Canale 5 ha intervistato Marina Litvinenko, la vedova di Aleksandr, un ex ufficiale dell’FSB, i servizi segreti russi nati dopo la disgregazione del KGB, che morì per avvelenamento il 23 novembre del 2006 in quel di Londra. Una vicenda che per certi versi ricorda molto da vicino quella di Alexei Navalny, il più grande oppositore di Putin, morto due settimane fa in circostanze sospette nella prigione di massima sicurezza dove stava scontando la sua pena. Per la vedova di Navalny è stato proprio il presidente russo ad uccidere il marito, e lo stesso pensiero viene condiviso anche da Marina Litvinenko: “E’ stato molto scioccante per diversi punti di vista – racconta – prima di tutto perchè ricorda quello che è successo a me”.
E ancora: “Quando Alexei Navalny è stato avvelenato per la prima volta aveva 44 anni, la stessa in cui morì mio marito Aleksandr. Entrambi erano uomini giovani e promettenti, morti per ordine di Putin”. Aleksandr venne ucciso a Londra dai sicari di Putin, ricorda Canale 5, con un the al polonio radiaottivo, una sostanza ovviamente mortale per l’uomo e che spesso e volentieri è stata individuata in cadaveri “sospetti”, così come il terribile gas nervino Novichok.
MARINA LITVINENKO: “NAVALNY LOTTAVA CONTRO LA CORRUZIONE IN RUSSIA”
“Alexei Navalny era a capo della più importante fondazione anti corruzione russa ed è esattamente questo quello di cui stiamo parlando, la corruzione è l’aspetto fondante di questo regime. Navalny credeva davvero di poter aprire gli occhi o la mente alla società russa, in parte lo ha fatto, e penso che abbia iniziato una battaglia che continuerà nelle prossime generazioni”.
Ma la morte di Navalny può rappresentare un punto di svolta per l’opposizione a Vladimir Putin? “Non lo sappiamo ancora – risponde la donna – noi tendiamo a leggere i fatti secondo la logica ma non è sufficiente. Penso che la priorità ora sia quella di salvare Kara-Murza, anche lui detenuto in Siberia lontano dagli occhi di tutti, è già stato avvelenato due volte e la salute e precaria, Putin lo sta punendo per la sua lotta alla corruzione. L’occidente dovrebbe fare di tutto per salvarlo anche per onorare la memoria di Navalny”.