanile è 4 volte superiore alla media europea.
Tutti assist per Giannini che ricomincia con le sue filastrocche sui decreti e sui piani promessi e mai attuati. Interviene di rincalzo Floris con un cartello su una serie di progetti approvati ma di cui mancano i decreti attuativi. Un piccolo colpo da maestro il vicedirettore di Repubblica lo piazza quando rimprovera a Sacconi il ritardo sulla presentazione del decreto sviluppo: “Si legge dalle agenzie che stasera Berlusconi discute del decreto sviluppo, ma sappiamo che Tremonti non c’è, lei è qui…e quindi con chi ne parla?”. Applauso.
La ricetta della Polverini per uscire dalla crisi è: fare bene ciascuno il suo lavoro, riflettere bene sulle cose da fare. Apperò: non ha parlato un avventore del Bar Sport, ma un presidente di Regione!
Tabacci rimprovera a Sacconi di aver nascosto la crisi e di aver sottovalutato l’urgenza di riforme strutturali da fare insieme, fidando nello stellone italiano e nella convinzione di uscirne dalla prima e meglio degli altri…e invece!
In collegamento c’è pure Aznar, che se la cava con grande semplicità: in Italia la situazione è immobile perché non si è sbloccata come in Spagna grazie a chi ha avuto il coraggio e la responsabilità di annunciare a breve nuove elezioni.
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Servizio: “Per che cosa ricorderete questa legislatura”.
Insalata russa stile blob sugli scandali, le intercettazioni, le liti nella maggioranza, il bunga bunga, le intemperanze dei ministri, Lavitola, eccetera.
Interpellato su “per cosa ricorderà questa legislatura” il teologo Mancuso raccoglie un lungo applauso quando afferma che la ricorderà per la vergogna. Cogliendo dal servizio una delle solite e sempre più infelici battute di Tremonti (Provate a farvi un panino con la Divina Commedia…) Cita proprio Dante: “ahi serva Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province ma bordello!”.
Sacconi attacca a testa bassa, dice che la vergogna la si dovrebbe provare per come è morta la Englaro, e poi ricorda tutte le riforme che invece sono state avviate, mentre da sinistra sono sempre state fatte solo proposte di spesa.
Il direttore del Messaggero Orfeo invita a non tirare i cattolici per la giacca (“Vanno bene su la Englaro, non vanno più bene quando invocano un cambio di governo come a Todi?”) e poi ricorda anche lui che nonostante una maggioranza schiacciante il governo non ha combinato quasi nulla: ha tolto l’Ici, ma era meglio non farlo!
Renzi ha buon gioco nel dire che lui la legislatura la vorrebbe solo dimenticare e che ora ci vorrebbe qualcuno capace di ridare agli italiani l’orgoglio di esserlo, mentre assistiamo invece all’indegno balletto sul nome del successore di Draghi, con Bossi che sponsorizza Grilli solo perché è di Milano… La Polverini insiste con le sue ovvietà: la responsabilità non è solo dei politici, ma di tutta una classe dirigente che deve essere capace di assumersi più responsabilità.
Ah, ma davvero?
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Interpellato sul perché Repubblica ha diffuso l’intercettazione in cui Berlusconi minaccia di fare piazza pulita del Tribunale di Milano, Giannini argomenta che innanzitutto si tratta di atti pubblici, e poi sostiene che il suo giornale lo fa per far capire chi è il nostro Presidente del Consiglio: un signore che incomprensibilmente dedica tutto questo tempo ad un oscuro faccendiere come Lavitola. E per cercare di capire di che pasta siano fatti ministri e alti funzionari pubblici che pur sbuffando, passano anche loro molto del loro tempo a dare retta all’oscuro faccendiere che si presenta come consigliere di Berlusconi. Tutte domande che anche il vostro vecchio Yoda da tempo si sta facendo, come probabilmente ogni persona dotata di normale buonsenso, a prescindere dalla appartenenze politiche.
Segue un interessante servizio sui buoni-pasto come moneta alternativa e sul ritorno del baratto. Ma l’argomento non viene affrontato perchè Sacconi è chiamato a cimentarsi almeno sui titoli del decreto sviluppo. Parla di cantierizzazioni e di spostamenti di capitoli di spesa, ma ad essere onesti ciò di cui parla o è poco chiaro o ha ben poco a che fare con un decreto-sviluppo.
I sondaggi di Pagnoncelli variano da cosa si pensa delle intercettazioni a cosa si pensa delle cause degli incidenti durante la manifestazione degli indignati e della fiducia al governo. Argomenti fin troppo diversi, sui quali ci sono risultati altrettanto diversi, mentre almeno il 66% deli italiani pensa che il Governo si dovrebbe dimettere. Curioso il fatto che lo stesso 66% pensi che l’immediata soluzione della crisi consista nella riduzione dei parlamentari. E infatti Pagnoncelli fa notare la “distorsione percettiva” che ha ben più a che fare con un sentimento di antipolitica che con un ragionamento economico.
Si finisce con il solito sondaggio di come voterebbero gli italiani se si votasse oggi (prevarrebbe la sinistra o una coalizione di centro-sinistra), e di quello sul gradimento dei politici, che vede da tempo Berlusconi e Bossi agli ultimi posti.
In coda si vola sorprendentemente alto con una intervista al sociologo Zygmunt Bauman: afferma che dovremo reinterpretare il nostro modo di vivere, obbligandoci a diventare migliori e a riconsiderare il nostro modo di vivere.
E’ giunto solo alla fine, ma è stato un breve momento che è valso la pena di aspettare per tutta la trasmissione.