Un tempo si usava dire che la tv è lo specchio di un Paese. Oggi è più difficile, visto che le offerte si sono moltiplicate: ma se guardiamo alla tv generalista tradizionale, dovremmo dedurre che l’Italia è un Paese di pensionati e bambini con oltre tre mesi di vacanza e assai scarsi interessi. Se guardiamo infatti all’offerta informativa, a parte i TG sempre più ingessati e uguali a se stessi, chiusi i talk-show di riferimento, ai telespettatori rimangono Porta a Porta e Quinta Colonna. Con ascolti più o meno simili e share che oscillano tra l’11% e il 12%. Non pagano nemmeno i tentativi di scoop, come l’intervista al comandante Schettino, che ha prodotto addirittura uno share di poco inferiore a quello della puntata precedente.

E sì che il pubblico ci sarebbe, visto che le statistiche ci dicono che a causa della crisi la gente rimane in casa per non spendere… Evidentemente i più giovani se ne vanno su internet e sulle tv tematiche, mentre gli altri si devono cuccare palinsesti fatti di repliche e di trite manifestazioni canore. Curioso che i maghi del palinsesto non si rendano conto che la fidelizzazione a una rete è data dalla sua offerta complessiva, almeno per quanto riguarda la tv generalista? Ma visto che d’estate si raccoglie meno pubblicità, si pensa solo a risparmiare…

Quello che è più grave è il risparmio di materia grigia, fatto soprattutto a opera della Rai, che invece percepisce un canone per un servizio pubblico che dovrebbe essere fornito tutto l’anno. Così, in mezzo a melensi melange di celebrazioni di “premi” di ogni genere (la Rai è riuscita ad ammazzarne pure uno prestigioso come lo Strega) a nulla serve la altrettanto melensa e untuosa presenza di Vespa, con il suo solito corredo di ospiti invitati per compiacerli piuttosto che per approfondire alcunché.

In mezzo a tutto questo deserto brillano i servizi veloci e ben fatti di Sky, e primeggia in assoluto La7, con un’idea semplice semplice: presentare un film in grado di far discutere per il suo contenuto di attualità, invitando pochi ospiti di spessore a commentarlo…”poca spesa, molta resa”, dice un vecchio proverbio. E così può pure avvenire che avendo programmato da tempo di mandare in onda Il Divo, a Enrico Mentana sia capitata l’enorme fortuna di veder scoppiare la mattina stessa la questione della legittimità delle intercettazioni del Capo dello Stato con il senatore Mancino.

Oplà: presente in studio insieme all’ex-ministro Martelli, il senatore Mancino, raccontando la sua versione sulla presunta trattativa Stato-Mafia ha garantito a La7 uno share doppio di quello della media di rete! Solo fortuna? No, ma è proprio vero che “audaces fortuna iuvat” e Mentana ha interpretato bene lo spirito di una rete che non va in letargo, cercando di stare sempre sul pezzo con iniziative semplici ed efficaci, come ad esempio “In onda”. Il successo del suo TG, poi, è dovuto al fatto che si è messo a fare un telegiornale semplicemente come andrebbe fatto, cucendo e cucinando in diretta le notizie, magari con un po’ di sbavature, ma dando l’impressione di aiutare gli spettatori a formarsi un punto di vista. Possibile che i cervelloni di viale Mazzini, con tanto di Direzione Marketing Strategico, Direzione Prodotto Editoriale, Palinsesto eccetera, più tutte le varie testate, spesso doppioni una dell’altra, non siano capaci di inventarsi una serata a tema – una per rete – una volta la settimana?

Se si pensa poi a tutto ciò che c’è nelle Teche della Rai…ma che si vuole pretendere, troppo lavoro…, e poi adesso in azienda stanno tutti in riunione per capire chi sale e chi scende con i nuovi vertici…ed è tutto un correre a iscriversi al partito dei tecnici, cercando di scrollarsi di dosso anni di militanza politica. E il pubblico nel frattempo dovrà continuare a tenersi le serate canore allegramente tristi e le untuosità di Vespa…salvo sintonizzarsi altrove. Ma allora che non facessero pagare il canone d’estate, no?