Nel dramma di Arthur Miller “Morte di un commesso viaggiatore” a un certo punto c’è la seguente battuta: “Sai qual è il segreto del successo? Soprattutto, mai vergognarsi”. A Yoda è venuta in mente vedendo la campagna di lancio di Agon Channel, il nuovo canale televisivo che da Tirana, tramite il canale 33 del digitale terrestre, arriva da un po’ nelle case degli italiani. “Tenetevi forte. C’è aria nuova in TV. Sta arrivando Agon Channel. Una ventata di talent, games e news, mai vista prima”.
Ora, a parlare di programmi mai visti prima ci vuole proprio una bella sfacciataggine. Basta guardarlo per poco tempo per capire che invece il canale è il trionfo del “dejà vu” – per dirla in francese – e del “me too” – per dirla in inglese. Per dirla in italiano, lo si potrebbe definire il trionfo dell’”avrei-voluto-e-finalmente-posso”, perché ci ritroviamo la Ferilli che non fa l’attrice ma la conduttrice, la Ventura che fa la giornalista, Pupo che impazza tra i più diversi giochi (ne dirige pure l’intero settore), Caprarica che si fa dieci tg al giorno più quattro approfondimenti uscendo finalmente dalla gabbia delle brevi corrispondenze, lo sfortunato Alessio Vinci (nessuno gli ha mai detto che il ruolo di anchor man gli va un po’ troppo stretto?) sorpreso a copiare nei minimi dettagli Che tempo che fa, inclusi scenografia, posizioni, luci, e che ne è pure già uscito (la vecchia nonna di Yoda, nata nell’800, raccontava uno splendido proverbio: “La cattiva lavandaia non trova mai la pietra giusta per lavare i panni”).
Ci vuole proprio un bel coraggio a parlare quindi di programmi mai visti! Anche perché, oltre alle copie di tutto quello che c’è stato e c’è sulla nostra e su altre tv, su Agon Channel ci ritroviamo intatta la truppa di quelli che con grande acume Aldo Grasso aveva battezzato tempo fa “i morti di fama”: Carmen Russo, Enzo Paolo TurchiWalter Nudo, Manuela Villa, Solange, Maria Teresa Ruta, Ana Laura Ribas, Sandro Giacobbe, Brigitte Nielsen, ma anche quelli che ultimamente per qualche motivo non trovano lavoro nell’attuale circo mediatico, come ad esempio Luisella Costamagna. Evidentemente ad Agon Channel stanno raccattando tutto quel c’è in giro, per cercare di riempire quanto prima tutte le aree di talk (loro dicono proprio tàlk e non tolk…), game, news, intrattenimento, ecc., e per cercare di raggiungere quel punto di share che permetterebbe, secondo il patron Becchetti, di raccogliere ben presto 20 milioni di euro di raccolta pubblicitaria che parli a un pubblico di 18-55enni.
Mah! Per ora l’effetto è straniante e interessante a un tempo, diciamo soprattutto dal punto di vista sociologico. Puntando a un pubblico che smania per il calcio (il dinamico finanziere, già partner in Albania di Deutsche Bank, ha comprato pure la squadra della terza serie inglese Leyton Orient!) e per i reality sullo stile dell’Isola dei famosi come il non malvagio My Bodyguard, il canale offre un concentrato di luoghi comuni televisivi che ripercorrono tutta la storia della tv… manca solo di vedere spuntare Umberto Smaila. Evidentemente siamo di fronte a un pubblico che non storce il naso nemmeno di fronte a copie un po’ poverelle di Striscia la notizia o delle Iene, con presentatori che parlano spesso in uno stentato italiano, essendo albanesi! Ma l’effetto più clamoroso è l’accorgersi che le news di Caprarica (finalmente libero dal suo cliché di inviato) sono curiosamente più vivaci e interessanti di quelle dell’attuale Rai, nonostante le sue pazzesche cravatte di raso rosa che indossava impunemente anche quando era alla TV pubblica italiana…peccato che la sorpresa sia già finita. Mentre non riesci a capire la differenza tra intrattenimento “Made in sud” e quello made in Tirana, il che a maggior ragione dovrebbe suggerire alcune riflessioni non da poco ai vertici della Rai, sempre impegnati a vantarsi della qualità dei loro programmi.
Se Agon Channel avrà il successo che Becchetti immagina, sarà la riprova che la decadenza del nostro Paese non è solo economica, ma anche culturale ed estetica, oltretutto perfettamente in linea con i gusti dei trucidi rappresentanti della “Terra di mezzo” che si è scoperto fare il bello e il brutto tempo a Roma, sempre insieme a cena con piccoli imbroglioni, corruttori, banditi e illustri ministri. Ma che vogliamo pretendere? D’altro canto lo stesso Machiavelli ammetteva che una volta la settimana gli piaceva andare all’osteria “a ingaglioffarsi con gente dappoco”. Ma lui almeno lo faceva una volta alla settimana: mentre Agon Channel trasmette 24 ore su 24.
Quanto al successo bisogna vedere. Scrive sulla pagina Facebook dell’emittente Francesca Rosmarini: “Ho capito che avete appena iniziato, ma preferisco aprirvi gli occhi adesso prima che chiudiate il canale per il fallimento: IL CANALE È DI SERIE B!!! Non lo dico per cattiveria, ma per farvi capire che così non andate da nessuna parte. Cercate di cambiare tutto, ricominciate da zero. Lasciate solo 1 o 2 game e basta. Le immagini HD e la guida del telecomando dove sono??? E poi tutte ste repliche e la strisciolina con il palinsesto… RIDICOLO!!! Poi con quale coraggio vi fate chiamare canale generalista? Siete un canale tematico di game di seconda qualità e basta”. Finché lo dice una utente, che potrebbe pure essere pilotata… Ma assai più grave se a dirlo è proprio una delle punte del canale, Antonio Caprarica, che se ne è uscito improvvisamente sbattendo la porta. Lamentando di lavorare senza il minimo di struttura, né una segretaria, né un produttore, né una stampante, per gestire 10 edizioni al giorno e 4 approfondimenti.
Caprarica afferma che gli studi hollywoodiani sbandierati dall’imprenditore Becchetti non li ha mai visti nemmeno da lontano, e che è costretto a registrare dentro un container dove quando piove è costretto a smettere per il rumore delle gocce. “Tanta fatica – ha detto Caprarica – si rivela sprecata in mezzo alla programmazione di un canale che offre solo repliche – perfino della festa di lancio del 25 novembre… – come i rari spettatori di Agon Channel Italia hanno potuto tristemente verificare”.
Dopo averci provato, come Vinci, il dandy Caprarica ha già gettato la spugna. Vediamo quanto resisteranno gli altri “morti di fama” nelle stesse condizioni, perché di Caprarica si può dire tutto, che abbia delle cravatte impossibili, che abbia una passione smodata per i vini costosi, ma non che non sappia cosa serve per fare bene un mestiere che conosce bene…