Per scoprire dove si trova la mitologica città sommersa di Atlantide, che secondo Platone era ubicata oltre le temibili Colonne d’Ercole e sulla cui posizione filosofi e archeologi dibattono oramai da secoli, non è per forza detto che ci si debba allontanare dalla nostra penisola: infatti nel Centro Italia esiste un posto purtroppo poco conosciuto da coloro che non bazzicano queste zone in cui è possibile visitare quella che è una sorta di Atlantide in miniatura, protetta da un bacino artificiale ai piedi del massiccio montuoso del Gran Sasso, il più alto degli Appennini continentali. Stiamo parlano del Lago di Capo d’Acqua in cui ci si può specchiare alle pendici del Monte Scafarano e non molto distante da Capestrano, piccolo comune della provincia dell’Aquila, in Abruzzo, il cui territorio rientra in parte in quello del Parco Nazionale del Gran Sasso. Ma quale è la storia di questo bacino artificiale d’altura sorto per dare vita a un sistema di irrigazione che rifornisce una centrale idroelettrica e quale è il “tesoro” nascosto dalle acque che richiama tantissimi appassionati di immersioni ogni anno in questo piccolo paradiso naturale? Scopriamolo di seguito.
IL LAGO CAPO D’ACQUA IN ABRUZZO E L’ATLANTIDE IN MINIATURA
Il Lago di Capo d’Acqua si trova nell’omonima località che a sua volta è una frazione del minuscolo borgo di Capestrano (465 metri s.l.m.) e la storia di questo mondo sommerso comincia nel 1965 a seguito della realizzazione di una diga che bloccasse il corso del fiume Tirino e in conseguenza della quale furono sommersi diversi terreni, un colorificio, altri edifici agricoli e i mulini tra cui uno storico appartenuto ai Verlengia, una famiglia molto in vista dello stesso comune abruzzese: di questi oggi spunta in superficie solo il colorificio mentre quel grande mulino -in uno stato di conservazione sorprendentemente ottimo ancora oggi con tanto di pale e macine- è visitabile solo dotandosi di attrezzatura da sub e immergendosi nelle acque cristalline di questo bacino. Insomma questa mini Atlantide tra gli Appennini nasconde un mondo perduto e molto affascinante stando alle foto subacquee scattate e che mostrano come si sia ben conservato pure l’antico selciato dei viottoli dell’epoca che i contadini del luogo erano soliti percorrere trasportando il grano. È anche questo uno dei motivi che il Lago di Capo d’Acqua oggi è una meta più conosciuta quasi all’estero che da molti nostri connazionali perché richiama da tutto il mondo, e in particolare dagli Stati Uniti, migliaia di appassionati di immersione attratti dal richiamo di questa città perduta in miniatura nella valle del Tirino.
I MULINI SOMMERSI E IL PARADISO DEI SUB
A rendere il Lago di Capo d’Acqua particolarmente adatto alle perlustrazioni e alla fotografia subacquea non è solo l’incantevole scenario naturale che lo circonda e le sue acque azzurre che, caratterizzate da temperature decisamente costanti, si mantengono attorno ai dieci gradi per tutto l’anno, aspetto questo che non solo impedisce ad alghe e ad altri tipi di flora lacustre di proliferare ma garantisce ancora un’ottima visibilità. E così immergendosi tra i mulini sommersi si possono ammirare arcate murarie ancora intatte al pari di altri elementi architettonici, come se questi luoghi fossero finiti sott’acqua solo l’altro ieri: alcune riviste specializzate oltre che prestigiose testate internazionali hanno inserito il Lago di Capo d’Acqua nella ristretta “shortlist” dei migliori siti per gli appassionati di immersioni assieme a luoghi molto più conosciuti come la Grande Barriera Corallina in Australia e il Mar Rosso. Ad ogni modo quella delle esplorazioni subacquee è l’unica attività consentita nel bacino artificiale dato che invece le autorità locali e gli enti preposti alla salvaguardia naturale di questo piccolo paradiso vietano sia l’attività di balneazione sia lo snorkeling che invece hanno un impatto più pesante su flora e fauna locali. Infine, va ricordato che la scuola di sommozzatori “Associazione Sportiva Atlantide” è l’unica che rilascia le autorizzazioni per le immersioni e che organizza le visite guidate ai due mulini grazie a membri del proprio staff.