Prima sentenza nella vicenda giudiziaria che segue l’inchiesta sulla gestione dell’eredità di “Lady Gucci” Patrizia Reggiani, vedova dell’imprenditore della moda Maurizio Gucci che fu condannata a 26 anni per l’omicidio del marito, ucciso a Milano nel 1995. Secondo quanto riporta Ansa, il gip di Milano Guido Salvini avrebbe ratificato due patteggiamenti: 2 anni, pena sospesa, per l’ex amministratore di sostegno della donna, Daniele Pizzi (difeso dall’avvocato Giovanni Briola) per i reati di peculato, circonvenzione di incapace e corruzione, 10 mesi e 20 giorni, pena sospesa, per la presunta “prestanome” Maria Angela Stimoli (assistita dall’avvocato Maria Francesca Fontanella) per il reato di circonvenzione di incapace. Attenuanti concesse ad entrambi, riferisce l’agenzia di stampa, perché avrebbero collaborato alle indagini e Pizzi avrebbe “risarcito” il danno.



Nella sentenza arrivata poche ore fa, il giudice avrebbe ricostruito quanto sarebbe emerso dagli accertamenti condotti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo nell’ambito delle indagini coordinate dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Michela Bordieri. Si parla di un “progetto di approfittamento e di dirottamento“, con “veste apparentemente legale“, del patrimonio di Patrizia Reggiani abusando della sua “infermità” psichica. Secondo l’inchiesta, l’operazione si sarebbe tradotta in una serie di “aperture di conti” e di “parcelle e bonifici del tutto ingiustificati in favore dell’amministratore di sostegno” e di altri indagati tra cui Loredana Canò, ex compagna di cella di Lady Gucci a cui sarebbe stato ascritto un ruolo nell’indirizzare le scelte della Reggiani che avrebbero contribuito al prosciugamento dell’ingente patrimonio. Al centro dell’inchiesta, spiega Ansa, anche “la costituzione” di una fondazione “divenuta proprietaria dei 91 appartamenti della società immobiliare Vor srl e del tutto sottratta al controllo della Reggiani”, con la stipula di un’assicurazione di oltre 6 milioni di euro per l’accusa “destinati ad essere divisi” tra Canò e altri soggetti. Per quest’ultima e altre 5 persone (in tutto sono 8 quelle finite sotto la lente investigativa), i pm hanno chiesto il processo e l’udienza preliminare si terrà davanti al gup Anna Magelli. Tra queste Maurizio Giani, ex avvocato di fiducia della madre di Patrizia Reggiani, Silvana Barbieri, secondo il quadro accusatorio anche lei raggirata.



Lady Gucci “raggirata”: cosa si sa dell’inchiesta sul patrimonio di Patrizia Reggiani

Secondo le carte dell’accusa, riporta Il Corriere della Sera, Lady Gucci, Patrizia Reggiani, sarebbe stata vittima di un raggiro relativamente alla gestione del suo patrimonio, un “progetto di approfittamento e dirottamento” ai suoi danni che sarebbe stato portato avanti abusando dell’infermità psichica della donna, oggi 74enne, che fu condannata a 26 anni di reclusione – 17 dei quali passati in cella a San Vittore – perché ritenuta mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci. Sarebbe questo il quadro che emerge dalla prima sentenza arrivata all’esito dell’inchiesta sull’eredità della vedova dell’imprenditore della moda assassinato nel marzo del 1995.



Diverse consulenze avrebbero accertato l’incapacità psichica di Patrizia Reggiani, considerata “manipolabile in un modo ben percepibile da chi entra in contatto con lei“, avrebbe scritto il giudice in un passaggio riportato dal quotidiano Il Giorno. Loredana Canò, ex compagna di cella della donna, secondo quanto ricostruito avrebbe stabilito “la propria dimora presso l’abitazione della Reggiani portandovi addirittura la figlia” dopo la frequentazione carceraria con la vedova Gucci e il decesso della madre di quest’ultima, Silvana Barbieri, e avrebbe avuto “un regolare stipendio con qualifica di assistente personale” assumendo anche la gestione patrimoniale ed economica in casa.