L’acqua nei ristoranti sta costando sempre di più, e nel contempo sta sparendo quella del rubinetto, una doppia tendenza che viene sottolinea da Cook del Corriere della Sera, che precisa come anche la bevanda più popolare della storia stia diventando un vero e proprio lusso. In Inghilterra si arriva a pagare fino a 62 sterline per una bottiglia in locali fine dining, ma anche il nostro Paese non fa eccezione, con alcuni chef che comunicano la scelta di acque mineralizzate anche attraverso dei comunicati stampa.



Di fatti in Italia l’usanza di chiedere l’acqua del rubinetto è ormai in disuso, mentre spesso e volentieri si paga la stessa acqua ma microfiltrata. Resiste invece la tradizione in Francia dove la cosiddetta “carafe d’eau”, la caraffa d’acqua, è gratuita e viene servita a tavola senza nemmeno essere richiesta. La tendenza in alcuni ristoranti, soprattutto quelli più alla moda e gli stellati, è di offrire delle acque che sembrano quasi dei vini per i loro prezzi, con alternative extra territoriali, sottolinea il Corriere della Sera, in bottiglie di vetro dal design raffinato e creativo.



L’ACQUA DEL RUBINETTO È “SPARITA” NEI RISTORANTI: LA BOTTIGLIA DA 60MILA EURO

Non basta più quindi bere dell’acqua ma deve essere presentata in maniera eccelsa, quindi con una bottiglia che sia in linea con il servizio e il ristorante in cui viene offerta. Ci sono bottiglie da 62 sterline, come citato sopra, ma anche da 60mila euro, come quella di Cristallo Tributo a Modigliani che al suo interno contiene un mix di acque selezionate dalle Fiji, ma anche dalla Francia e dall’Islanda, in una bottiglie che è realizzata dal designer Fernando Altamirano, a cui si aggiungono poi 5 milligrammi di polvere d’oro 23 carati: ecco perchè costa come un’auto sportiva.



Storce il naso il critico gastronomico Giles Coren del The Independent, secondo cui «Ottenere ricavi da un bene considerato un diritto umano fondamentale sarebbe immorale», spiegando di assegnare lo zero alla sostenibilità a chi non offre più l’acqua del rubinetto prima di proporre «le sontuose e non così utili carte delle acque».

L’ACQUA DEL RUBINETTO È “SPARITA” NEI RISTORANTI: “SPENNANO LE PERSONE”

Secondo Coren, nessun «dovrebbe spennare le persone in questo modo: l’acqua è un diritto e nessun cliente dovrebbe sentirsi in imbarazzo ordinando quella del rubinetto». Il problema nel problema in Gran Bretagna è che i prezzi dell’acqua sono aumentati anche a causa della Brexit, con una media di 7 sterline a bottiglia nei ristoranti londinesi, ma ci sono anche dei casi estremi come la più volte sopracitata bottiglia da 72 euro.

Ad aumentare i listini anche il fatto che oltre Manica sia sempre più diffuso il bere analcolico, una vera e propria moda, soprattutto grazie alle Generazione Z e Millenials, le due generazioni più attente all’aspetto salutistico. I ristoratori ovviamente si difendono e Viktor Garvey, chef patron del Sola a Soho, spiega: “La nostra scelta è semplicemente quella di offrire opzioni differenti. Noi proponiamo dall’acqua di rubinetto filtrata a bottiglie che si attestano sui 5 euro, fino a proposte molto più costose come l’acqua in produzione limitata che proviene da una sorgente naturale austriaca”.