Genio del suo tempo, innovatore e artista eclettico, Roy Halston – meglio come conosciuto solo come Halston – è stato uno stilista che ha contribuito a ridefinire la moda statunitense tra gli anni ’60 e gli anni ’70. Nato nello Stato dell’Iowa nel 1932, Halston si trasferisce a New York nei primi anni ’50 dove comincia la sua carriera di cappellaio. La fama arriva nel 1961 quando la first lady Jackie Kennedy, in occasione della cerimonia di insediamento presidenziale del marito John F. Kennedy, indossa il celebre cappello a tamburello realizzato proprio dallo stilista.



Da quel momento il nome di Halston comincia a capeggiare tra i maggiori magazine statunitensi, mentre le sue creazioni riempiono gli scaffali di Bergdorf Goodman. Alla fine degli anni ’60 abbandona la creazione di cappelli e si dedica al lancio della linea prêt-à-porter e all’apertura di una boutique a Manhattan, appoggiato dal figurista Joe Eula e dalla modella e amica Elsa Peretti con cui stringe un sodalizio creativo che porterà il marchio al successo. Dal suo estro e genio creativo nasce l’idea dell’Ultrasuede, un materiale sintetico molto in voga negli anni ’70, e l’halter dress, l’abito a colonna con lo scollo all’americana, ma Halston è anche ricordato per tutti gli abiti dal taglio morbido e sexy indossati da celebrità dal calibro di Liza Minelli, Bianca Jagger, Pat Cleveland e Anjelica Huston.



Halston, la gloria post-morten dello stilista grazie alla miniserie Netflix prodotta da Ryan Murphy

L’abuso di alcol e droghe, gli amori “sbagliati” e le lunghe notti passate al mitico Studio 54 – il club più esclusivo della New York degli anni ’70 – portarono Halston a perdere il controllo della sua azienda che finisce per essere venduta prima alla Norton Simon Inc. e poi passata ad altri proprietari. Ormai completamente assuefatto dalle droghe e malato di HIV, nel 1984 Halston lascia la direzione del reparto creativo e si ritira a vita privata per trascorrere gli ultimi anni della sua vita viaggiando. Muore nel 1990, all’età di 57 anni, a causa del sarcoma di Kaposi un tumore legato all’HIV.



La sua vita, tra mito e realtà, è stata raccontata nella nuova miniserie Netflix “Halston” prodotta da Ryan Murphy con protagonista Ewan McGregor nel ruolo di Roy Halston. La serie si concentra sui vari passaggi importanti della vita dello stilista, dalla realizzazione di cappelli già in età infantile per far felice la madre vittima di violenza domestica alle difficoltà finanziare vissute per dare vita al suo marchio. E poi ancora il fallimento della prima collezione, l’intuizione dell’Ultrasuede, la scalata al successo, le frizzanti notti allo Studio 54 e la fine di quel mondo fatto di lusso, balli e sregolatezze.  Nel corso della serie appaiono anche personaggi significativi sia nel percorso creativo che personale dello stilista. È il caso di Liza Minelli, l’amica di una vita, che nel giorno in cui ha vinto l’Oscar indossava proprio un abito di Halston, e Bianca Jagger che ha regalato alla storia uno dei momenti più significativi dello Studio 54: l’entrata in pista sopra un cavallo bianco e con addosso una creazione firmata Halston.