Precettato anche stasera il vostro vecchio Yoda s’è dovuto immergere nella scenografia da Star Trek dei poveri di questo sgangherato Sanremo, leggendo per dovere i fiumi di inchiostro sul caso Celentano e su tutto quello che sta significando. Su Adriano però non c’è nulla da aggiungere a quanto Yoda ha già scritto. Qualcosa di più invece c’è da aggiungere sull’abisso, ampiamente stigmatizzato da tutti i commentatori, raggiunto dalla dirigenza della Rai, complessivamente responsabile della totale mancanza di guida editoriale di un evento come Sanremo. Lorenza Lei, dopo essersi scusata con gli insultati da Adriano, ha dato l’avvio ai passaggi del cerino. Prendendosela con Mazza, il quale se l’è presa con Mazzi, che l’ha rimandato al mittente, invocando giustamente i contratti firmati. Poi ha inviato a Sanremo per finta come recalcitrante “commissario” il vice-DG Marano, leghista come la consigliera Bianchi Clerici che da tempo la strapazza. Credendo così di prendere due piccioni con una fava: mostrare di fare – molto tardivamente, qualcosa – e mettendo nei pasticci un inutile commissario, amico della consigliera nemica. Commissario che ha subito detto di non potere in realtà fare nulla, come era del tutto ovvio. Poi, la Lei se l’è presa con il neo-assunto responsabile delle relazioni istituzionali Marco Simeon reo di essere stato sorpreso ad applaudire Celentano… insomma storie di sgambetti da basso impero, mentre il presidente Garimberti (che Il Fatto ha definito “presidente a sua insaputa”) si dissocia…

Complessivamente un quadro semplicemente penoso, in cui cosiddetti dirigenti, pagati 4 e anche 500.000 euro l’anno (un miliardo del vecchio conio, signori!) si dichiarano a catena irresponsabili di qualsiasi cosa succeda nell’azienda che dirigerebbero. Chissà se almeno se la prenderanno con il fonico (ubriaco? addormentato? distratto?) che assai spesso si dimenticava di alzare il microfono al momento giusto, suscitando palesi gesti di stizza di Morandi, e facendo infuriare Macy Gray che stava andandosene senza salutare visto che la sua voce arrivava a malapena. E così parliamo del festival: Morandi nervoso e palesemente intento a leggere sempre il gobbo (ma così potrebbe condurre chiunque!), imbarazzante la valletta-cavallona Jovanka per la sua rigidità e per la sua classe…infatti alla sua prima apparizione ha detto di avere più seno delle due sostitute…mah! Tutto perfettamente in stile con questo festival delle scurrilità mescolate alle difese politically correct di qualsiasi deviazione sessuale, così, tanto per essere “à la page”. Anche festival dell’abuso degli aggettivi “grandissimo” e soprattutto “straordinario”, che se li togliessero dal vocabolario probabilmente Morandi dovrebbe parlare a gesti. Non disprezzabile l’idea dei duetti con artisti stranieri, oggettivamente troppi, e quindi con molti alti e bassi musicali. 

Sarà per l’età avanzata, ma al vostro vecchio Yoda certi rapper sono sembrati svociati e del tutto insignificanti, nonostante siano ai primi posti nei loro paesi. E in alcuni momenti tutto poteva sembrare tranne che il festival della canzone italiana. Davvero imbarazzante Chiara Civello, che si è notata più per la troppo generosa scollatura che per una modestissima voce, che naturalmente Morandi ha definito una delle migliori cantanti jazz della scena internazionale…AIUTOOO! Modestissimi e del tutto fuori posto i Marlene Kuntz che hanno fatto il possibile per rovinare l’esibizione di un mostro sacro come Patti Smith, grazie ad un batterista rigido e pestone… e che giustamente alla fine sono stati definitivamente eliminati, mentre altrettanto giustamente è stata ripescata la bella canzone di Dalla e Carone. Emozione per la presenza del mitico Brian May dei Queen e per la performance di alta classe di Noa, ed emozione ancor più vera per la intramontabile voce di Josè Feliciano, molto ben supportato da una bravissima Arisa. Ecco, l’unico lato confortante del baraccone sanremese è stato costituito da alcune conferme: per l’appunto Arisa uscita dal primitivo clichè, Dolcenera rispuntata fuori con grandi doti di cantante e pianista (e pure fluent english, sicchè Morandi la interrompeva sempre perchè lo faceva sfigurare, lui che cercava di sfoggiare un po’ di pronuncia usando solo sostantivi e ignorando qualsiasi verbo!), Emma e Renga possessori di voci solide e ben impostate.

Il resto è stato al livello dei direttoroni Rai: basti citare il ballo della foca (roba da avanspettacolo di quart’ordine!), direttoroni che comunque si sono dati interamente; in prima fila non ce n’era uno che fosse uno, mentre c’era l’immarcescibile nave scuola Venier, di cui Yoda si è sempre chiesto perché mai goda così tanto sostegno dai direttoroni medesimi: forse perché non sono nemmeno in grado di decidere di farle prendere una sana pausa dal video.

Basta: cosa non si fa per amore del Sussidiario e dei suoi lettori! Aspettiamo il ritorno di Celentano per capire se con un briciolo di sale in zucca decidesse di cantare soltanto… ma forse non lo farà, visto che ha capito che questa sarà la sua ultima apparizione televisiva.