IMPLODE IL CAMPO LARGO IN BASILICATA, LACERENZA GIÀ VERSO IL RITIRO?

A 48 ore dal nome trovato dal Centrosinistra per il candidato delle prossime Elezioni Regionali Basilicata 2024 potrebbe essere già tutto da rifare: Domenico Lacerenza, 66enne stimato professore oculista, sarebbe vicino al ritiro ufficiale secondo le fonti riportate dal “Corriere della Sera”. Si era visto “nominare” a sua insaputa lo scorso mercoledì dopo le fitte riunioni del “campo largo” lucano, con Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra che erano riusciti finalmente a trovare un nome da contrapporre al Governatore uscente Vito Bardi (Centrodestra unito), dopo il “veto” di Conte al candidato originario Angelo Chiorazzo.



Lacerenza un po’ sorpreso aveva chiesto del tempo per ragionarci su ma nel frattempo da Azione di Calenda era giunta la prima “mina” interna al campo largo progressista: «Penso che da molto tempo è in atto un tentativo da parte di Giuseppe Conte di comandare nel campo cosiddetto progressista. Mercoledì ne abbiamo avuto la prova. Io avevo sentito Elly Schlein in mattinata per capire qual era un candidato che loro potessero sostenere, lei mi ha detto che non aveva nomi e che ovviamente lo avrebbe condiviso prima», ha detto l’ex Ministro MISE oggi al “Corriere della Sera”. Poche ore dopo era però giunto il nome di Lacerenza senza alcuna comunicazione con gli alleati centristi: «ci hanno fatto trovare non solo un nome, ma anche una coalizione già fatta che recepiva un veto di Conte su Azione. Ne prendiamo atto», conclude Calenda.



LACERENZA, IL CAMPO LARGO E IL POSSIBILE ‘AMARO’ LUCANO PER LA SINISTRA

Ora però non è più solo Calenda a mettere in forse la candidatura dell’oculista originario di Barletta ma residente e lavorante da anni in Basilicata: i politici locali del Pd si sarebbero ribellati alle trame condotte per mesi dalla Segreteria Schlein con il M5s di Conte e l’AVS di Fratoianni e Bonelli: diversi candidati consiglieri dem si sarebbero tirati indietro chiedendo la rinuncia di Lacerenza pena il non candidarsi più in lista alle Regionali. Il termine per la presentazione di liste e candidati è fissato per sabato 23 marzo per cui il tempo stringe e il campo largo, uscito sconfitto in Abruzzo, rischia di fare la “frittata” alla vigilia del voto in Basilicata (Elezioni il 20 e 21 aprile prossimi).



Come riporta ancora il “Corriere”, in tanti nel Partito Democratico chiedono di ritirare il nome di Lacerenza e puntare su una figura maggiormente inclusiva, «dal momento che, ad oggi, i partiti di Azione, Italia Viva e Partito Socialista Italiano fanno sapere di non essere interessati ad aderire al campo largo lucano». A guidare la contestazione interna è Giovanni Petruzzi, coordinatore regionale della Mozione Cuperlo: hanno presentato un documento politico con firme di attivisti, sindaci, amministratori e sindacalisti in cui viene espressa forte contrarierà alla nomina di Domenico Lacerenza, privo di esperienza politica e “catapultato” per il veto grillino su Chiorazzo, leader del movimento civico Basilicata Casa Comune. «Profonda delusione per l’oligarchica indicazione di uno stimato professionista completamente a digiuno di politica a candidato presidente per sottostare agli incomprensibili veti del M5S», si legge nel durissimo documento inviato a Schlein.

Per la mozione dem contraria a Lacerenza il nome resta quello di Chiorazzo o in alternativa un “terzo nome” che possa nuovamente mettere d’accordo l’intero campo largo: «Testardamente unitari per me vale anche per Azione e Italia Viva. Tenerli fuori dalla coalizione in Basilicata è un grave errore politico, oltreché masochismo elettorale», commenta su X Salvatore Margiotta, membro della Direzione Nazionale Pd. «Se volete vincere dovete mettervi d’accordo, se volete perdere continuate così», ha detto invece Romano Prodi a Conte e Schlein durante la presentazione del libro “Capocrazia” di Michele Ainis, a Roma, trovando però subito risposta a distanza dell’ex Premier M5s, «Noi non esprimiamo dei veti, nel nostro corso c’è una politica col sorriso, che rispetta gli altri, ma è difficile se devi lavorare con dei leader che dichiarano pubblicamente che il loro obiettivo non è la competizione sana, ma distruggere il M5». Mentre il Centrodestra di Bardi si appresta ad accogliere transfughi di Azione e Italia Viva in rotta di collisione col “campo largo” in Basilicata, le acque restano agitate in casa sinistra dove un “amaro” lucano rischia di essere trangugiato dalla coalizione che ancora non riesce a trovare un nome unitario. In tutto questo, risuonano ora come “profetiche” e lampanti le dichiarazioni rese ieri da Lacerenza che ammetteva di non aver mai sentito né Conte né Schlein e che era rimasto sorpresa del suo nome uscito dalle riunioni del campo largo: «Sono stato catapultato in questa impresa – conferma all’agenzia Lapresse -, che può incuriosire, mi rendo conto, ma mi servono 24 ore per orientarmi». Il tempo sta per scadere e l’ipotesi del ritiro ora sembra più probabile.