La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha fatto il punto da Francoforte riguardo la situazione economica dell’Unione Europea, chiamata a dare le prime risposte concrete per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Lagarde è stata accusata di non aver saputo fare subito fronte comune di fronte a una minaccia sconosciuta, ma nelle ultime settimane è apparsa sempre più salda nel suo ruolo, soprattutto capace di mettere in discussione dogmi che avevano fatto discutere non poco i paesi dell’Eurozona, su tutti il Patto di Stabilità: “Penso che questa crisi sia una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita,” ha spiegato Lagarde, “oggi sospeso. In passato sono state fatte delle proposte innovative, in particolare da parte dell’Fmi, che sarebbe utile riesaminare. Ne va misurata la pertinenza e l’efficacia. Credo che i termini del Patto di stabilità e di crescita debbano essere rivisti e semplificati prima che si pensi a reintrodurlo, quando saremo usciti da questa crisi.” Dunque modifiche da attuare prima che il Patto entri in azione su cifre e misure intraprese per combattere la pandemia.



LAGARDE: “RECESSIONE PUO’ ARRIVARE AL 12%”

La potenza finanziaria richiesta all’Unione Europea, per far fronte all’emergenza coronavirus, è enorme come confermato dalla stessa Lagarde: “Stimiamo che il fabbisogno di finanziamento supplementare degli Stati generato da questa crisi, per il solo 2020, sia in totale fra mille e 1.500 miliardi di euro. I nostri scenari vanno da una recessione del 5% a una del 12% nell’area euro per quest’anno, con un’ipotesi centrale dell’8%. Rivedremo le proiezioni il 4 giugno, ma ci aspettiamo nello scenario più grave una caduta del prodotto interno lordo del 15% solo per il secondo trimestre.” Dunque un problema non solo italiano, anche se il nostro Paese è sicuramente uno di quelli che deve affrontare la situazione con un pesantissimo fardello di debito pubblico sulle spalle, ma anche in questo Lagarde ritiene che la situazione possa essere controllata: “Il nostro ruolo è quello di assicurare una buona trasmissione della politica monetaria nell’insieme dell’area euro. Continueremo ad agire senza battere ciglio. Dal 18 marzo, data di annuncio del Pepp, lo spread italiano rispetto al Bund tedesco a dieci anni è nettamente sceso. Gli spread di Spagna e Portogallo anche.

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