Lager di Dachau, cos’è? Oggi la Chiesa polacca celebra la Giornata del Martirio del clero polacco

Non solo ebrei deportati, nei lager come Dachau erano rinchiusi anche migliaia di sacerdoti. In tutto furono 2794, di cui 1773 polacchi; di questi 861 furono uccisi, rendendo questo campo di concentramento luogo di martirio del clero polacco. Ogni 29 aprile, infatti, la Chiesa polacca celebra la Giornata del Martirio del clero polacco durante la seconda guerra mondiale. A Dachau furono imprigionate migliaia di persone provenienti dalla Polonia in quanto il regime nazista voleva eliminare fisicamente l’élite della Polonia occupata, compreso il clero, al fine di ridurre la popolazione polacca a pura manodopera a basso costo.



La persecuzione dei sacerdoti polacchi si ebbe fin dall’inizio della guerra, dunque dal settembre 1939. Durante la Seconda guerra mondiale morirono quasi 3.000 sacerdoti, circa il 20% del clero polacco. Come ebbe a dire l’arcivescovo di Monaco, cardinale Friedrich Wetter durante la Messa a Dachau celebrata il 30 aprile 1995, “anche se qui non si vedono tombe, siamo nel più grande cimitero di sacerdoti del mondo. I polacchi hanno subito il sacrificio più grande. (…) La realtà era peggiore della nostra idea di quanto accadeva qui allora”.



Lager di Dachau, 2.800 sacerdoti cristiani deportati: gli orrori tra il 1933 e il 1945

Sebbene oggi sia ricordato soprattutto il lager di Auschwitz, il campo di concentramento di Dachau fu il primo dei campi di sterminio del III Reich. Aperto a marzo 1933 su iniziativa di Himmler per la detenzione dei nemici di Hitler e dell’ideologia nazista, fu il primo a esibire all’ingresso la scritta in ferro battuto: “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi). Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel lager di Dachau venivano portati anche i prigionieri politici e i cittadini arrestati durante i rastrellamenti nei Paesi occupati. Dal 1933 al 1945 a Dachau e nei sottocampi furono rinchiusi circa 250.000 prigionieri di cui circa 150.000 furono uccisi da malattie, stenti, torture e fucilazioni, ma non solo. A partire dal 1942, infatti, i medici di questo lager iniziarono a praticare sui detenuti terribili esperimenti e si iniziarono a usare anche le famigerate camere a gas.



Monsignor Kazimierz Majdański, arcivescovo emerito di Stettino-Kamień, fu tra i sopravvissuti all’orrore del lager di Dachau. Come ha sempre raccontato nel corso della sua vita, i “carnefici tedeschi bestemmiavano Dio, denigravano la Chiesa e ci chiamavano i ‘cani di Roma’. Ci volevano costringere ad oltraggiare la croce e il rosario. A noi, ci rimaneva l’alleanza con Dio, la preghiera recitata di nascosto, la confessione fatta di nascosto. Ma in questa ‘macchina di morte’ ci mancava tanto la santa Eucaristia. La metà dei sacerdoti polacchi imprigionati a Dachau morì in modo eroico. Morivano da testimoni di Cristo, da sacerdoti cattolici e da patrioti polacchi”.