È sempre più facile per Santoro trovare elementi per la sua drammatizzazione televisiva a Servizio pubblico: basta andare in giro a far parlare imprenditori che chiudono e operaie rimaste senza lavoro. Poi gli basta avere in studio Salvini e Landini per far crescere rapidamente la febbre della trasmissione. Uno spara sull’Europa con argomenti che sono altrettanti uppercut: ieri è stato deciso di togliere 20 miliardi all’agricoltura italiana, mentre in passato sono stati tolti i dazi verso i paesi che ci stanno togliendo lavoro…e inoltre con i soldi italiani sono state salvate banche spagnole e tedesche. Landini spiega piuttosto lucidamente che le privatizzazioni annunciate sono solo svendite per fare un po’ di cassa, mentre manca un progetto in qualsiasi settore produttivo. Con poche cifre, anche il giornalista economico Dragoni conferma che le possibili privatizzazioni sarebbero inutili e addirittura pericolose. Con una bella faccia perbene e due occhiaie stanchissime, il secondo arrivato alle primarie del Pd, Cuperlo, butta lì un po’ di frasi generiche sulla dignità del lavoro e suggerisce di far ripartire i cantieri pubblici per mettere in giro un po’ di liquidità e rilanciare i consumi… nulla di nuovo sotto il sole, e l’amara sensazione che nessuno abbia una ricetta decente e praticabile per rilanciare il Paese.
Come se non bastasse, ci voleva il ciclone che ha investito la Sardegna per poter permettere alle telecamere di Servizio pubblico di mostrare terribili devastazioni e testimonianze di cittadini disperati a causa dell’acqua che ha distrutto tutto: campi, officine, magazzini, negozi, abitazioni. Invero insopportabile Ruotolo che si fa raccontare dai proprietari come i loro beni sono stati distrutti in pochi minuti.
Salvini colpisce duro e facilmente, quando ricorda che lo Stato potrebbe prendere 90 miliardi agli organizzatori dei giochi da bar per spenderli in opere pubbliche – e invece glieli lascia + o che il patto di stabilità impedisce ai comuni e alle regioni virtuose di spendere soldi che hanno in cassa. Anche Cuperlo è d’accordo (di fronte a questo disastro complessivo sono tutti d’accordo!) e ripropone il lavoro di Stato intorno alle opere pubbliche. Almeno Landini ha parlato di rilancio di tessuti produttivi: l’unica soluzione che Cuperlo propone è invece un lavoro di Stato. Mah!
Ancora più condivisibile Landini quando dice che le macerie sarde sono il frutto di un modo di pensare, degli abusi, dei condoni, delle furbizie, delle evasioni. Salvini piazza un carico da undici facendo una domanda retorica: “Non è che Monti e Letta sono stati messi lì da qualche stato straniero per svendere l’Italia a pezzi?”. Dragoni ricorda che uno Stato che paga interessi sul debito per un ammontare di 85 miliardi all’anno non saprebbe che farsene di due o tre miliardi ricavati da privatizzazioni e per di più per un solo anno…
Travaglio prova a infilzare Napolitano, ricordando tutti gli interventi che secondo lui sono stati fatti al di fuori delle sue prerogative. Gli ospiti in studio ascoltano impietriti perché l’attacco è durissimo. Nell’imbarazzo generale si passa al povero intervistatore Bertazzoni, che sotto una pioggia scrosciante prova a farsi dare qualche risposta da un po’ di parlamentari che stanno andando in aula per il dibattito sulla Cancellieri. Naturalmente non cava un ragno dal buco: l’unica risposta chiara che si porta a casa viene addirittura scritta in super sullo schermo “Che cazzo vuoi, che sto andando a casa?”. È il modo che ha Santoro per spettacolizzare la sempre più usurata gag dell’intervistatore molesto.
Segue uno stucchevole interrogatorio a Cuperlo sulle sue divergenze con Renzi, anche per la mancanza di un contradditorio. Più interessante si fa la faccenda quando Cuperlo cerca di confutare le tesi di Travaglio sulle esondazioni del Capo dello Stato dal suo ruolo, ricordando che una certa elasticità è stata prevista dai padri costituenti a fronte di una eventuale debolezza dei partiti. Poi però sostiene che i partiti non fanno poi così schifo come dicono Travaglio e Santoro, beccandosi un vero e proprio attacco a testa bassa dal Santoro medesimo. Ancora una volta – si vede che stasera è in palla – Landini dice un’altra cosa sacrosanta: perché dare centesimi a pioggia a tutti invece che sovvenzionare solo le imprese che decidono di rimanere in Italia e di rilanciare dei settori industriali? Già, perché?
A sorpresa Santoro fa intervenire uno dei più famosi transessuali d’Italia, di nome Efe, che da un lato chiede di poter pagare regolarmente le tasse, e dall’altro lamenta di aver ricevuto una richiesta di pagare a Equitalia oltre 400.000 euro per i suoi guadagni passati. In definitiva lamenta che gli siano chieste le tasse per un lavoro che invece non è riconosciuto come lecito o esistente. Insomma, Efe fa di tutto per attirare l’attenzione su di sé, e Santoro fa altrettanto invitandolo(a) in trasmissione. Che s’ha da fa pe’ campà…