La Valle d’Itria, in Puglia, è una terra magica che, circondata dalle Murge, offre uno spaccato dell’anima vera della regione fra trulli e masserie a gestione familiare che punteggiano quest’area estremamente fertile e ricca di storia, e dove uliveti e vigneti di estendono a perdita d’occhio: è compresa infatti tra le province di Bari, Brindisi e pure Taranto quella depressione carsica che è conosciuta anche come la Valle dei Trulli e che proprio nel cuore della Puglia annovera al suo interno alcuni tra i comuni e borghi medievali più belli del Meridione ma anche una biodiversità e una cangevole alternanza di scenari capace di fare ricorso a tutta la tavolozza dei colori grazie alle colline coltivate murgiane e alla loro vegetazione, ai sentieri e i muretti bassi in pietra, alle case di campagna ristrutturate e al sistema di acquedotti tanto rinomato che risale addirittura all’epoca romana: andiamo dunque alla scoperta della Valle d’Itria (il cui nome sembrerebbe trarre origine dal culto dei monaci basiliani, qui insediatisi prima dell’anno Mille, per la Madonna Odegitria, ovvero “colei che indica la via”) e delle meraviglie paesaggistiche ed enogastronomiche che custodisce.
STORIA E CULTURA DELLA VALLE D’ITRIA
La Valle d’Itria si estende proprio nell’area centrale della Puglia e per via della sua posizione non è solamente una delle zone più importanti dal punto di vista agricolo per l’intera regione ma sin da epoche remote ha avuto una valenza “logistica” per tutte le dominazioni che qui si sono succedute: le prime testimonianze della presenza umana risalgono addirittura al Paleolitico (III millennio a.C.) grazie alla sua particolare conformazione naturale che consentiva le coltivazioni e il pascolo come pure la caccia. Molti secoli dopo, grazie all’avvento dell’Impero Romano, ecco che la viticoltura e l’allevamento acquisirono importanza non solo per l’economia locale ma pure per il commercio dei prodotti, mentre (come spesso accade) nel Medioevo la Valle d’Itria visse un periodo di lunga instabilità con le invasioni dal nord dei barbari e dal mare dei Saraceni, finendo poi nel mezzo della lotta dei Longobardi qui insediatisi contro i Bizantini e con molti abitanti che cercarono rifugio sulle più sicure colline della Murgia; in età moderna questa tendenza a dare vita a piccole comunità contadine, dedite pure alla pastorizia e alla transumanza, si accentuò e con l’arricchimento dell’area negli ultimi anni si è sviluppato anche un fiorente turismo capace di attrarre coloro che vogliono riscoprire, magari in un territorio aspro e dai forti contrasti (anche a livello di sapori), un nuovo modo di viaggiare e che coniughi sostenibilità, stile di vita salubre e riscoperta della tradizione e dei suoi luoghi-simbolo (un esempio su tutti il restauro dei trulli, alcuni dei quali diventati strutture ricettive ricercatissime e pure costose).
TRA LE “CHIANCHE” E L’ENO-GASTRONOMIA LOCALE
Oggi fanno parte del territorio della Valle d’Itria i Comuni di Cisternino, Alberobello (sito riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO), Locorotondo, e in misura minore anche Martina Franca, Ceglie Messapica e quella perla che è Ostuni: come detto, qui a dominare è questa depressione chiamata impropriamente vallata in cui al verde si alternano i colori di vigneti e uliveti, oltre al caratteristico bianco che non è solo dei trulli ma in generale della abitazioni e di tutte le costruzioni, realizzate con le tipiche “chianche”, ovvero lastre in pietra calcarea che danno un’atmosfera quasi di fiaba al tutto; non è un caso che la già citata Ostuni, che rappresenta una sorta di unico sbocco sul mare per la stessa Valle, sia conosciuta anche come la Città Bianca. Ma non c’è solo il turismo culturale e quello nella natura a fare da padrone dato che una delle ricchezze di questo angolo di Puglia è la sua tradizione eno-gastronomica: non manca mai una cantina, una masseria o una trattoria a conduzione familiare per scoprire alcune specialità quali i vini DOC di Martina Franca e Locorotondo, nonché l’olio (qui se ne produce la maggior parte di quello pugliese), e ovviamente ricette a base di carne vista l’importanza ancora oggi della pastorizia con una citazione soprattutto per le Bombette di Cisternino, gli arrosti, lo “gnumere’dde” -caratteristico piatto meridionale declinato in modo diverso da regione a regione ma che sostanzialmente consiste in involtini a base di interiora– e senza dimenticare comunque le verdure come contorni o presentate come primi piatti e infine “l’arte bianca” delle focacce, i taralli, il pane fatti in casa e le frise. Infine, meritano pure una menzione i tanti festival ed eventi che, soprattutto durante l’estate ma non solo, animano questi centri con musica dal vivo, degustazioni e tour della zona: uno su tutti, tra sagre, kermesse ed eventi, il Festival della Valle d’Itria che anima Martina Franca dal 1975 e che quest’anno si terrà dal 16 luglio al 4 agosto.