IL MONITO DI LAGARDE: “PAUSA DEI TASSI BCE? PUÒ ESSERE MA NON SARÀ DEFINITIVA”
«Serve raggiungere un’inflazione a medio termine del 2%»: lo ha detto la Presidente della Bce Christine Lagarde nella lunga intervista a “Le Figaro”, annunciando come ad ogni nuovo trimestre andrà in Parlamento Ue a riferire sulla questione emergenziale dell’inflazione e della spirale dei prezzi in tutta Europa. A pochi giorni dall’ultimo rialzo dei tassi di interesse (un quarto di punto, al 4,25%) dove è stato ravvisato un calo dell’inflazione importante ma non bastevole per dismettere la politica intrapresa ormai da mesi, Lagarde fa ben intuire come le ipotetiche “pause” sull’aumento dei tassi a settembre potrebbero esserci ma non sarebbero comunque definitive.
«Ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo nella lotta all’inflazione», ha detto in apertura di intervista la n.1 della Banca Centrale Europea, non da ora finita nel “tritacarne” delle critiche da diversi Paesi Ue per la politica di eccessivi rialzi dei tassi, a cominciare dalla Italia di Giorgia Meloni e proseguendo con la Francia di Macron. Lei però tira dritto e afferma che come «banchiere centrale bisogna avere la pelle dura. E’ essenziale non perdere di vista l’obiettivo di ridurre l’inflazione ed essere il più chiari possibile sugli strumenti utilizzati e sui risultati che si intendono ottenere». Il concetto è ribadito in più spezzoni dell’intervista con Lagarde intenta a non mollare la presa dei tassi “rialzati” per combattere l’inflazione eccessiva: «i tassi di interesse di riferimento della Bce saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%».
ALLARME INFLAZIONE, LE POLITICHE DI LAGARDE PER “STABILIZZARE” I PREZZI
Il mandato “primario” della Bce, ha ribadito Christine Lagarde a “Le Figaro” è la stabilità dei prezzi: «Ciò comporta necessariamente un calo dell’attività», anche se confida si possa arrivare ad un atterraggio “morbido” che preveda «una moderata riduzione dell’attività in concomitanza con un calo significativo dell’inflazione. I dati del pil del secondo trimestre di Francia, Germania e Spagna sono piuttosto incoraggianti. Confermano il nostro scenario di crescita dello 0,9% nell’area dell’euro quest’anno».
In merito alla potenziale “pausa” dei rialzi in settembre Lagarde si fa piuttosto criptica: «Ho sentito dire che l’ultimo rialzo dei tassi avverrà a settembre. Potrebbe esserci un ulteriore rialzo del tasso di riferimento o forse una pausa. Una pausa, quando si verificherà, a settembre o più tardi, non sarà necessariamente definitiva. L’inflazione deve tornare stabilmente al suo obiettivo». La n.1 della Bce ammette che la situazione generale resta di profonda incertezza e per questo «rivaluteremo la situazione e la nostra azione riunione per riunione». Secondo le stime dell’Eurotower, nell’ultimo anno si sono fatti comunque progressi importanti sulla lotta all’inflazione: riflette Lagarde, «ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo. Sapremo quando avremo raggiunto questo obiettivo, un’inflazione a medio termine del 2%, solo osservando i dati economici e finanziari. E baseremo le nostre azioni sulla valutazione di questi dati». Da ultimo, sul fronte banche la situazione resta in bilico dopo le tanti crisi di questi ultimi anni: secondo Lagarde, al netto delle difficoltà, «Le banche dell’area euro sono diventate molto più resilienti dopo la crisi finanziaria del 2008: i coefficienti patrimoniali sono significativamente più elevati». Croce però la vigilanza e a breve verranno richiesti aggiornamenti settimanali sulla liquidità di tutte le banche dell’area Ue: «Stiamo semplicemente traendo insegnamento da quanto accaduto in primavera con Credit Suisse e alcuni istituti statunitensi. Questi eventi – ha concluso su “Le Figaro” la n.1 della Bce – hanno portato tutte le autorità di vigilanza e l’intera comunità finanziaria a rivalutare le misure di rischio».