Floris intende subito dimostrare che l’altalena delle borse e degli spread sarebbe dovuto al fatto che i mercati sono estremamente sensibili ad ogni minimo contrattempo e ad ogni minimo segnale di ottimismo. Ma è un’altalena che per oggi si è fermata in basso. E il vostro vecchio Yoda si trova seduto come tanti davanti ala TV per capire le intenzioni della classe politica. Chissà se gli ospiti in studio dimostreranno di aver compreso per una volta la gravità della situazione o ci rifileranno le solite tiritere… ma intanto va in onda la pubblicità, con il suo linguaggio ottimista, incurante degli spread e delle borse a picco. Dopo la pubblicità, Crozza cerca di strappare il sorriso facendo la caricatura di Monti, prendendolo in giro per la sua seriosità. Poche altre battute, si capisce che ce la mette tutta, ma si capisce anche che lui stesso sembra convinto di non poter far ridere più di tanto in un momento del genere.
Si parte subito con un servizio agghiacciante, in cui alcuni politici americani sostengono che l’America deve lasciare l’Italia al suo destino: ci pensi l’Europa a salvarla, se ne è capace. Poi la solita sfilza di sequenze straviste negli ultimi giorni: le intemperanze e le monetine contro Berlusconi, le manifestazioni di sostegno il giorno dopo al presidente del Consiglio. Maroni contesta la convinzione che i mercati seguano minuto per minuto ciò che avviene tra palazzo Chigi e il Quirinale. Sostiene poi che al PDL hanno cambiato parere sul governo Monti, per cui rimarranno soli a fare opposizione, visto che tutti i 34 partiti e partitelli che lo hanno incontrato hanno dato la loro disponibilità a sostenere il suo governo.
Lupi sfodera subito la sua abilità dialettica, spostando il discorso sugli altri mercati e sugli altri paesi che vanno male. Poi spiega che la decisione del PDL di sostenere Monti è un dovere di fronte ai gravi rischi del paese. E gioca da equilibrista nel non accusare Maroni di mancanza di sensibilità verso lo stato del paese, ma la sostanza è questa.
Della serie “a volte ritornano”, ci tocca pure risentire i sermoni di Veltroni: proprio lui che ha interpretato il ruolo di rappresentante della casta capace di discettare di qualsiasi questione senza averne mai risolta una. Ma tant’è, eccolo qui. Come faranno a stare insieme dopo essersi insultati per così tanto tempo, chiede Floris riferendosi ai partiti di destra e di sinistra.

Gian Antonio Stella dice molto semplicemente che sono obbligati a farlo data la gravità della situazione. Belpietro conferma che se dovranno andare d’accordo lo faranno “obtorto collo” per cui si vedrà quanto durerà. Anche il leader sindacale Bonanni ritiene che si sentiva proprio il bisogno di un momento di sosta nella troppa accesa dialettica politica: ma è come se ammettesse che una intera classe politica non è stata capace di fare politica ma solo risse. Pubblicità.
Si comincia con la lista di cosa dovrà fare Monti. Ennesimo servizio sulle pensioni: il collega di Stella, Rizzo, ricorda che ci sono parlamentari che prendono una pensione con un rapporto di 11 a 1 rispetto a quanto versato. Mentre ci sono i soliti piccoli pensionati che dopo 50 anni di contributi fanno la fame. Già visto, potremmo dire. L’economista Quadrio Curzio riparla dell’enorme peso del nostro debito pubblico, e dall’espulsione dell’Italia dalla cabina di comando con Merkel e Sarkozy. Sostiene che le richieste contenute nella lettera dei 39 punti sono in parte inaccettabili, perché esageratamente minuziose. Ma che occorre agire su una quantità di punti e non solo sulle pensioni, altrimenti non se ne esce. Condivisibile, ma troppo generico. Maroni dice una cosa che stiamo pensando in molti: ma di che stiamo qui a parlare? 
Aspettiamo di vedere le proposte di Monti e poi ne discutiamo. In effetti… per cui stasera era proprio meglio guardarsi un bel film. Tutti dicono ovvietà: Bonanni afferma che il suo sindacato non si tirerà indietro ma prima si deve mettere mano alla riforma fiscale, ai costi della politica, agli sprechi complessivi. Quindi anche lui aspetta che si incida su molti punti contemporaneamente. Anche Lupi fa capire che se i sacrifici saranno ugualmente distribuiti il suo partito non si tirerà indietro. Si capisce quindi il perché solo un governo di emergenza li può imporre. La chiave del servizio sulla casa è la stessa di quello sulle pensioni. Si mostrano le esagerazioni in un senso e nell’altro, tanto per premere il tasto sulle diseguaglianze. 

Maroni alza il livello del discorso proponendo di ammettere deroghe al patto di stabilità per permettere ai comuni virtuosi di spendere le risorse che hanno accumulato: se Monti proporrà questo provvedimento, lo voterà. Veltroni sostiene che l’unico modo per trovare quattrini è scovare i patrimoni che non vengono dichiarati, rispettando soglie di equità, ma tassando chi si poteva permettere una casa da dieci milioni di euro come quella mostrata nel servizio. Ulteriore agghiacciante inserto sulle banche che non hanno più soldi, non li prestano, non fanno più mutui. 
Floris domanda a Quadrio Curzio cosa dovrebbe fare un ministro dell’economia in questa situazione. Secondo lui nel medio-lungo periodo si dovrà recuperare l’evasione. Nel breve, una reintroduzione dell’Ici è obbligatoria, perché così è in tutta Europa. Il principale sforzo si dovrà concentrare nel ridurre lo spread, altrimenti gli interessi si mangeranno ogni sforzo. Quando è il suo momento, Pagnoncelli estrare dai suoi sondaggi un de profundis per Berlusconi: il 65% pensa che si sia dimesso troppo tardi, mentre il 60% pensa che il PDL non sia più maggioranza nel paese.  Solo il 4% ritiene che possa fare ancora il leader. Se si andasse a votare, oramai è così da diverse settimane, il centro destra perderebbe con qualsiasi tipo di alleanza. Dal che non si capisce come mai soprattutto il centrodestra insista così tanto per andare a votare. Secondo il campione interpellato, Monti chiederà sacrifici a tutti. E dato che l’83% ritiene che i sacrifici toccheranno la propria famiglia, se ne ricava la convinzione che la maggioranza degli italiani si aspetta di dover dare il proprio contributo per uscire dalla crisi. Fine delle chiacchiere, delle opinioni, dei sondaggi. Tutti andiamo a dormire in attesa dell’appuntamento di domani (mercoledì) alle 11 tra Monti e Napolitano. Fosse vero che anche nel governo d’emergenza ci sarà un clima insolitamente pacato e riflessivo come quello tenuto dagli ospiti questa sera…