Carlo La Vecchia, epidemiologo della Statale di Milano, fa il punto sull’ondata di contagi da Covid-19, che si avvia verso il picco e poi la discesa, alla quale assisteremo ad agosto. A La Stampa, il professore ha parlato proprio dell’andamento dei contagi: “Entro fine mese comincerà il livellamento e poi la discesa. I contagi registrati in questa fase di Omicron 4 e 5 sono comunque meno della metà di quelli reali: i positivi potrebbero essere 3 milioni”. Gli ospedali, secondo l’epidemiologo, “sono sotto stress non tanto per i ricoveri o per le ferie, che sono state programmate tempo fa, quanto per il personale in quarantena”.
Nonostante l’aumento dei contagi, secondo La Vecchia le regole sulla quarantena non sono da cambiare: “Quelle italiane sono abbastanza rigide rispetto ad altri Paesi. Il picco di contagiosità riguarda i 2-3 giorni che precedono la comparsa dei sintomi e quelli subito successivi. Una semplificazione nelle procedure potrebbe riguardare l’eliminazione del tampone di uscita, come in Svizzera. Lì, dopo 7 giorni dalla positività, si esce dall’isolamento. Si eviterebbe la persistenza in quarantena di soggetti senza più sintomi che hanno un rischio minimo di contagiare gli altri”.
La Vecchia: “Il vaccino protegge ancora”
Nonostante l’aumento dei casi di Covid preoccupi gli esperti, ben presto assisteremo ad una diminuzione dei contagi. Il professor La Vecchia spiega: “L’ondata di Omicron 5 in agosto andrà ad esaurirsi. Cosa succederà dopo è difficile dirlo. Un paio di settimane fa è stata identificata la sottovariante Omicron 2.75 in India e in Europa, che ha la capacità di diffondersi nel mondo. Sul piano clinico sembra però analoga alle altre Omicron”. I decessi, così come per le precedenti ondate, sono maggiori tra i non vaccinati: “Le tre dosi danno una forte protezione contro la malattia grave e il decesso. Chi non ha ricevuto le tre dosi ha ancora un rischio 7 volte più alto di ammalarsi gravemente”.
Secondo l’epidemiologo, la campagna è stata abbastanza tardiva: “Senza dubbio si poteva fare prima. L’efficacia della dose comincia due settimane dopo la somministrazione, tempo che vacciniamo almeno una parte degli over 60 e arriviamo già alla fine dell’ondata”. Partire adesso, comunque, non è sbagliato: “È comunque utile perché una protezione c’è, anche se l’impatto assoluto sarà limitato. Il secondo booster permette una protezione sulla malattia grave che dura dai due ai tre mesi”. C’è chi invece pensa che sia corretto aspettare il “vaccino aggiornato”, ma La Vecchia dice: “È giusto vaccinare anche con questo vaccino perché funziona sulla malattia grave. Il vaccino nuovo, quello testato e pubblicato come sicuro, è quello contro Omicron 1. Se si farà una vaccinazione di massa in autunno/inverno la dose conterrà il ceppo originario in aggiunta a quello Omicron. Con ondate che si susseguono ogni due o tre mesi è impossibile fare diversamente”.