Nelle stesse ore in cui si registravano scosse di terremoto ai Campi Flegrei, le acque del lago d’Averno si sono improvvisamente colorate di rosso. Lo scenario, da un lato suggestivo e dall’altro inquietante, ha una spiegazione scientifica e naturale. La colorazione rossa delle acque, infatti, è causata dalla proliferazione di alghe. In questo periodo, in particolare, proliferano alghe rosse. Inizialmente, però, la concomitanza con gli eventi vulcanici aveva fatto ipotizzare un collegamento tra questo evento e le scosse sismiche.
A smentirla anche Stefano Caliro, geochimica dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il quale al Riformista ha spiegato che si tratta di un fenomeno periodico, “con una frequenza quasi annuale“, ma comunque variabile. Proprio in base alle esperienze pregresse, si può prevedere che questo fenomeno durerà poche settimane. A causarlo la concomitanza di due fattori: l’incremento di temperatura dopo i periodi freddi e la presenza di nutrienti nelle acque. “Non è certamente un fenomeno legato all’attività vulcanica“, ha chiarito.
ACQUE ROSSE NEL LAGO AVERNO: UN FENOMENO NATURALE
Nessuna correlazione, dunque, tra il bradisismo, l’attività vulcanica dei Campi Flegrei, e le acque rosse del lago Averno. “Normalmente la natura fa il proprio corso e le acque ritornano del colore originario“, ha spiegato Stefano Caliro al Riformista. Sono stati comunque prelevati campioni di acqua, che sono stati analizzati per i parametri di interesse geochimico-vulcanologico. “Non sono emerse differenze rispetto alle composizioni misurate in passato“. L’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania, sta monitorando le acque rosse del lago di Averno, confermando che “è interessato periodicamente da fioriture algali di colore rosso-bruno, in passato spesso sostenute dal cianobatterio Planktothrix rubescens, che si verificano nei mesi invernali, soprattutto al fine gennaio – inizio febbraio, in concomitanza con temperature fredde notturne“. Dunque, gli eventi climatici hanno causato il rimescolamento delle acque del lago, favorendo la risalite di cianobatteri che si riproducono in superficie. Nessuna correlazione anche con l’inquinamento, ma non si può escludere che a causa di questo fenomeno si verifichino morie di pesci, come in passato. “Non dimentichiamo che il lago d’Averno è di origine vulcanica e non va esclusa la risalita di gas associata ad attività vulcaniche“.