Si usa dire che la tv sia lo specchio della società. Poi c’è chi pensa che la tv influenzi la società, e c’è chi sostiene il contrario. Dibattito di lana caprina, perché sono vere tutte le opzioni. Il vostro vecchio Yoda, che ne ha viste di tutti i colori, osserva oggi la tv con l’occhio del ricercatore, interrompendo ogni tanto la visione di bei film, vecchi e nuovi, e di alcune straordinarie serie tv americane. Così ogni tanto si ritrova a fare zapping tra un talk show e l’altro. La prima osservazione che gli viene da fare è che se si analizza l’elenco degli ospiti si scopre che formano un gruppo sempre uguale da molto tempo.
Ovviamente si tratta di protagonisti della politica e della scena sociale del momento, ma guarda caso scelti sempre in base ad alcuni criteri di fondo che ne fanno dei personaggi in cerca d’autore che sono dei veri e propri “character” stereotipati, fondamentali per “tenere su” l’audience. Vi troviamo così le bellone e le bellocce (ad esempio Moretti e Carfagna, peraltro non prive di cervello), i gladiatori e le gladiatrici (Brunetta, Santanchè, Gelmini, Bernini), i marines d’assalto (Salvini, Landini), i deus ex machina (Cacciari, Mieli), le “macchiette” (Gasparri, i rappresentanti della triplice…), e poi gli immancabili direttori di giornali e i prezzemolini (presidenti di associazioni industriali, scrittori, psichiatri, i soliti sondaggisti…). Provate a guardare Ballarò, Quinta Colonna, Porta a Porta, Servizio Pubblico, Virus, PiazzaPulita, DiMartedì, Announo, La Gabbia, e ce li troverete tutti, a turno. Così la prima considerazione è che la vera differenza la fa la rete e il conduttore.
La dimostrazione l’abbiamo, ad esempio, in occasione della dodicesima puntata di Ballarò/RaiTre, quest’anno condotta dall’ex vicedirettore di Repubblica Giannini, confrontata con la dodicesima puntata di DiMartedì/La7, condotta da Floris: 7,22% di share per Giannini, 5,31% di share per Floris. Considerata la poca esperienza di conduzione di Giannini, significa che il marchio della rete Rai ha il suo peso. Altrettanto accade per Floris, che si ritrova a correre in salita su una rete con ascolti mediamente assai più bassi.
In termini di teste, stiamo parlando di una platea che oscilla dal milione e seicento di Ballarò al mezzo milione della Gabbia. Una platea che raccoglie certamente il pubblico di maggiore scolarità e attento agli avvenimenti. Avvenimenti che possono determinare il successo della serata: dalla pronuncia di una sentenza importante il giorno della trasmissione a una catastrofe naturale, alla presenza del presidente del Consiglio, incline ad apparire volentieri nei talk show. Illuminante in questo senso il comunicato stampa di Quinta Colonna condotta da Del Debbio su Rete 4, che recita: “Il picco di ascolto si è registrato nella puntata del 24 novembre con 1.600.000 telespettatori, incollati alla tv fino a mezzanotte quando si parlava di case occupate e degli sgomberi a Milano”. Del tutto evidente che autori e conduttori sperino sempre in qualche disastro, sommossa, clamorosa sentenza, alluvione, efferato assassinio, sicuri così di fare una serata televisiva elettrizzante.
Perché altrimenti, sentite un po’ come continua il comunicato stampa di Quinta Colonna: “Dall’avvio di settembre a ieri Quinta Colonna ha ospitato i massimi esponenti dello senario politico: da Renzi a Salvini, dalla Boschi alla Meloni, da Alfano alla Bindi alla Carfagna”. Ma davvero…Yoda non li ha sottomano, ma certamente gli altri talk-show hanno dovuto scrivere comunicati del tutto uguali! Se c’è chi grida al successo, c’è poi chi tace sconsolato. Molto provata dalla precoce staffetta consegnatale da Santoro, la suffragetta radical-chic Innocenzi è subito partita con meno della metà degli ascolti dell’anno passato (1.040.000 vs 2.203.000) e sta precipitando verso i recenti 783.000 del 27 novembre. A nulla sono valse miserevoli performance come l’ospitata delle Femen a seno nudo e gli strilli tra studenti. Anche in questo caso vale il peso del marchio: il pubblico è molto abitudinario, e quindi l’abbandono improvviso di Santoro ha penalizzato il passaggio di testimone. Chissà perché lo ha fatto…Dissapori con Travaglio? Decisione di tirarsi fuori per ritornare quando la situazione arriverà al calor bianco e allora potrà riapparire a gigioneggiare in mezzo al disagio, alle proteste, agli strepiti, alla guerriglia politica e sociale?
Perché, Yoda vuole proprio ricordarvelo, non a caso questi programmi si chiamano “talk-show”. La seconda parola significa spettacolo. Spettacolo televisivo, non ricerca della verità…