Il quotidiano La Verità si è focalizzato stamane su Open Ai, e sul software di intelligenza artificiale più famoso al mondo, ChatGpt: qual è il costo ambientale dello stesso? Tutta colpa degli enormi depositi hardware che girano al massimo regime per fornite potenza di calcolo a questi software sono sempre più complessi e pesanti. A porre l’attenzione sulla vicenda è lo studio realizzato dal ricercatore americano, Shaolei Ren dell’Università della California, secondo cui ChatGPT, per funzionare, “berrebbe” mezzo litro di acqua ogni qual volta si fanno dalle 5 alle 50 domande o suggerimenti.
Un problema non da poco tenendo conto di quanto questi sistemi stiano proliferando in tutto il mondo, visto che nessuna superpotenza vuole rimanere indietro nella corsa all’intelligenza artificiale più performante. E così che nello stato dell’Iowa, il sistema di raffreddamento di un server farm preleva l’acqua direttamente dagli acquedotti oltre i 29 gradi, dunque solamente d’estate. In totale, si calcola che nel 2022 la struttura avrebbe prelevato ben il 6 per cento di tutto il prezioso liquido, un consumo che quest’anno potrebbe raddoppiare visto che i data server di Open Ai nel frattempo sono diventati tre.
IA, DATA CENTER E CONSUMO DI ACQUA: GOOGLE PRELIEVA 3,9 MLN DI LITRI AL GIORNO IN OREGON
La società locale dell’acqua ha spiegato che autorizzerà eventuali nuovi progetti solamente se saranno adottate delle misure per ridurre i consumi. La questione dello spreco di acqua dei data center è divenuta d’attualità già tre anni fa, nel 2020, quando in Oregon i sistemi di Google finirono sotto accusa per gli enormi consumi di questo prezioso liquido utilizzati per il raffreddamento. Google si è assicurata i diritti di prelievo fino a 3,9 milioni di litri al giorno, quantitativo potenzialmente sottratto all’agricoltura, sottolinea il quotidiano La Verità.
Situazione preoccupante anche a Las Vegas, dove il consumo di acqua è raddoppiato in un anno e Microsoft sta sperimentando un deposito in fondo al mare, al largo della Scozia. La Verità conclude la sua disamina scrivendo:” Alla base del «nuovo» sviluppo che dovrebbe rivoluzionare il pianeta in realtà sono sempre le risorse naturali. L’acqua è il nuovo petrolio”.