Caro direttore, non ci sarebbe affatto bisogno di dimostrarlo ulteriormente, ma che l’Italia sia oramai decotta lo si può dedurre anche dalla ripresa della stagione televisiva. Se è vero infatti che la tv è uno specchio del Paese, come molti sostengono, l’immagine che questo specchio rimanda è quello di una nazione ripiegata su se stessa, intenta solo ad osservarsi l’ombelico e timorosa di qualsiasi tentativo di innovazione. Il solo ascolto della sigla di Porta a Porta provoca al vostro vecchio Yoda uno sgradevole torcimento di viscere, aggravato dall’ingresso trafelato del conduttore, con il volto sempre più simile a quello di un batrace disturbato da un numero crescente di tic. Da tempo oramai immemorabile la scena si ripete più volte la settimana, sempre uguale, con il sottofondo di un brano di “Via col vento” composto 74 anni fa…appunto.
Ma anche gli altri talk-show fanno a gara nel ripresentarsi tutti uguali, ciascuno costruito intorno alla immutata personalità del solito conduttore, con i soliti ospiti (anche quelli, sempre gli stessi da anni), che a volte riescono pure a essere presenti a due trasmissioni concorrenti nello stesso giorno e nella stessa ora, visto che una delle due viene registrata nel tardo pomeriggio e l’altra va in diretta la sera. Tutto è noioso come gli applausi a comando (ma un pubblico “vero” che avrebbe mai da applaudire?) come sono noiose le lezioncine degli illustrissimi opinionisti che sono sempre capaci di insegnare a politici e industriali “come si fa” per uscire dalla crisi sulle prime pagine dei quotidiani, e poi non resistono alla tentazione di una ulteriore comparsata in tv, tanto per rinforzare un po’ la loro popolarità. Assai azzeccata l’analogia di Curzio Maltese, secondo il quale i talk-show sono il “wrestling” italico, dove tutti si picchiano per finta, nessuno si fa male, e ognuno incassa qualcosa. Stessa cosa per lo spettacolo, dove tutto si ripete, e basta citare un contenitore per tutti: la Venier che si è ri-insediata a Domenica In. Ci mancava così tanto?
Come massimo insulto all’intelligenza, poi, un concerto di Jovanotti è stato rivenduto dal Servizio Pubblico come clamoroso esempio di innovazione! Che dire? Non rimane che denunciare l’ormai incontrollabile deriva del gusto e della competenza musicale, visto che ogni sera a RadioRai, il giornale della mezzanotte viene pomposamente annunciato con l’inno di Mameli eseguito dal Maestro Giovanni Allevi…davvero roba da non credere, visto che stiamo parlando di geni che hanno avuto l’improntitudine di affermare che Beethoven non possiede ritmo! Invece di mandarli per un po’ dietro la lavagna, il Servizio Pubblico li ostenta e li promuove. Questa è la modesta zuppa televisiva che ci viene ammannita, scipita e soprattutto sempre uguale. L’unica novità, si fa per dire, è semmai costituita dal mutato atteggiamento nei confronti di web e tv di Grillo & Co.
Con gran meraviglia del vostro Yoda, tutta l’intellighenzia dirigenziale italiana riunita a Cernobbio si è bevuta le modeste tesi di Casaleggio sulle magnifiche sorti e progressive della democrazia internettara. Illustri amministratori delegati di grandi banche lo hanno elogiato (persino il guru di Obama)…e non ce n’è stato nemmeno uno che abbia avuto il coraggio e la decenza di chiedergli durante il dibattito (dibattito?) una qualche spiegazione sui modestissimi numeri dei partecipanti on-line alle loro “quirinarie”… Bah: altro segno del livello di guardia cui sta scendendo la coscienza critica dei nostri megamanager. Se poi si vuole avere una riprova che Grillo & Co. non credono nemmeno loro alle tanto avveniristiche tesi sulla democrazia liquida, basta leggere le cronache sulla creazione de “La Cosa”, web tv grillina fruibile tramite decoder sul televisore (decoder che venderebbero loro…) per inseguire tutti coloro che non sono in grado di maneggiare un computer (ahimè, quasi la metà degli italiani).
Dopo le prime polemiche, Grillo smentisce (“La Cosa è trasmessa solo sul sito ufficiale”), ma è una mezza verità. Sarà certamente “trasmessa” solo dal sito web…ma per riceverla direttamente sulla tv senza intermediazioni informatiche ci vorrà il decoder! A parte le beghe e le smentite non smentite, assai più interessante è il cambiamento di strategia del Movimento 5 stelle, in apparente piena contraddizione con la passione per il web di Casaleggio. Yoda azzarda una ipotesi: il giovane pubblico della rete è assai più critico e reattivo dell’anziano pubblico della tv. E i sondaggi paiono unanimi nel segnalare molta delusione dei giovani elettori verso la modesta prova data in parlamento dall’armata brancaleone grillina. Vista l’inevitabile uscita di scena, sia pure recalcitrante e furente, del leader di centrodestra, probabilmente Grillo ha ben pensato di andare a catturare quel gran pubblico di pensionati che rimarranno politicamente orfani, e che sono assai più facili da abbindolare con comizi oggettivamente esilaranti a base di antipolitica. E dato che questa bella massa di voti viene da mani che non sanno armeggiare con un mouse, ecco pronto il decoder per ricevere La Cosa sul televisore di casa. Semplice no? Inoltre la buona vecchia tv non è interattiva, così ci si risparmiano pure critiche e osservazioni di cui i fedeli adepti del Movimento 5 stelle sono sempre meno avari verso i due.
Temendo che dalla “rete” verranno sempre meno elettori, Grillo & Casaleggio hanno deciso di andare a caccia di voti con la classicissima tv, potendo sempre e comunque millantare il loro successo come frutto delle scelte della nuova democrazia liquida…Vedremo: Yoda è pronto a scommetterci il suo fido e nodoso bastone. Intanto, mentre il mondo e l’Europa si svegliano, l’Italia continua a sonnecchiare, sbadigliando davanti ai talk-show sempre uguali, alle contorsioni di Berlusconi e alle stanche dichiarazioni sulla fine della crisi, incapace persino di reagire con una doverosa pernacchia. E a Yoda non rimane che rifugiarsi nella lettura, andando a prendere dagli scaffali della sua caverna un tomo di Petrarca, con una poesia che così comincia: “Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sì spesse veggio…”. Ohibò, in oltre settecento anni non è cambiato granché, nemmeno in tv!