Gli italiani oramai sono divisi su tutto tranne che su una cosa: il calcio. Ne abbiamo avuto la prova con la partita Belgio-Italia dei campionati europei: record assoluto di ascolti televisivi, con una audience superiore all’evento popolare per definizione, il Festival di Sanremo. Infatti, la partita ha totalizzato 15.513.000 spettatori, con uno share del 52,66%, mentre la media delle serate di Sanremo ha raggiunto 10.746.429, con uno share del 49,58%. Ma non basta, perché ai 15 milioni che hanno seguito Rai 1 vanno aggiunti quelli che hanno scelto di seguire la partita con il commento della Gialappa’s Band su Rai 4, vale a dire 734 mila telespettatori, con il 2,49% di share. Inoltre, ci sono stati ascolti record anche su Sky: la partita della nazionale è stata seguita da 2,7 milioni di spettatori, con uno share del 9,3%.
Questa particolare occasione segna il ritorno in grande stile della tv di massa, quella di “Lascia o raddoppia” – per intenderci – che oramai, soprattutto per le classi giovanili, è un lontano ricordo. Oggi infatti avviene che un pubblico sempre più vasto si faccia da sé il proprio palinsesto, utilizzando le opportunità di visione differita offerte dal web e dalle pay-tv. Ma non è il caso dei grandi eventi sportivi, che la maggior parte delle persone, a meno che non abbia qualche impedimento, preferisce vedere e vivere nel momento in cui si svolgono.
Oltretutto, grazie alle nuove tecniche di ripresa e alla diffusione dell’alta definizione, questi eventi si possono vivere da casa propria con una partecipazione e un godimento dei particolari per certi versi superiore a quella dello stadio o delle tribune, tolta ovviamente la sensazione che un tifoso prova nell’agitarsi insieme agli altri appassionati. Situazione che peraltro si riproduce comunque tra amici che si ritrovano a casa di uno o dell’altro, bevendo, mangiando e urlando ad ogni azione sotto rete, come Yoda ha visto fare a illustri professionisti e che in altri momenti tengono abitualmente un comportamento del tutto compassato.
Chi avesse l’età di Yoda ricorderà certamente il famoso film di Paolo Villaggio in cui Fantozzi si attrezza per godersi la partita in salotto con derrate alimentari, birra e predisposizione al “rutto libero”. In fondo, in occasione di queste partite della nazionale, sembra che nulla sia cambiato. Inoltre, c’è anche un altro fattore: la situazione intorno a noi è tutt’altro che rosea, perché al di là delle narrazioni renziane la crisi non è per nulla passata, i soldi sono sempre meno, l’Isis minaccia e colpisce ovunque, per cui c’è un gran desiderio di passare un momento di serenità, di divertimento e anche di passione e di tifo condiviso.
Del tutto spiegato quindi il record di ascolti per una partita di calcio della nazionale che, curiosamente, sa mettere insieme renziani e grillini, leghisti e centristi, forzitalioti e verdiniani. Ma è da sempre così: se esaminiamo la graduatoria dei primi 50 programmi più visti di sempre, ben 47 sono partite di calcio, mentre al 48esimo posto, primo programma non sportivo, si classifica l’edizione del 1995 del Festival di Sanremo condotto da Pippo Baudo. Il tifo per gli azzurri si dimostra quindi l’unico elemento in grado di unificare un popolo senza più tradizioni, spaventato e diviso, che recupera solo in queste occasioni il senso della patria e dell’unità nazionale.
Non fa quindi molta allegria lo scoprire che il calcio sembra essere rimasto il solo elemento a svolgere questo ruolo, ma è così che si spiegano i grandi ascolti e i record di audience. Alla fine è un rito che si ripete da sempre, non c’è da stupirsi per nulla, però, vedrete che appena finiti gli Europei di calcio tutti torneranno alla loro vita frammentata, lontani dalla tv, a restare da soli con il loro smartphone.