“Obbligato” da Il Sussidiario a vedere due partite di calcio in tre giorni, alla fine il vostro vecchio Yoda lo ha fatto volentieri, perché è stata una ulteriore buona occasione per capire lo stato del Paese: un Paese dove c’è gente che si impegna molto e chiacchiera poco (ci metterebbe Monti, Prandelli, i nostri giocatori) e molti altri che chiacchierano molto, anzi, soprattutto chiacchierano (ci metterebbe l’inamovibile presidente Abete, gli inamovibili Paola Ferrari e Giampiero Galeazzi, con tutta la squadra dei giornalisti sportivi della Rai, e tanti inamovibili parlamentari).

La riprova che i sunnominati capiscono di calcio assai meno di Yoda è nelle tante chiacchiere degli ultimi due giorni, in cui hanno ipotizzato una possibile vittoria sulla Spagna. Soltanto a guardare in faccia i giocatori spagnoli prima dell’inizio della partita, Yoda aveva capito che sarebbe finita come è finita. Così gli sono apparsi ancora più insopportabili i vaniloqui dei commentatori, che ancora dopo il due a zero si lasciavano andare a incredibili affermazioni del tipo “si potrebbe rimontare, basta crederci”.

Tutti ampiamente insopportabili, tutti ugualmente allenati a dire tutto e il contrario di tutto. Adesso improvvisamente scoprono che i problemi sono i club, che se ne fregano dello sport, non allevando campioni, ma comprandoli all’estero già fatti, e via con amenità di questo genere. Ma davvero! Da quando il denaro ha fatto irruzione nel sistema calcio, lo sport è stato sempre più spesso messo da parte, fino a quasi affogare nella palude del calcio-scommesse. Ma se ai vertici della federazione ci sono quelli che non hanno mai visto niente, così come tra i giornalisti sportivi ci sono quelli che pur vivendoci in mezzo, hanno fatto come le tre famose scimmiette…che speranze di rinascita abbiamo?

Per allargare il discorso, Yoda è rimasto semplicemente di sasso nell’ascoltare al Tg11 uno dei più queruli rappresentanti del Pdl, che si è sempre distinto per le critiche all’operato di Monti, dichiarare il giorno dopo il successo del vertice internazionale: “abbiamo fatto, abbiamo conseguito risultati importanti, abbiamo convinto… eccetera”. Era pure uno di quelli che a ogni piè sospinto affermava che l’Italia era il Paese che se la passava meglio degli altri, eccetera…

L’amara deduzione è che questo è il Paese degli opportunisti, di quelli che avendo le amicizie giuste stanno in luoghi e in posti di comando dove in altri paesi ci si arriva solo per merito e curriculum.

Che si tratti di commentatori sportivi o di politici, la necessità di un ricambio si fa sempre più pressante. Ma dove si troveranno le nuove leve, se nessuno ha cercato di allevarle?