“La situazione è disperata ma non seria”…quante volte Yoda vi deve ripetere l’aforisma di Flaiano? Probabilmente lo dovrà fare d’ora in poi ogni volta che gli verrà chiesto di commentare il comportamento dei parlamentari grillini, come nel caso del video del “Cappellaio matto” cliccatissimo sulla rete. 



Il Cappellaio matto è una specie di Morgan dei grillini, esponente di una band romana diventato attivista del Movimento 5 Stelle. In un confronto con Matteo Orfini del Pd, sciorina tutto il repertorio già noto, dal “voteremo provvedimento per provvedimento”, al “deciderà tutto la Rete”, “decideranno i cittadini”. Ma intanto lui e tutti gli altri riuniti in un hotel di Roma aspettano il verbo da Grillo e Casaleggio, anche se la riunione è tutt’altro che tranquilla, perché si avverte che chi di rete ferisce…di rete può perire. Trapelano le prime divergenze di vedute: «Dobbiamo dire qualcosa ai milioni di persone che ci hanno portato qui. La gente vuole sapere che intenzioni abbiamo». Così Paola Taverna, eletta nel Lazio al Senato per il M5S, nel corso dell’incontro a Roma. «Tutti mi chiedono che fate. A me la chiusura non piace: da una parte siamo un modello di apertura e poi chiudiamo a tutti – dice ai colleghi -; non perdiamo le persone che ci hanno portato qui. È la gente che deve fare politica e noi dobbiamo essere dei portavoce, oppure moriamo in tre mesi». Altri invitano a prendere in giro i giornalisti, tutti intenti a braccare i neo-parlamentari, ancora alle prese con la costruzione di un sistema di democrazia interno, e, prima ancora, di comunicazione tra di loro. 



Tutto lascia intendere che Grillo e Casaleggio vogliono divertirsi a far ballare la samba al resto del parlamento, facendo esplodere ogni contraddizione. Non a caso l’ultimo post di Grillo sul suo blog suona così: «L’articolo 67 della Costituzione recita: ‘Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato’. Questo consente la libertà più assoluta ai parlamentari che non sono vincolati né verso il partito in cui si sono candidati, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori. Insomma, l’eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno. È ritenuto del tutto legittimo il cambio in corsa di idee, opinioni, partiti. Si può passare dalla destra alla sinistra, dal centro al gruppo misto, si può votare una legge contraria al programma. Insomma, dopo il voto il cittadino può essere gabbato a termini di Costituzione. Viene concesso al parlamentare libertà preventiva di menzogna, che può mentire al suo elettore, al suo datore di lavoro, senza alcuna conseguenza invece di essere perseguito penalmente e cacciato a calci dalla Camera e dal Senato».



Grillo mette le mani avanti; sembra dire: se questo è permesso dalla Costituzione, perché venite a rompere le scatole a noi se ci comporteremo invece ubbidendo al nostro programma? Tocca agli altri fare le prime mosse… 

A parere di Yoda è inutile cercare di interpretare una strategia che è già chiarissima, che è quella del gatto che gioca con il topo. Purtroppo la democrazia è stata ridotta a misero e spaurito topolino da tutti quelli che invece di farla crescere e rafforzarla se ne sono serviti per i propri interessi personali e di partito. I grillini non sono che il sintomo di una malattia virale sempre più incontrollabile – persino da loro stessi. La dimostrazione è data dal lessico già abusato da base e vertici: i cittadini, la rete, la gente comune al potere, la trasparenza, tutti a casa, eccetera.  Non è dato sapere in base a quali regole e a quali meccanismi di democrazia interna tutto si reggerà, tranne che il verbo verrà distribuito da Grillo e Casaleggio, che certamente hanno scovato parecchie munizioni accumulate nel palazzo dalle ipocrisie di generazioni di politici.

Intanto, il grido “Tutti a casa” sembra sempre più drammaticamente rivolto a tutti gli italiani, e ricorda sinistramente il biblico “Muoia Sansone con tutti i filistei”.