Christine Lagarde, presidentessa della Banca Centrale Europa, in una conferenza stampa che si è tenuta oggi ad Atene in calce ad una riunione dell’organo che presiede, ha annunciato lo stop agli aumenti dei tassi di interesse. Una notizia certamente positiva, dopo 10 rialzi consecutivi che hanno portato il tasso sui rifinanziamenti al 4,5%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%, che ora rimarranno stabili.



Complessivamente, però, Lagarde ci ha tenuto anche a sottolineare come allo stato attuale dell’economia dell’eurozona un eventuale taglio dei quei tassi “è prematuro”. Similmente, seppur ora la situazione sia di una generale stabilità e pausa nei rialzi “non vuol dire che non ci saranno ulteriori aumenti futuri”, spiegando come questo sia “il miglior strumento che possiamo usare” al fine di riportare l’inflazione alla soglia del 2%. “Oggi”, ha continuato a spiegare Lagarde, “siamo fiduciosi che con questi tassi torneremo al 2%, ma tutto dipende dai dati” che si registreranno in futuro. I futuri rialzi, ribadisce, “saranno basati sulle valutazioni del Consiglio direttivo delle prospettive di inflazione“.



Lagarde: “L’economia dell’Europa rimane debole, ma migliora”

Andando avanti nel suo intervento Christine Lagarde ci ha tenuto anche a commentare l’attuale situazione economica dell’eurozona che secondo lei “resta debole. La manifattura continua a calare”, ha spiegato, “la domanda sommessa e la stretta al credito pesano sulla spesa dei consumatori, i servizi sono indeboliti ulteriormente per il contagio della debole attività dell’industria”.

Similmente, secondo Lagarde “l’economia resterà debole per il resto dell’anno”. Tuttavia, un leggero dato positivo si registra, ovvero “un netto calo dell’inflazione a settembre ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a diminuire”. Al tempo stesso, però, la BCE crede che l’inflazione sia e rimanga troppo alta, mentre il Consiglio direttivo, spiega ancora Lagarde, “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo all’obiettivo del 2% a medio termine”, ribadendo un’ultima volta come tale obiettivo potrà essere raggiunto soprattutto grazie ai tassi d’interesse che “mantenuti per un periodo sufficientemente lungo forniranno un contributo sostanziale”