Ci sono quattro regioni italiane che stanno tremando per via della mancanza di acqua, diminuita ogni giorno di più. Ecco cosa sta succedendo.
L’acqua è il bene primario da cui parte tutto quello che ci circonda, e senza di essa non riusciremmo a vivere. La sua presenza nel mondo è infatti importantissima sia per il nostro organismo che per il benessere dell’ambiente. All’interno del corpo umano, va a regolare il volume cellulare e consente di assorbire e assimilare minerali, vitamine, amminoacidi e altre sostanze. In più favorisce i processi digestivi e agisce come lubrificante per articolazioni e muscoli. Chiaramente, anche la superficie terrestre è ricoperta di acqua, fondamentale per mantenere in salute l’ecosistema e per evitare sprechi e contaminazioni.
In questi ultimi anni è stato lanciato un allarme in alcune regioni italiani, nelle quali starebbe finendo l’acqua. Se ciò dovesse accadere, ci sarebbe un problema molto grave sia per gli abitanti che per tutto l’ambiente. Nonostante questo, sono state svelate alcune soluzioni che sarebbero in grado di contrastare questo fenomeno e di riportare l’acqua lì dove c’è bisogno.
Emergenza siccità in queste regioni italiane
A lanciare l’allarme ci ha pensato proprio la Coldiretti, che ha effettuato un monitoraggio in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua del 22 marzo. La situazione è insomma allarmante, nonostante ci siano state diverse piogge invernali. La prima regione in crisi è appunto la Puglia, in cui mancano 100 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo scorso anno. Se questa condizione non cambiasse velocemente con altre precipitazioni, l’irrigazione dei campi potrebbe diventare – nell’estate 2025 – praticamente impossibile. Ci sarebbe quindi il rischio di avere effetti negativi sulle colture e anche sulla disponibilità di acqua potabile.

Si è inoltre registrata un’altra situazione critica in Sardegna, soprattutto nella Nurra e nei luoghi attorno ad Alghero, dove gli invasi hanno una capacità media inferiore al 44,8 %. L’acqua potrebbe essere quindi indirizzata solamente alle colture di pregio, mentre le altre coltivazioni potrebbero non ricevere risorse idriche sufficienti. Nella zona della Basilicata, c’è invece un deficit idrico di quasi 100 milioni di metri cubi, soprattutto nella provincia di Potenza. L’emergenza dell’acqua continua infine a preoccupare anche il territorio della Sicilia, con una particolare attenzione al versante orientale e al Trapanese. L’irrigazione delle olive da mensa avrebbe ad esempio bisogno di almeno 10 milioni di metri cubi d’acqua, mentre ne contiene oggi solamente 8.
Gli esperti hanno quindi sostenuto che le perdite conseguenti alla crisi d’acqua ammontano a 9 miliardi di euro per l’agricoltura italiana. Questo danno economico potrebbe andare a danneggiare le aziende agricole e quindi tutta l’economia del Paese.
Qual è la soluzione per la siccità frequente in Italia
A tal proposito, Coldiretti e Anbi hanno quindi proposto un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con un sistema di pompaggio molto innovativo. La finalità sarebbe quella di creare delle riserve idriche nei periodi di siccità, in modo da evitare che le piogge vadano a favorire il deflusso controllato delle acque durante i periodi di eccesso. Al momento l’acqua piovana viene infatti dispersa nei 230.000 km di canali che attraversano il Paese, andando a finire in mare ma senza essere utilizzata. Uno spreco – questo – che rappresenta spesso un ostacolo nella gestione delle risorse idriche italiane. Se si inserisse una migliore infrastruttura di raccolta, si potrebbe avere un approvvigionamento più stabile per l’uso agricolo e per quello civile.
In questo modo, si potrebbe raddoppiare la capacità di raccolta dell’acqua piovana e di garantirne l’utilizzo per l’irrigazione e l’allevamento, ma anche per la produzione di energia idroelettrica e per la riduzione del rischio di esondazioni.