Oramai i lettori di Yoda conoscono la sua passione per il famoso aforisma di Flaiano: “La situazione è disperata ma non seria”. Ogni giorno di più, ogni giorno che passa l’assoluta veridicità ne viene confermata. Ci mancava infatti pure il Festival di Sanremo in mezzo alle elezioni: e non si sa se dire “sono solo canzonette”, o “sono solo elezioni all’italiana (che si fanno cioè con la legge “porcata”), o se “sono solo tutte barzellette”, elezioni e canzonette insieme. Come lo sono le improbabili promesse di Berlusconi, le minacce di Bersani, le sparate di Grillo, gli impresentabili compagni di strada di Monti, compromessi come non mai con la vecchia politica, e via di questo passo.

A proposito di Sanremo, per una volta il vecchio Yoda è d’accordo con Berlusconi: il Festival andava spostato, ma non per paura degli sfottò dei comici che – Yoda ne è straconvinto – colpiranno tutti indistintamente. Bensì perché un evento mediatico così significativo (ahinoi!) toglierà attenzione alle tribune elettorali, già modeste di per sé. E questa è di per sé una grave violazione dei compiti del servizio pubblico. Ma dov’è, si domanda il vostro vecchio maestro Jedi, la Commissione di Vigilanza, dov’è il suo presidente Zavoli, un tempo grande e autorevole giornalista, oggi re travicello con autista tra i flutti delle onde parlamentari? Dov’è la presidente della Rai, sempre pronta a dire generiche banalità sul servizio pubblico? Forse è a farsi rimettere a posto la permanente un po’ scossa dai brontolii sulla sua scarsa capacità di controllo in Banca d’Italia riguardo al Monte dei Paschi di Siena.

Dove sono i consiglieri, che avrebbero finalmente un’occasione per toccare una palla, visto che il dg Gubitosi se le gioca gelosamente tutte lui? E quindi dov’è il massimo responsabile dell’Azienda di Stato? Forse è solo intento a cercare di fare audience per raccogliere un po’ di soldi, delegando le responsabilità editoriali ai sottoposti? E dov’è allora il Direttore di RaiUno, il dirigente per tutte le stagioni Giancarlo Leone, che ispirato a Ponzio Pilato ha già dichiarato di non voler controllare nulla di quello che si dirà a Sanremo, fidando sul buon senso dei comici (Il che è di per sé un fantastico ossimoro)? Del responsabile dell’intrattenimento, poi, Marano si sono perse le tracce da tempo, forse se ne vergognano i suoi stessi amici leghisti, per il fatto di aver ridotto l’intrattenimento della Rai di Roma ladrona in questo stato pietoso…

In tutta questa orgia di scaricabarile, chi se la gode più di tutti, dall’alto dei suoi compensi milionari e, soprattutto, dalla totale licenza di fare e dire quello che gli pare? Ma Fabio Fazio, naturalmente. Chiamato a tenere alta l’audience della più sfiatata delle manifestazioni canore, se ne inventa una al giorno per stimolare la curiosità del pubblico e dei giornalisti, sempre alla caccia di qualche notizia. Adesso si è messo in testa di trasformare un evento di guitti e canzonettari in una roba seria, che dovrà per forza occuparsi di politica, perché la politica è la vita, e la vita è fatta anche di guitti e canzonettari che si occupano di politica. Alla faccia delle alte responsabilità del servizio pubblico che con il Festival oscura i messaggi dei candidati alle elezioni del governo del Paese. E, soprattutto, alla faccia del servizio pubblico, trasformato in un servizio privato di cui Fabio Fazio approfitta a piene mani per diffondere urbi et orbi il suo fazismo, che è un concentrato di propaganda per l’eutanasia, di veltronismo spinto, di promozione dei libri e dei film degli amici degli amici, e ora di promozione spudorata del matrimonio tra gay tramite l’invito (a spese della Rai!) di una coppia di omosessuali che andrà poi a sposarsi a New York.

Pare che i due invitati oltre che a dichiararsi dalla tribuna del Festival il proprio amore, si daranno un bacio (alla francese) per rendere plastica la loro protesta, che il fazismo impone a tutti come coraggiosa scelta di civiltà. È il trionfo del relativismo etico, di un servizio pubblico che oramai potremmo chiamare relativismo pubblico pagato con il canone da tutti.

Finora non uno che in Rai (Presidente, Direttore Generale, Consiglieri, Direttori Vari, Presidente della Vigilanza) abbia il coraggio di porsi la domanda: forse stiamo uccidendo le ultime ragioni di un servizio pubblico, dando a ragione a Berlusconi che minaccia lo sciopero del canone? Ci mancava solo questa: farlo passare per uno che dice cose serie! Anche di questo dovremo ringraziare Fazio i tutti i fazisti che gli fanno corona.

È proprio vero: la situazione è disperata ma non seria.