La settimana scorsa il vostro vecchio Yoda aveva azzardato il pronostico: e ci ha preso in pieno. Con l’ultima puntata dell’anno Santoro annuncia urbi et orbi il suo abbandono della Rai. Una decisione che ha fatto e farà rumore, soprattutto per i suoi riflessi sul futuro industriale della tv pubblica.
Rivendicando il suo orgoglio di dipendente della Rai, si rivolge al presidente Garimberti ricordandogli quanti sono stati – e sono – orgogliosi di esserlo. Poi si domanda retoricamente di chi è la Rai di cui ancora tanti sono orgogliosi. Se la prende con l’Agcom, ricorda le lottizzazioni partitiche, ma poi osserva che non se la sente di continuare ad andare in onda per volontà dei giudici. E poi lancia il suo ballon d’essai: ora che non ci deve stare più per obbligo, e tutti sono liberi di decidere, Santoro offre una grande opportunità alla Rai: fare un anno di trasmissioni al costo di un euro a puntata! Più che un sasso, una bella bomba atomica nello stagno. Come reagiranno la direzione generale e il CdA della Rai di fronte ad una proposta che permette a RaiDue di non andare a picco, come molti commentatori hanno detto, e per di più senza il costo di Santoro?
Poi Annozero comincia con la registrazione delle incredibili intemerate dei sedicenti “servi liberi” raccolti da Ferrara al Capranica. Incredibili perché dicono cose che nemmeno i più acerrimi nemici…Pubblicamente si sottolineano tutti gli errori e i difetti del Cavaliere per poi chiedergli alla fine di riprendersi una leadership che secondo i suoi più fidati direttori di giornale ha ormai perso. Mah! Poi si scontrano direttamente Brunetta e Bersani con accuse assai dirette al limite dell’aggressione personale. “Mi fate pena”, “Siete ridicoli” e via di questo passo…come inizio di trasmissione e finale della telenovela di Annozero non c’è male…forse questa volta il combattimento di gladiatori finirà davvero con del sangue che scorrerà in studio in forma non virtuale.



Di Pietro si dispiace per il finale della vicenda di Santoro perché in questo modo il servizio pubblico finirà per non avere un pluralismo di voci. Invita poi a votare per i referendum ricordando che nel caso di vittoria non ne approfitterà per chiedere le dimissioni del Governo. Interviene Castelli con la sua curiosa idea di servizio pubblico: non gli sta bene che chi non la pensa come una parte dei cittadini parli in una tv pagata da tutti i cittadini. Davvero peregrina idea di pluralismo.
Di Pietro, Brunetta, Bersani, Castelli, Travaglio: gli ospiti dell’ultima puntata sono le icone emblematiche dei gladiatori che hanno animato per più di una stagione l’arena di Annozero.
In diretta dal Palazzo di Giustizia Ruotolo intervista una cancelliera che spiega i gravi ritardi della giustizia…e Brunetta perde una grande occasione per non rifilare le sue solite banalità sulla modernità dei processi on-line: la cancelliera ricorda che nel processo penale l’on-line non s’è mai neanche affacciato, e una responsabile dell’economato del Tribunale di Milano ricorda a sua volta che i pochi computer che arrivano dopo mesi dalla richiesta non vengono installati perché, per mancanza di fondi, sono stati tagliati i servizi di assistenza informatica!
Non poteva mancare Grillo che se la prende con la “casta” responsabile di non aver voluto l’election day con un aggravio di spesa di 300 milioni di euro solo perché si è cercato di evitare il raggiungimento del quorum. Bersani lamenta il fatto che Grillo parli sempre ex-cathedra, senza mai venire in studio ad accettare un qualsiasi contradditorio.



Di Pietro mostra di voler abbandonare il suo tipico atteggiamento di pura denuncia per cercare di assumere uno stile più riflessivo e pacato, proponendo di impedire che i processi vadano prescritti cercando di snellire la burocrazia giudiziaria e sostenendo i giudici nel loro lavoro.
Sotto le grandi foto dei magistrati uccisi, appese sul fronte del Palazzo di Giustizia di Milano, i loro figli cercano di lanciare un messaggio di collaborazione tra politici e magistrati…senza alcun successo, vista l’impossibilità di conciliare la visione dell’economa del Tribunale e del ministro Brunetta.
Nel suo editoriale, Travaglio spiega a modo suo il significato del legittimo impedimento oggetto di uno dei referendum, ed elenca una serie di politici di vari paesi che invece di invocare il legittimo impedimento si sono fatti processare e si sono dovuti dimettere.
A sorpresa interviene Celentano che cerca di fare lo spiritoso ma lo studio si infiamma quando Castelli rinfaccia a Santoro di far politica con i soldi del canone…apriti cielo: Santoro si toglie d’un colpo tutti i sassolini dalle scarpe, arrivando a gridare che è esattamente il contrario. Secondo lui è Annozero a finanziare con i suoi introiti il servizio pubblico. Riapriti cielo: le urla si sovrappongono, gli insulti volano…la rissa è assicurata, la comprensione meno. Ma questa è la cifra di Annozero, e forse, tristemente, proprio per questo fa così alti ascolti.



Sul finire Santoro chiede a Bersani e Brunetta di lanciare il loro appello pro e contro i referendum. Ma Brunetta propone invece di accettare la proposta di Santoro di continuare a fare il programma a euro zero a patto di privatizzare la Rai. Santoro ha buon gioco nel dire che se mai si privatizzasse la Rai lui si iscriverà al PDL, perché vorrebbe dire che Berlusconi rinuncerebbe al duopolio che lo ha reso ricchissimo.
In conclusione Celentano legge le parole del Papa che in giornata ha affermato che bisogna dire no alle energie pericolose.
Pubblico di fedelissimi impegnato nell’ultima standing ovation dopo le vignette di Vauro, anche lui occupato a togliersi un po’ di sassolini dalle scarpe soprattutto nei confronti dell’ex direttore generale Masi. Azzeccata l’ultima vignetta con la Santanchè seduta al posto che ha occupato per molte puntate: “Stia pur seduta, ce ne andiamo noi”.
Dove continuerà Annozero?