Morning News ha dedicato spazio stamane all’anniversario della Morte di Lady D, Lady Diana, scomparsa il 31 agosto del 1997, esattamente 26 anni orsono. Per l’occasione il programma di Canale 5 condotto da Simona Branchetti ha intervistato Antonio Caprarica, noto giornalista e grandissimo esperto delle questioni reali, che ha spiegato: “E’ chiaro che la morte di Diana l’abbia consegnata per sempre al pantheon che domina l’immaginario collettivo inglese, lei non c’è fisicamente ma la sua memoria è sempre li, per certi versi molto pesante su Carlo, quella tragedia non si potrà mai cancellare. Inoltre non c’è dubbio che la morte di Diana, che ha suscitato un’enorme reazione popolare, ha cambiato per sempre l’immagine della monarchia, il modo che si rapporta con i sudditi e per questo la presenza di Diana è lì, ed è sempre indistruttibile”.
Diana scrisse una lettera in cui per la prima volta parlò di divorzio e separazione, prima dell’addio ufficiale a Carlo: “La ricostruzione storica di quei passaggi indica due cose precise: fino all’estate del 1993 Diana sperava o immaginava di poter ricucire il matrimonio con la benedizione della regina Elisabetta per far rinascere una certa fiducia e un affetto. Diana era disposta a questo esperimento ma la risposta fu un netto no dal principe di Galles.
LADY DIANA, CAPRARICA: “LEI CREDEVA NEL MATRIMONIO”
Antonio Caprarica ha quindi proseguito sulla morte di Lady Diana: “Il divorzio poi ad un certo punto è lei che lo impone, aspira proprio alla fine del matrimonio: purtroppo l’esito non era scontato, lei ci ha creduto fino in fondo, anche se forse lei era più innamorata dell’idea dell’amore che di Carlo. Lei infatti ha detto che continuava ad amare suo marito anche dopo la fine delle nozze, quindi c’è un grosso interrogativo”.
Caprarica ha aggiunto: “Lei aveva un fascino unico, l’aveva solo lei e Camilla non ha mai provato a ripercorrere il suo stile, non lo ha fatto ed è stata molto saggia”. E ancora: “Carlo ha il destino di compiere la transizione dall’epoca chiusa di Elisabetta al futuro del figlio che si proietta già alle spalle del padre, comunque è verso il contemporaneo e la semplicità”.