Sul tema dell’aborto si è espresso anche monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia e Sanremo. Lo ha fatto attraverso le colonne del quotidiano “La Verità”, per mezzo delle quali si è pronunciato in favore della sentenza della Corte suprema americana che rimette ai parlamenti dei singoli Stati la decisione circa l’applicazione della legge sull’interruzione della gravidanza, in quanto “credo che l’indifferenza in cui è caduto il dramma dell’aborto richieda invece che lo si riproponga e lo si affronti da tutti i punti di vista, compreso quello giuridico”.
Il valore della sentenza a stelle e strisce, a giudizio di monsignor Suetta, risiede “nell’aver cancellato un’acquisizione giuridica indebita e cioè che l’aborto sia un diritto costituzionale“. L’impressione è che la Chiesa italiana l’abbia accolta “con grande soddisfazione. Dal mio punto di vista ho ritenuto di manifestare questa soddisfazione per incoraggiare tutte le persone di buona volontà o che militano nei movimenti che promuovono e sostengono la vita, persone che, sia come credenti che anche da non credenti, hanno un giudizio autentico sulla vicenda”.
ABORTO, MONSIGNOR ANTONIO SUETTA: “LA 194 È UNA LEGGE INTRINSECAMENTE NEGATIVA”
Nel prosieguo del suo intervento su “La Verità”, monsignor Suetta ha auspicato che la sentenza americana sull’aborto faccia scuola anche in Italia, promuovendo una riflessione sempre più approfondita sull’argomento, incentrata non tanto sui diritti individuali quanto sulla sacralità e sulla dignità della vita umana. “Perché qui sta l’equivoco – ha aggiunto –: l’aborto non è un diritto, ma si configura come un omicidio, perché è la soppressione illecita della vita umana. È su questo che bisogna ragionare. Auspico conveniente arrivare a una cancellazione della legge 194, che annuncia finalità tanto buone quanto velleitarie, perché al dettato legislativo non corrispondono autentiche politiche di tutela della maternità e di promozione della vita. È una legge intrinsecamente negativa, perché legittima l’uccisione di un essere umano nel grembo della madre”.
In conclusione, il vescovo di Sanremo e Ventimiglia ha evidenziato che, secondo lui, l’aborto non rappresenta né un traguardo né un esempio di progresso, anzi: “Lo considero una vergogna rispetto all’umanità. Per me il solo diritto naturale inalienabile è quello alla vita del concepito e mi domando come si possa ritenere diritto inalienabile la scelta di un individuo che comporti la soppressione di un altro essere umano”.