Toh, chi si rivede in Rai? Ma il Robertone nazionale, il premio Oscar Benigni. Un po’ per vendicarsi (con se stesso, però) per essersi lasciato sfuggire Celentano e un po’ per far riguadagnare uno straccetto di reputazione alla Rai, il neo-Direttore di Raiuno, Giancarlo Leone (già direttore dell’intrattenimento dell’azienda di servizio pubblico) ha proposto ai neo-comandanti Gubitosi e Tarantola una grande novità: una serata tutta gestita da Benigni. Che novità, direte voi… già! La novità in effetti c’è, e consiste nel fatto che Benigni non parlerà di Dante, ma addirittura della Costituzione. I neo-comandanti, incuranti di una serata dall’alto costo e del tutto senza pubblicità, hanno subito accettato con entusiasmo, visto che l’idea ha permesso loro di farsi immantinente ricevere in pompa magna insieme a Leone e a Zavoli (Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza) dal Presidente della Repubblica.

Non si sono sprecate e non si sprecheranno le dichiarazioni auto-elogiative sulla capacità del servizio pubblico di fare spettacolo di qualità: l’evento è anche un’ottima occasione per far passare per qualche giorno nel dimenticatoio tutte le mediocrità che la Rai ci ammannisce di mattina, di mezzogiorno e di sera, complice il Leone, già direttore dell’intrattenimento Rai, ma pur sempre capace di farsi descrivere dai giornalisti amici come super manager indipendente e innovatore.

E non è solo Yoda a pensarla così: l’autorevole Valentini ha scritto nella sua rubrica “Il sabato del villaggio” su Repubblica, che se si voleva davvero innovare la programmazione di Raiuno forse sarebbe stato più opportuno non ripescare chi è stato da anni coinvolto nella sempre più scadente programmazione della Rai. Ah, questi tecnici, veri e sedicenti… se la cantano e se la suonano, tanto il cittadino utente che può fare? Nulla, pagare e tacere.

Benigni, da gran guitto qual è, l’ha già buttata sulla mozione degli affetti, senza lesinare la retorica: “La nostra Costituzione ancora respira, è come la cupola del Brunelleschi. Se penso a quanti Stati hanno fatto propri questi principi ho già il batticuore”… E poi, ancora: “In questo momento ci stiamo tutti un po’ perdendo, bisogna riscoprire chi ci ha indicato e illuminato la strada con delle regole semplici”. Dubitiamo che abbia voluto alludere alle improvvisazioni del numero Uno sulle sue prerogative costituzionali… E, inoltre, se i principi fossero davvero così semplici, come mai ci vuole un organismo di così alto livello e così articolato come la Corte Costituzionale per decodificarli?

Detto questo, figuriamoci se il vostro vecchio Yoda non è contento che un guitto di altissima classe come Benigni riesca a fare grandissimi ascolti parlando della Costituzione, che – se fosse per lui – andrebbe insegnata a scuola. E figuriamoci se non sarà contento di potere ridere alle battute sul ritorno della mummia (come ha titolato Liberation a proposito di Berlusconi) e a tutte le altre che l’ex-premier si sarà sicuramente meritate.

Ma quello che non gli va giù è lo sperticato autoelogio di chi ha contribuito a ridurre la Rai al modesto livello in cui si trova e di chi non riesce a fare altro che lustrare -spendendo moltissimo senza incassare niente, nonostante i conti in rosso – un bel gioiello già visto e rivisto! Ma che volete farci? A parte la perfetta e inamidata permanente della Tarantola, per ora “niente di nuovo sotto il sole”.